Rubrica 15
FIACCHETTI
“Il docente anti-Ratzinger”.
Così il Corriere della sera (21/1) lancia un’intervista al matematico Carlo Bernardini, “ex senatore indipendente del Pci nel 1976 ” e primo firmatario della lettera dei 67 professori.
Guardando domenica mattina in televisione l’Angelus del Papa, con la moglie Silvia Tamburini (“altra ex docente di Fisica, fu lei il 28 giugno 2007 a investire Clio Napolitano accanto al Quirinale, ma questa è un’altra storia”, osserva Paolo Conti), il professore è lapidario: “Una provocazione questa di Benedetto XVI”.
Poi, dopo questo bel complimento, gli nega pure la qualifica di “collega”.
Qualche giorno prima, sempre al Corriere (16/1), aveva sentenziato, parlando di Ratzinger: “come filosofo un credente è un po’ fiacchetto”.
Così apprendiamo che Agostino d’Ippona, Boezio, Tommaso d’Aquino, Pascal, Rosmini, Kierkegaard, Bergson, Maritain, essendo “credenti”, secondo Bernardini erano “fiacchetti” in filosofia. Non fategli sapere che Galileo era un convinto cattolico…
SCOMUNICHE
Sostiene Gennaro Sasso, noto docente di filosofia intervistato dalla Stampa (21/1), che Ratzinger nel discorso inviato all’Università “dice anche: la ragione senza la fede è debole. Ciò significa che chi non crede ha una ragione dimidiata. Se questo non significa scomunicare chi non appartiene all’unica ecclesia…”.
Forse il filosofo Sasso non ha riflettuto sul fatto che “scomunicare” significa espellere dalla comunità. Quindi non è possibile scomunicare “chi non appartiene all’unica ecclesia”. Inoltre, come abbiamo visto, è vero il contrario: sono certi laici a sostenere che se si è cristiani la razionalità filosofica è “fiacchetta”. Non è una espulsione dal novero dei pensatori ?
VOLTAIRE
Illuminante la rivelazione contenuta fra le righe di un articolo del Corriere della sera (16/1) sul caso “Ratzinger-Università di Roma”.
Vi si legge questa frase: “La paura – spiega l’ex preside di Sociologia delle comunicazioni Paolo De Nardis – era che dalla pena di morte passasse a parlare di aborto”.
Era dunque questo il terrore di alcuni intellettuali? Sono presi dal panico se qualcuno, pacatamente, razionalmente vuol discutere di aborto? Per costoro dev’essere proprio un tabù intoccabile, un dogma indiscutibile. Ma è così terribile sentire idee diverse dalle proprie sull’aborto? Un po’ di tolleranza…
LUTTI CONTINUI
Marcello Cini, 84 anni, il primo ad aver lanciato l’altolà al Papa in Università, in una intervista al Corriere della sera (16/1) confida: “Ho passato gran parte della mia vita concentrandomi sul comunismo e sulla fisica.
Ora viviamo in un mondo in cui non c’è il comunismo e non c’è la fisica”. Passi per la morte del comunismo (di cui francamente è difficile dolersi), ma il decesso della fisica non era ancora stato reso noto. Quando, dove e come è avvenuto il luttuoso evento? Nell’esprimere le più sentite condoglianze, sorge spontanea una domanda: se non c’è più la fisica, cosa fanno i fisici all’università?
A FARSI BENEDIRE
Il professor Cini lamenta sulla Repubblica (21/1) che la lettera dei 67 professori ha scatenato innanzitutto le ire della Sinistra: “Presidente della Repubblica, ministro dell’Università, presidente del Consiglio. Tutti ci hanno attaccati.
Siamo stati definiti ‘intolleranti’, ‘cretini’, ‘cattivi maestri’, ‘laici malati’ per una lettera al nostro rettore che avevamo tutto il diritto di scrivere e che è stata travisata in modo ignobile. Oggi per tutti noi siamo ‘quelli che vogliono imbavagliare il Papa’ ”.
A sentire Cini oggi ci vuole un fisico bestiale per fare i fisici. Tutti contro. Però dal Papa non hanno ricevuto nessuna parola aspra. In fondo anche loro, domenica, potevano andare a farsi benedire in piazza San Pietro.
Fonte: © Libero, 22 gennaio 2008