Rubrica 66
Follia finale
Gianni Vattimo da tempo le spara sempre più grosse per tentare di far accendere qualche riflettore su di sé. Ma in questi giorni – come quel velleitario che, scolapasta in testa, dichiarò guerra alla Francia – ha provato a tirare un’atomica di carta su San Pietro.
Nel sito di “Micromega” si legge questa sua dichiarazione: “La tradizione della Chiesa cattolica si basa sul tenere i fedeli sotto minaccia terroristica.
La vicenda di Eluana Englaro dimostra che la Chiesa cattolica come istituzione non è riformabile, merita solo di essere distrutta. Siamo alla follia finale della Chiesa. Io non sono mai stato così consapevole della essenza diabolica della Chiesa cattolica come adesso”.
Parole in libertà che non meriterebbero neanche di essere segnalate. Se non fosse per ricordare che ci hanno provato in tanti a distruggere la Chiesa e specialmente nel Novecento sono state fatte milioni di vittime, colpevoli solo di aver fede in Gesù Cristo.
E il macello continua. Per esempio ieri (9/2) il Corriere della sera aveva due pagine di reportage con questo titolo: “India, l’assalto ai cristiani”. Sottotitolo: “Violenze, stupri, conversioni forzate. La guerra ‘religiosa’ degli estremisti indù”.
E’ stato intervistato anche il leader del movimento radicale indù che dichiara: “Ma per noi le caste sono un valore che va conservato”. Il tipo deprecava il fatto che i poveri dalit, coloro che nella dottrina indù sono considerati meno che esseri umani, trovano nell’annuncio cristiano e nell’aiuto dei missionari la loro dignità di persona umane e una vita finalmente degna. E’ questa la “colpa” della Chiesa, per la quale viene colpita.
Tibet vaticano
Il Dalai Lama torna in Italia e dichiara: “sono contrario all’eutanasia” (Repubblica 9/2).
Con qualche imbarazzo, ma lealmente la notizia è stata letta da Massimo Bordin alla rassegna stampa di Radio radicale dedicata, quasi per intero, al caso di Eluana Englaro.
Se è il Papa a pronunciarsi in questo senso partono subito gli strali di Marco Pannella che lo accusa di oscurantismo, fondamentalismo e ingerenza negli affari dello Stato.
E il Dalai Lama, solitamente sbandierato dai Radicali come un loro simbolo? Già in precedenza il leader buddista aveva fatto dichiarazioni imbarazzanti. Per esempio quando lo interrogarono sull’omosessualità dette una risposta sorprendentemente decisa: “No assoluto. Senza sfumature.
Una coppia gay mi è venuta a trovare, cercando il mio appoggio e la mia benedizione. Ho dovuto spiegar loro i nostri insegnamenti. Una donna mi ha presentato un’altra donna come sua moglie: sconcertante”.
Del resto, a ben vedere, la sua situazione ricorda la condizione di un altro leader religioso a cui una potenza militare straniera conquistò e sottrasse lo stato.
Udite udite: trattasi di Pio IX, il cui stato pontificio fu invaso dai piemontesi. Sì, proprio il Papa più disprezzato dalla cultura radicale. Il suo era uno stato sovrano come il Tibet del Dalai Lama. Ed era uno stato ben più antico del Regno sabaudo.
E’ curioso e paradossale che i Radicali si battano contro l’invasione e la distruzione di uno stato religioso, teocratico, in Asia, quando poi qua applaudono alla breccia di Porta Pia e ne fanno il loro simbolo.
Forse la storia andrebbe studiata meglio e con equilibrio. Valutando tutti i pro e i contro.
Scalfareide
Gianni Gennari, brillante corsivista di Avvenire, ha rivelato domenica di aver scritto una email a un politico “cattolico” ricordandogli l’inaccettabilità della morte di Eluana.
Quello ha risposto che ha “certezze solo sulla Costituzione”. Una volta acclarato che certi “cattolici” del Pd hanno buttato il Vangelo nel cestino e l’hanno sostituito con la Costituzione, si aspetta che venga indicato l’articolo della Carta dove viene prescritto che Eluana debba essere fatta morire di fame e di sete.
Infine una domanda: Scalfaro e Andreotti prendono il posto di Gesù?
Fonte: © Libero – 10 febbraio 2009