Mangiare bambini

Nello splendido libro di Francesco Agnoli, “Perché non possiamo essere atei”, trovo riferito “quello che raccontava Karl Marx ai suoi attoniti e creduloni ascoltatori nel 1874 a Londra, allorché a un congresso di lavoratori di lingua tedesca tentò di rivalutare le antiche calunnie rivolte dai romani ai primi martiri cristiani, accusati di praticare il cannibalismo, di uccidere bambini e di partecipare a orge immonde.
‘Daumer dimostra – esordì Marx, riferendosi a un autore che avrebbe ritrattato le sue affermazioni per divenire cristiano – che i cristiani massacrarono veramente esseri umani, mangiarono e bevvero carne e sangue umano durante la Comunione. Questo spiega perché i romani, che tolleravano tutte le sette religiose, perseguitarono i cristiani’ ”.
Le stragi di credenti fatte dagli antichi romani però furono quasi un nonnulla a confronto del genocidio di cristiani perpetrato poi nel XX secolo dai regimi comunisti basati proprio sulle teorie Marx. E dire che ancora oggi c’è chi lo rivaluta o continua a prenderlo come faro ideologico…

Tolleranza

Sulla Repubblica (10/6), nella rubrica di Corrado Augias, è uscita la missiva di una lettrice che racconta un fatto emblematico. Un ragazzo di 13 anni va a scuola (frequenta le medie, in un normale istituto italiano) con una maglietta che la nonna gli ha portato in regalo dal Santuario di Fatima. Sulla T-shirt stava scritto appunto “Fatima”. Sotto erano riprodotti, in scala ridotta, la Madonna coi tre pastorelli.
“L’insegnante di Storia” si legge nella lettera “ha costretto il ragazzo a toglierla (…). Alcuni compagni hanno riferito che la prof aveva inveito contro lo studente chiamandolo ‘bigotto’ e aggiungendo che i ‘cristiani non sanno più pensare con la propria testa, ma ripetono come pappagalli ciò che sentono da quel tedesco vestito di bianco’ ”.
Accade dunque che il padre del ragazzo va dal preside e quando questi ha chiamato l’insegnante si è sentito spiegare che lei “voleva ‘dare una lezione di educazione civica’, che l’Italia è un paese laico, che ‘l’errore è stato fatto da chi fa doni diseducativi per un ragazzo’ ”. Mentre andava avanti tale discussione, riferisce la lettera, “è passato un ragazzo della stessa classe con una T-shirt dove campeggiava un bimbo che mostrava il pugno chiuso dal quale fuoriusciva un solo dito: il medio. Nel retro una scritta irriferibile”.

Originalità

L’attore Pierfrancesco Favino ha dato un’intervista a “First” (maggio 2009). Al giornalista che gli ricordava che aveva già interpretato due volte delle parti come gay, l’attore ha risposto: “Però io vorrei osare di più: una bella parte da checca, da travestito. Il gay intellettuale, genere ‘Saturno contro’, è uno stereotipo come il libanese zoppo…. Avrei voluto che Umberto D. fosse stato omosessuale. Da noi la checca appartiene solo alla commedia, ma coltivo un progetto segreto”.
Udite udite, ecco il progetto segreto di Favino: “Un prete che cambia sesso, diventa prostituta e capisce che quella era la sua modalità di avvicinarsi al sacro. Ho la sceneggiatura pronta”. Ha la sceneggiatura pronta. Presto, presto giriamo il capolavoro….

Trash-missioni

Agostino Saccà è uno dei maggiori esperti di televisione (è lui che, da Direttore generale della Rai, inventò la “lectura Dantis” di Benigni su Rai 1), uno che ha buone letture alle spalle e ha una notevole comprensione della società italiana.
Nello stesso numero di “First” demolisce il fenomeno tv dei reality: “Il linguaggio dei reality è l’iperbole. Prendi situazioni estreme, poi stressi le reazioni. Prima i protagonisti si accarezzano, poi forse scopano, poi metti il gay, il trans, poi il cieco, alla fine dove vai, alla roulette russa con il revolver?
In America le televisioni generaliste sono andate in crisi col reality. La gente diventava pazza, dopo un po’ se ne andava”. Una riflessione da continuare.

Fonte: © Libero – 16 giugno 2009

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