“Come un aereo in picchiata”. Così, da alcuni mesi, va il consenso degli italiani al governo secondo il Corriere della sera che ieri pubblicava gli ultimi rilevamenti.
In tre mesi il gradimento per il governo è crollato dal 50,8 per cento al 37,7 con l’opposizione in sorpasso, dal 43,1 al 45 per cento. Se a settembre la previsione degli elettori sul vincitore delle prossime elezioni dava il centrodestra al 36,5 e il centrosinistra al 35,5, oggi la differenza si è fatta abissale: il 57 per cento dà la vittoria al centrodestra e solo il 21,7 ritiene ancora possibile la vittoria del centrosinistra.
Ancora un dato che coglie questa stessa tendenza: le intenzioni di voto nel maggioritario a settembre vedevano le due coalizioni quasi alla pari con una leggera prevalenza della Casa delle libertà (50,1 per cento contro 49,6), mentre oggi il centrodestra è schizzato al 55,1 per cento e invece il governo è crollato al 44,9.

Un tale fallimento politico in così poco tempo non si era mai visto. In genere ogni nuovo governo gode di un annetto di fiducia popolare, invece questo governo – dopo solo sei mesi – si è così screditato da risultare sinceramente detestato dalla maggioranza degli italiani.
E’ pur vero che l’Unione aveva prevalso per un’inezia (24 mila voti), quindi non partiva da un largo consenso, ma oggi sembra aver perduto anche quello che aveva.
Il crollo degli ultimi mesi è cosa tanto inedita che – secondo le cronache – ha fatto mettere le mani nei capelli ai leader del centrosinistra.
E’ innanzitutto un fallimento personale di Romano Prodi, che oltre a essersi dimostrato incapace di interpretare questo Paese e di cogliere il momento per agguantare la ripresa, non dà mai segni di revisione critica, nemmeno davanti alle piazze stracolme e alle critiche di organismi internazionali come l’Ocse o a quelle degli economisti della sua area.

L’Unione ha difeso questa Finanziaria vessatoria, ingiusta, sgangherata e punitiva talora con argomenti propagandistici, come se a protestare fossero evasori fiscali e nababbi, ma anche questo argomento si dissolve dopo che ieri gli operai di Mirafiori hanno sonoramente fischiato e bacchettato Epifani e Angeletti perché il sindacato si è messo a fare “la stampella del governo” come ha detto un lavoratore durante l’assemblea.
“Ritengo – ha aggiunto anche Vincenzo Tripodi, delegato Fiom – che ci sia un appiattimento di Cgil, Cisl e Uil sulle posizioni di questo governo. Noi non abbiamo nessun governo amico o nemico”.
La leadership del centrosinistra – che risulta assai allarmata – ritiene di poter correre ai ripari immaginando una fantomatica “fase due” in cui verrebbero varate mirabolanti riforme, capaci di diminuire l’impopolarità del governo. Ma non si capisce quale possa essere la bacchetta magica e tutto appare alquanto fatuo e improbabile.

L’Unione dovrebbe avere piuttosto il coraggio di riflettere criticamente sul messaggio di fondo che il governo trasmette agli italiani. Ai cittadini, che mostrano di saper ragionare molto bene di politica, partendo dalla loro vita concreta, il messaggio che arriva è disastroso: questa maggioranza è clemente con i delinquenti, mentre criminalizza i cittadini normali che considera potenziali evasori da sorvegliare e tartassare o ricchi da punire o incivili da rieducare e guidare.

Basta mettere in fila alcune delle iniziative “qualificanti” del centrosinistra che più hanno scandalizzato gli italiani.
Si vara un indulto che di fatto, così com’è stata realizzato, rimette in libertà migliaia di soggetti pericolosi (mentre le forze di polizia sono trascurate e costrette disperatamente, con un’iniziativa senza precedenti, a manifestare in piazza).
Poi si continua a tentare di scardinare o a delegittimare ogni limitazione all’immigrazione clandestina. Quindi si allargano le maglie strette sulla droga col raddoppio della quantità di cannabis consentita, ma col controsenso logico di chi poi propone ticket per sanzionare i cittadini che fanno una dieta poco sana.
Insomma si è “libertari” con i soggetti e i problemi su cui lo Stato dovrebbe dare un segnale di rigore e invece si è implacabili, vessatori e dirigisti sulle vita e i beni dei cittadini di fronte ai quali lo Stato dovrebbe invece fare un passo indietro.
I nemici da combattere per la cultura unionista sembrano essere i normali cittadini.
I delinquenti sono messi in libertà, ma i cittadini si vogliono sorvegliare e punire, si tartassano con 70 nuove imposte (rimangiandosi vergognosamente gli impegni presi in campagna elettorale) e con trovate vessatorie dalle conseguenze ingiustamente punitive (come quella dei pagamenti sopra i cento euro da fare tramite bonifico bancario).
Si potrebbero aggiungere altri inquietanti segnali che arrivano ora dalla Sinistra di lotta ora dalla Sinistra di governo: dall’inserimento di ex terroristi in Parlamento o in incarichi istituzionali, alla politica zapateriana-nichilista sulla famiglia, dalla lotta ideologica contro le radici cristiane del nostro popolo, fino agli irrisolti nodi della violenza e dell’ideologia di certe frange estreme della Sinistra (che si manifestano con slogan aberranti come “dieci, cento, mille Nassirija!” o con atti di teppismo e intolleranza inaccettabili).

Tutto questo spiega la grande impopolarità nel Paese dell’attuale coalizione di governo e spiega anche la vigorosa ripresa dei consensi al centrodestra.
Ma il centrodestra deve sempre ricordare che per ora questi sono consensi “contro” non consensi “per” in quanto attualmente non è chiaro quale sia la proposta concreta del centrodestra medesimo.
L’attuale opposizione deve ricordare che questo stesso elettorato solo otto mesi fa l’ha bocciata, dando la vittoria al centrosinistra. Dunque sarebbe un errore gravissimo per il centrodestra interpretare questa grande ripresa nei sondaggi come una promozione del proprio passato. E’ invece una bocciatura del governo in carica.
Si dovrebbe cogliere questa circostanza favorevole per rinnovarsi, proponendosi con nuove idee e una nuova politica, così da tr
asformare i consensi di protesta (che potrebbero andarsene col tempo) in consensi convinti. Se il centrodestra non saprà ricostruirsi perderà un’occasione storica e potrebbe perdere anche le elezioni fra cinque anni.

Fonte: © Libero – 8 dicembre 2006

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