“La democrazia” scriveva Arnold Toynbee “è una pagina strappata dal Vangelo”. Infatti lì sono state proclamate la libertà personale e la sacralità (non del Potere, ma) di ogni essere umano. Il limite invalicabile all’arbitrio del Potere.

Oggi l’importanza del cristianesimo nella formazione della civiltà occidentale è contestata. Anzi, è un’eredità rifiutata. Così i cristiani spesso reagiscono più con battaglie di civiltà (pur comprensibili e giuste), a difesa di un’eredità, che concentrandosi sull’essenziale. Ma cos’è l’essenziale?

È emblematica la storia di Clare Crockett, giovane irlandese nata nel 1982 e morta nel terremoto dell’Ecuador del 2016, a 33 anni: una figura luminosa, che ebbe una conversione folgorante, passando da una precoce carriera televisiva all’abito religioso, e ora è probabilmente avviata verso il processo di beatificazione.

Aveva 17 anni nel 2000. Per caso – andando in vacanza in Spagna (sole, mare, amici) – si ritrovò in un gruppo che celebrava la Settimana santa. Dopo aver assistito, dall’ultimo banco, alla liturgia del venerdì santo, stupita e commossa, esclamò: Egli è morto per me. Mi ama!… Perché nessuno me l’ha detto prima?.

La sua vita, da quel momento, cambiò radicalmente e la sua umanità fiorì. Ma quella frase (“perché nessuno me l’ha detto prima?”) è la grande domanda alla Chiesa di oggi.

Dove si fanno e si dicono molte cose belle, ma spesso si dimentica l’unica essenziale: far sapere a ciascun uomo che è amato follemente da Dio il quale è arrivato al punto di morire per lui. Per la sua felicità e la sua salvezza.

Prima di complicate strategie pastorali, i cristiani – ripete spesso papa Francesco – dovrebbero tornare a guardare il volto di Gesù. Che s’incontra nel volto e nella vita dei santi (anche oggi sono tanti, pure giovani). Lo si incontra nella preghiera e nei sacramenti. Lo si incontra nei poveri, nei sofferenti. Lo si incontra nel Vangelo.

Può sembrare incredibile, ma capita di trovare cattolici praticanti, pure militanti di movimenti ecclesiali, che non hanno mai letto il Vangelo. Non a caso il Papa raccomanda spesso ai fedeli di – non solo leggere, ma – portarsi sempre in tasca un Vangelo. E meditarlo ogni giorno. Lasciarlo entrare nel cuore.

I quattro vangeli canonici, scritti da Matteo, Marco, Luca e Giovanni compongono quello che chiamiamo il Vangelo. Probabilmente è il libro più citato al mondo e il meno letto.

È il libro che tutti credono di conoscere (per aver sentito proclamare una sua pagina alla messa), ma che pochi hanno veramente letto. È difficile che lasci indifferenti. Perché è una bomba.

È noto il caso di Pier Paolo Pasolini, marxista e non credente, che nel 1962 – ospite della Pro Civitate Christiana per un dibattito su “Accattone” – in una notte “illuminata”, trovandosi sul comodino il Vangelo, lo lesse “come un romanzo”. Ne fu così colpito che concepì l’idea del film “Il Vangelo secondo Matteo”.

Qualcosa di grande era accaduto. In una poesia del 1942, “La domènia uliva”, Pasolini, ventenne, aveva scritto: “Cristo mi chiama, ma senza luce”. Venti anni dopo, ad Assisi, un altro incontro: descrisse quella lettura come “una furiosa ondata, un trauma”.

È per tutti un’esperienza da fare.

In forma di racconto semplice e immediato, con brevi meditazioni di papa Francesco, è appena uscito il libro di Andrea Tornielli, “Vita di Gesù” (Piemme). Un’altra lettura consigliabile è il libro di Luigi Amicone, “Sulle tracce di Cristo. Viaggio in Terrasanta con Luigi Giussani” (Bur).

Letture illuminanti verso il Natale.

 

 Antonio Socci

 

Da “Libero”, 10 dicembre 2022

 

 

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