Rubrica 18
INTRISI DI CULTURA
L’ esperto Alessandro Amadori su Repubblica (11/2) loda la scelta del “piccolo borgo italiano” fatta da Veltroni per iniziare la sua campagna elettorale. Dopodiché ci informa che Spello è un “luogo intriso di cultura rinascimentale”. Più o meno è come definire Latina una città squisitamente barocca.
POL PET
Il Corriere della sera (8/2) apre la pagina di cultura con un articolone di Ettore Mo dedicato a Tiziano Terzani. L’occhiello recita: “Fu il primo ad accorgersi della tragedia in Indocina”.
Mario Cervi sul Giornale (9/2) obietta che, se ci si riferisce al genocidio di Pol Pot in Cambogia, “Terzani non fu il primo ad accorgersene.
Fu tra gli ultimi, con riluttanza, a malincuore”. Ma nell’articolo di Mo si legge ancora che “quando i khmer rossi entrarono a Phnom Penh, la città era senza riserve di cibo” e “l’unico modo per sfamare la gente era mandarla nelle campagne”.
Sfamare la gente? Strano modo di raccontare oggi la deportazione feroce di due milioni di persone (compresi vecchi, bambini e malati) verso il massacro. Del resto la capitale fu distrutta. Bruciarono ad esempio la biblioteca francese con 10 mila volumi di inestimabile valore per la storia della Cambogia. Per sfamare chi?
LEONARDO E LA SINDONE
“Sindone. Il giallo si riapre: ‘E’ più antica’ ”. Così la Repubblica (31/1) ha dato conto delle novità. Pare che perfino nei laboratori dove eseguirono l’esame del C14, proclamando che era un oggetto medievale, ora serpeggino molti dubbi. Del resto dal 1988 ad oggi una montagna di studi e scoperte hanno demolito quella datazione medievale. E portano a datare la Sindone al I secolo d.C. e a collocarne l’origine in Giudea (sono stati ritrovati addirittura pollini e tipi di terriccio caratteristici di Gerusalemme). Peraltro resta tuttora un mistero come si sia formata quell’immagine che – rivelano i computer – è tridimensionale.
Tra le teorie più strampalate c’è quella secondo cui la Sindone sarebbe stata fabbricata da Leonardo da Vinci (come autoritratto). La menziona sulla Repubblica anche l’ottimo Valerio Massimo Manfredi, che la confuta sostenendo che Leonardo non poteva conoscere quei particolari della crocifissione. In realtà la teoria non sta in piedi per motivi assai più pesanti. Basti solo dire che l’arrivo in Europa della Sindone , attualmente conservata a Torino, è documentato dal 1353. Ora si dà il caso che Leonardo sia nato il 15 aprile 1452. Quasi cento anni dopo.
CAMPI DA COLTIVARE
Non finisce di stupire Alessandro Campi, che pare sia “uno di quelli che più ha spinto verso il partito unico della destra”. L’ideologo di Fini, intervistato dal Giornale (9/2), spiega qual è “la vera novità” che consente “un passaggio di epoca”.
Eccola: “per la prima volta dal dopoguerra ad oggi, le radici delle tre grandi identità fondanti del Novecento italiano, quella rossa, quella nera e qualle bianca, non hanno una loro rappresentanza autonoma”. Rossa, nera, bianca? Qualcuno dovrebbe spiegare al professor Campi che tra le “identità” politiche italiane ce ne sarebbe pure una “verde”, quella laico-risorgimentale che portò l’Italia unita nel Novecento e che è stata essenziale nella storia della Repubblica.
Ma soprattutto ci si domanda come si possono mettere sullo stesso piano la storia nera che va da Mussolini ad Almirante, quella rossa che va da Stalin a Togliatti e infine quella bianca che va da Sturzo a De Gasperi.
Si dovrebbe gioire alla stessa maniera per la loro triplice sparizione? Sono sullo stesso piano nella storia d’Italia? E il Pdl non vuole per caso aderire al Partito popolare europeo?
Fonte: © Libero, 12 febbraio 2008