C’era una volta una regina… O una principessa destinata a diventare regina. Sembra l’inizio di una favola felice.

Del resto chiunque (fino a venerdì) pensava che Catherine Middleton, per tutti Kate, giovane e bella, madre di tre fanciulli e moglie di William, principe di Galles ed erede al trono, fosse stata fortunata e avesse avuto tutto dal destino per essere umanamente felice. Ma cos’è la condizione umana!

“Ho un cancro e sono in chemioterapia”, ha reso noto nel video di venerdì, dove appare stanca, pallida e provata (anche per il recente intervento chirurgico). Quanto siamo fragili e quanto è precaria la nostra esistenza sulla terra, anche se abitiamo castelli e facciamo parte di famiglie reali. In un attimo la felicità è spazzata via.

Noi, sapendolo, facciamo di tutto per dimenticarlo. Abbiamo “armi” di distrazione di massa per non pensarci e sfuggire l’infelicità.

Tuttavia c’è un momento in cui il dolore o la malattia fanno irruzione nella vita e ci mettono con le spalle al muro. È così anche per re e regine. I quali certo, come scrive qualche giornale, possono curarsi meglio di noi, ma tutti comunque siamo su questa terra solo di passaggio e ciò vale per le persone importanti e per quelle comuni, la cui morte, scriveva Eliot, “non è citata dal Times”.

Non c’è nessuno nella storia, per quanto forte e potente, che sia sfuggito a questo destino. Nemmeno gli imperatori.

In queste ore è stato inevitabile per tutti ricordare un’altra principessa infelice della casa reale britannica: Lady Diana. Una favola davvero spezzata per sempre, la sua. William ha vissuto da ragazzo quella tragedia. Ora si trova a vivere la malattia della moglie con i figli che hanno più o meno l’età che aveva lui quando perse la mamma.

Certo, Kate si sta già curando e ce la farà a superare questa prova, tutti lo speriamo e preghiamo per lei. Il cancro, grazie al cielo, non è più invincibile come un tempo. Ma è chiaro dalle sue parole che quando ha conosciuto la diagnosi – anche pensando ai figli – si è sentita crollare il mondo addosso.

I giornali parlano di “maledizione dei Windsor”, ma è la condizione umana: il dolore ci accomuna tutti. Dovremmo avere compassione gli uni per gli altri.

Leopardi nella sua “Ginestra” esorta a far emergere questa pietà collettivache renderebbe il mondo più umano ed ha ragione. Papa Francesco la chiama “fratellanza”. Fratelli tutti. Chi non ha sentito Kate sorella o figlia vedendola così provata in quel video?

E chi non ha pensato ai tanti amici o conoscenti che hanno vissuto o vivono un dramma simile?

Un poeta francese, Louis Aragon scriveva: “Nulla appartiene all’uomo. Né la sua forza/ né la sua debolezza né il suo cuore. E quando crede/ di aprire le braccia la sua ombra è quella di una croce/ e quando crede di stringere la felicità la stritola./ La sua vita è uno strano e doloroso divorzio./ Non esistono amori felici”.

È noto che pure re Carlo III ha un cancro. Ma la notizia di Kate forse colpisce di più perché è giovane (e si sa che il tumore a quell’età è più virulento). E anche perché è una madre e lei stessa ha parlato del dramma che ora vivono i suoi bambini.

E poi quando si è in età avanzata la malattia è purtroppo prevedibile, è nell’ordine delle cose. Quando si è giovani no. Si ha la sensazione di qualcosa di innaturale, come un fiore calpestato. Ci appare come un’ingiustizia. Perché sentiamo che, come dice la Bibbia, l’uomo non è stato creato per il dolore e per la morte, ma per la vita. È questo il misterodell’esistenza umana. Su cui riflettere.

Poi, certo, nel caso dei reali inglesi c’è sui giornali tutto il contorno inutile, fatto di chiacchiere, pettegolezzi, dietrologie. Le settimane di sparizione mediatica di Kate avevano fatto scorrere fiumi di inchiostro.

Ora il sobrio e commovente video della principessa rimette in ordine le cose, anche se prevedibilmente continueranno le chiacchiere vane.

Kate ha spiegato che la famiglia è la sua forza e ha voluto ricordare quanti vivono come lei la malattia con bellissime parole di conforto: “non perdete la fede e la speranza. Non siete soli”.

È vero. Del resto tutto questo è accaduto proprio alla vigilia della settimana santa. Nella Domenica delle palme di due anni fa il Papa disse:“Guardiamo Gesù in croce e vediamo che non abbiamo mai ricevuto uno sguardo più tenero e compassionevole. Guardiamo Gesù in croce e capiamo che non abbiamo mai ricevuto un abbraccio più amorevole”.

È l’abbraccio di chi annuncia che dopo la croce c’è la resurrezione e la vita vince.

 

Antonio Socci

 

Da “Libero”, 24 marzo 2024

Print Friendly, PDF & Email