DE MEZZALUNA
Rivelazione clamorosa dello storico Giovanni De Luna (1). In una recensione al libro di Mark Kurlansky, “Un’idea pericolosa. Storia della non violenza” (Mondadori), scrive che, per quanto riguarda gli “ambiti religiosi, il concetto della non violenza fu elaborato (praticamente a partire dal VI secolo a.C., in una traiettoria che da Buddha arriva a Gesù e a Maometto)”. Perbacco! Maometto profeta della non violenza? Urge consigliare allo storico una biografia: Maxime Rodinson, “Maometto” (Einaudi).

ROSIKO
Entusiastico appoggio di Dario Fo (2) alla candidatura di Roberto Benigni al Nobel per la letteratura: “Naturalmente l’idea mi diverte molto, ma mi pare del tutto priva di fondamento”, “mi sembra davvero improbabile”.
Lui sì, invece, che ha meritato quel premio: “Quando toccò a me, rimasi impressionato dalla quantità delle mie opere che, prima di decidere, avevano voluto leggere e analizzare. Persino titoli minori, in Italia dimenticati. Tutti rigorosamente tradotti in inglese e svedese”.
E perché tradotti così “rigorosamente”? Ma è ovvio. “Per comparare meglio ogni sfumatura, cogliere ogni sottigliezza”, risponde l’illustre premiato. “Un’analisi del testo accuratissima e puntigliosa proprio per il rispetto che si deve a un premio di tal calibro”.
Ecco la risposta ai tanti che si chiedono ancora come possano aver dato un premio Nobel per la letteratura a Dario Fo. Risposta “rigorosissima” e “accuratissima”. Ma convincentissima non pare.

BIZZARRIE
A candidare Benigni al Nobel per la sua divulgazione della Commedia dantesca sarebbe stato Franco Corbelli. “Mi pare molto bizzarro” ha reagito il sopra citato Fo “che possa avere voce in capitolo”. Perché “solo chi ha ricevuto un Nobel può suggerire un nome”. E che nome ha proposto Fo? Tenetevi forte: “Stefano Benni”. Curiosamente, dice Fo, “nessuno l’ha considerato”. Chissà perché.

PSEUDO-GIORNALISMO?
L’ultimo libro di Mughini (Sex revolution) “a me interessa poco”, premette Filippo Facci (3). Ma allora perché dovrebbe interessare ai lettori? Chi costringe Facci a recensire lo stesso il volume? Per quale superiore causa sopporta pure la “pretesa” di Mughini “che i suoi libri siano letti sino all’ultimo rigo dai recensori”? Per quale nobile scopo ne scrive egualmente, sia pure a malincuore, per un’intera pagina?
“Ne scrivo lo stesso, perché questa inciviltà di recensire i libri usandoli come pretesto per dire la propria, in fondo, appartiene non tanto a una generazione che è la mia, ma a quella sulfurea leggerezza di un certo pseudo-giornalismo moderno e contaminato che è anche dannatamente suo, di Mughini”.
Con chi ce l’ha Facci? Sarà un caso, ma poco dopo sembra indispettito che “un amico (di Mughini) come Giuliano Ferrara recensisca il suo ‘Sex revolution’ senza averlo palesemente letto (sul Foglio) e lo usi come compiacente trampolino per parlare d’altro”. Ecco svelata la missione pedagogica.

LORSIGNORI
“Eravamo i migliori, noi di GL e del Partito d’Azione, per un motivo molto semplice: per una ragione di classe” (4). Parola di Giorgio Bocca, che insolitamente, caso strano, mai capitato, aggiunge poi altre cose “a dispetto di quanto vanno scrivendo Giampaolo Pansa e altri”.

DIXIT
“Il sindacato è l’ultimo pezzo di Bulgaria comunista rimasto in Europa”. Chi l’ha detto? Berlusconi? No. Antonio Martino? Neanche. Calderoli? Nient’affatto . L’ha detto Giorgio Cremaschi, leader della Fiom-Cgil (5).

1) La Stampa, 26.9.2007; 2) Corriere della sera, 22.9.2007; 3) Il Giornale, 26.9.2007; 4) La Repubblica, 30.9.2007; 5) Corriere della sera, 1.10.2007

Fonte: © Libero – 2 ottobre 2007

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