Rubrica 49
Snobel
Sarà un caso, ma, dice Davide Rondoni (Avvenire 9/10), gli italiani premiati col Nobel per la letteratura si caratterizzano per lontananza dalla nostra tradizione religiosa, mentre quelli a cui è stato negato, come Luzi e Ungaretti, hanno un tratto di chiara cattolicità (eppure avevano qualche titolo più di Dario Fo).
Discriminazione?
E’ interessante quanto ha documentato, nel 2007, il letterato Enrico Tiozzo: attorno al 1906 il nostro Antonio Fogazzaro stava per ottenere il Nobel, sennonché il suo romanzo “Il Santo” il 4 aprile 1906 fu condannato da Roma come “modernista” e lo scrittore cattolico fece atto di sottomissione alla Chiesa.
Tale gesto scandalizzò la commissione del Nobel tanto da farle preferire il laicissimo Giosuè Carducci, noto autore dell’Inno a Satana.
Gran bel fisico
Quest’anno il Nobel per la Fisica è stato attribuito a due scienziati giapponesi.
Gli scienziati italiani hanno protestato perché la scoperta che è stata premiata è nota col nome Matrice Cabibbo-Kobayachi-Maskawa: il merito fondamentale di tale scoperta – a quanto pare – appartiene al professor Nicola Cabibbo che però, curiosamente, è stato escluso dal Nobel.
Enzo Boschi, fisico e presidente dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, ha osservato che l’esclusione di Cabibbo dal Nobel è “probabilmente la più grande ingiustizia che l’Accademia Svedese delle Scienze abbia mai fatto in tutta la sua storia”.
Ma come si spiega? Cabibbo, già professore di fisica delle particelle elementari all’Università di Roma, Presidente dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare dal 1983 al 1992 e dell’Enea, dal 1993 è Presidente della Pontificia Accademia delle Scienze.
Non sarà proprio quest’ultima qualifica ad aver “infastidito” ?
All’agenzia Zenit (9/10) Fabio Malaspina, docente di fisica all’Università Europea di Roma, ha dichiarato: “La premiazione di Cabibbo forse avrebbe messo di nuovo in luce che tanti credenti sono stati grandi scienziati e che scienza e fede non sono in contrapposizione come alcuni matematici, che hanno ampi spazi sui mass-media, cercano di farci credere.
Forse e purtroppo – ha aggiunto – sono gli stessi atteggiamenti mentali, le stesse incrostazioni culturali, ad aver tenuto il Papa fuori da ‘La Sapienza’ ed il fisico Cabibbo lontano dal Nobel”.
Lama o non l’ama?
Secondo Antonio Gaspari, di Zenit, vi sarebbero casi “eclatanti di esclusione di illustri cattolici” dal Premio svedese: “il professor Jerome Lejeune, il medico che scoprì e cercò di curare la trisomia 21 (sindrome down), escluso dal Nobel perché si opponeva all’aborto; e Papa Giovanni Paolo II a cui fu negato il Premio Nobel per la Pace, perché a capo di uno stato, la Città del Vaticano, che, secondo la commissione giudicatrice dei Nobel, ‘discriminerebbe le donne’ ”.
Di Lejeune non so dire. Ma Giovanni Paolo II andò vicinissimo al Nobel per la pace nel 2003 e fu depennato perché – si disse – il leader di una grande religione non poteva essere premiato.
Però nel 1989 era stato premiato il Dalai Lama. Inoltre nel 1947 era già deciso il Nobel per la Pace a Pio XII.
Ma, come ha scritto Vittorio Messori, in quel caso “la Commissione di Oslo fece marcia indietro quando la Segreteria di Stato fece discretamente sapere che, pur ringraziando, il Pontefice non poteva accettare”.
Si può concludere che il Nobel risente delle diverse epoche.
Il pregiudizio anticattolico c’è, ma talora scompare. In fondo anche Madre Teresa ha ricevuto il Nobel per la Pace nel 1979.
Tuttavia c’è chi ritiene che dopo di lei sia scattata una tacita “conventio ad excludendum”. Se è così a Ingrid Betancourt – che pareva vicinissima al Nobel per la Pace e poi non l’ha avuto – avranno nuociuto le sue pubbliche professioni di fede e la sua affettuosa visita a Benedetto XVI in Vaticano?
Fonte: © Libero – 14 ottobre 2008