Papa Francesco esce fuori da tutti gli schemi ideologici e oggi – dopo nove anni del suo pontificato – continua a sorprendere e diventa sempre più evidente che gli occhiali manichei con cui lo si è guardato (progressismo/conservatorismo o modernismo/tradizionalismo) sono da buttare.

Il “pensiero binario” impone la logica dello schieramento, ma non fa capire la complessità della realtà. È “un Pontefice non facile da decifrare”, dice giustamente Massimo Borghesi. Lo dimostrano i giornali, che fino a ieri lo hanno osannato, infastiditi oggi per le sue posizioni sulla guerra. Le opposte tifoserie sono confuse.

PAPA INCOMPRESO

“Forse né gli uni, né gli altri, hanno mai compreso veramente il pontificato del primo papa non europeo. E oggi” scrive Americo Mascarucci nel libro “Papa Francesco in controluce” (Giubilei-Regnani)dobbiamo onestamente riconoscere di aver dato troppo per scontato papa Francesco, osservandolo con le lenti della faziosità e del pregiudizio, e spesso confondendo il suo messaggio, caricandolo di propaganda e ideologia. Al punto che chi lo ha sempre osannato si ritrova in parte deluso (come accade all’episcopato modernista tedesco, per esempio, che si attendeva aperture rivoluzionarie) e chi invece lo ha combattuto in buona fede, è costretto ad ammettere di non averlo capito”.

Mascarucci, che in passato non aveva risparmiato critiche all’attuale Pontefice, riconosce – senza rinnegare le precedenti affermazioni – che Francesco va considerato più obiettivamente e che i suoi meriti vanno riconosciuti.

Rientra nei soliti schemi ideologici invece il laicissimo Giordano Bruno Guerri che ha appena pubblicato un libro il cui titolo dice tutto: “Eretico o santo. Ernesto Bonaiuti, il prete scomunicato che ispira papa Francesco” (La nave di Teseo). Nulla di nuovo. Già la letteratura critica tradizionalista da decenni attribuisce al Concilio e ai pontefici post-conciliari le idee moderniste di Buonaiuti…

Il commentatore del “Corriere della sera” Massimo Franco ha dato alle stampe “Il Monastero” (Solferino) in cui, sostanzialmente, mette a tema, con nove anni di ritardo, quello che già altri hanno trattato e sottolineato da tempo: i problemi derivanti dalla compresenza in Vaticano di un Papa emerito e di un Papa regnante. I quali tuttavia, a mio giudizio, hanno ormai trovato nei fatti una loro strada fraterna.

PER CAPIRE FRANCESCO

Ad alto livello è il libro curato da Massimo Borghesi, “Da Bergoglio a Francesco. Un Pontificato nella storia” (Studium), dove alcuni importanti intellettuali cattolici approfondiscono il magistero e la figura del Pontefice.

“Papa Francesco” scrive Borghesi “non è un progressista che abbandona la dottrina della Chiesa, né tanto meno un conservatore che dimentica i passi compiuti dal Concilio Vaticano II. È un Papa missionario e sociale che ha come desiderio di rilanciare la tensione polare tra evangelizzazione e promozione umana”. È di sicuro una riflessione necessaria ai cattolici per capire il Papa.

Voglio riservare l’ultima segnalazione al libro di Lucio Brunelli “Papa Francesco (come l’ho conosciuto io)” (San Paolo). Doveva essere “un diario dei miei ricordi personali da condividere con figli, parenti e amici”, premette Brunelli.

Quello che emerge da questo affettuoso diario è l’uomo Bergoglio, in cui la tenerezza e la misericordia non sono (solo) una teologia, ma sono il riverbero della sua personale commozione di fronte a Cristo. Quella che spazza via il clericalismo e fa emergere la sua semplicità francescana.

 

Antonio Socci

 

Da “Libero”, 22 aprile 2022

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