SCUOLA DI VITO
Giuliano Ferrara è un amico che stimo e ammiro. Ma non so perché abbia “lanciato” Vito Mancuso come teologo di massa (seguito a ruota da Gad Lerner): farsi spiegare il cristianesimo da Mancuso è come farsi spiegare Milton Friedman da Bertinotti o i libri di Pansa da Giorgio Bocca.
E’ legittimo che Mancuso abbia cucinato una sua minestra riscaldata di vecchie idee trite e ritrite. Ma si tratta di “mancusese”, non di cristianesimo. Lo dimostra proprio il suo lungo minestrone servito sul Foglio di Pasqua.
VITO ALLE URNE
Sostiene Mancuso: “Nego che per essere salvi di fronte a Dio occorra credere che quell’evento (la Resurrezione, nda) sia avvenuto (…)
Se domani si ritrovasse un’urna con le ossa di Gesù di Nazaret, per i miei valori e la mia visione del mondo non cambierebbe molto”.
Ma per i cristiani cambierebbe tutto.
Non a caso san Paolo scrive: “Se Cristo non è risuscitato, vana è la nostra predicazione, vana la nostra fede” (1 Cor 15, 14).
VITO E I TRALCI
Aggiunge Mancuso: “Io sono discepolo di Gesù, non perché Gesù è risorto, ma perché credo che le sue parole conducono alla vita eterna”.
Tralasciando l’assenza del congiuntivo, qui a confutare Mancuso è addirittura sant’Agostino, padre e dottore della Chiesa, il quale, opponendosi ai pelagiani che esaurivano la missione di Gesù nelle sue parole e nel suo esempio, scrisse nel Contra Iulianum: “Questo è l’orrendo e occulto veleno del vostro errore: che pretendiate di far consistere la grazia di Cristo nel Suo esempio e non nel dono della Sua persona”.
Intendendo con ciò la sua incarnazione, la morte e la resurrezione a cui attingiamo oggi con i sacramenti.
VITO E LA VIA (DI DAMASCO)
Prosegue Mancuso: “Per quanto concerne le apparizioni (di Gesù risorto, nda) è decisivo notare che tutti i destinatari erano già credenti”.
Ma è davvero così? E Paolo di Tarso? Era così credente che perseguitava ferocemente i cristiani.
Gesù risorto, dopo essere apparso agli apostoli, appare anche a lui (1Cor 15, 3-7): la sua conversione deriva da questo fatto imprevisto.
Ne ha mai sentito parlare Mancuso? Non sembra, infatti aggiunge: “Ne viene che la fede si mostra come la condizione a priori dell’apparizione.
Senza fede, nessuna apparizione”. Inutile ogni commento…
VITO E LA VITA (ETERNA)
Conclude Mancuso: “Una cosa è sicura: nella dimensione senza tempo e senza spazio che è propria dell’eternità di Dio, non può sussistere nulla di materiale.
Il corpo in carne e ossa di Gesù ‘in cielo’ non esiste”.
Come fa Mancuso a definire questa baggianata: “cosa sicura”? C’è stato lui in cielo?
La Chiesa insegna che non solo Gesù è asceso al Cielo col suo corpo, ma anche Maria è stata assunta in cielo in corpo e anima (è un dogma di fede: è la prima degli eletti).
E in effetti così, tangibilmente concreta, si è mostrata a coloro che l’hanno vista a Rue du Bac, Lourdes, La Salette, Fatima, Medjugorje…
Il grande Romano Guardini ha scritto: “La Risurrezione e la trasfigurazione ci sono necessarie per comprendere veramente cos’è il corpo umano (…). In realtà, soltanto il cristianesimo ha osato porre il corpo nelle profondità più recondite di Dio”.
LA BELLA FANCIULLA
Guardini è citato da Paolo VI nel celebre discorso “La risurrezione fisica di Gesù Cristo”, pubblicato su “30 Giorni” (1/2008) con uno straordinario saggio del filosofo Massimo Borghesi che demolisce i moderni sofismi (a cui attinge Mancuso), che circolano anche in ambiente cattolico, sulla risurrezione di Gesù.
La copertina è dedicata al 150° anniversario delle apparizioni di Loudes. Titolo: “Una bella fanciulla, una povera bambina, i miracoli”.
Perché nel cristianesimo non si tratta di astrusi sistemi di pensiero, ma si tratta di guardare e toccare con mano i fatti. Quindi amare.

Fonte: © Libero – 25 marzo 2008