VERSI

Esce anche in Italia (da Garzanti) il libro di poesie di Amanda Gorman, la ragazza afroamericana di 23 anni diventata famosa per aver recitato una sua lirica alla cerimonia di giuramento di Joe Biden. La Gorman è ormai un fenomeno mediatico planetario come Greta. Luigi Mascheroni sul “Giornale” (7/4) si chiede se “può definirsi poetessa una ragazzina che fa le ‘virgolette’ con le dita”. Poi riporta il lapidario giudizio dello scrittore spagnolo Javier Marias: “Il caso Amanda Gorman è così ridicolo che non so neanche perché me ne occupo”.

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PAPALE PAPALE

Pagine e pagine di giornali, per la morte di Hans Küng, hanno ricordato che il famoso teologo in gioventù fu amico di Joseph Ratzinger, insegnò con lui a Tubinga ed entrambi parteciparono al Concilio Vaticano II.

Ma Küng divenne il simbolo della contestazione teologica, arrivando a mettere in dubbio pure l’infallibilità papale, mentre Ratzinger divenne papa.

Tuttavia la diversità di idee si poteva intuire già negli anni di Tubinga. Nel libro di Gianni Valente, “Ratzinger professore”, si legge questo ricordo di Martin Trimpe che spiega tutto: “Una volta, in un’aula strapiena, ci fu un dibattito tra vari professori sul primato del papa. Küng aveva detto che il tipo autentico di papa era quello rappresentato da Giovanni XXIII, perché il suo primato era di carattere pastorale e non giurisdizionale. Ratzinger non si era espresso e allora gli studenti cominciarono a scandire il suo nome: ‘Rat-zin-ger! Rat-zin-ger!’. Volevano sapere come la pensava. Lui rispose pacatamente che il quadro descritto da Küng andava corretto, perché occorreva tener conto di tutti gli aspetti connessi al ministero petrino. In caso contrario, insistendo solo sull’aspetto pastorale, si rischiava di raffigurare non il pastore della Chiesa universale, ma un burattino universale da manovrare a nostro piacimento”.

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SFERICI E BASTA

Il fisico Guido Tonelli, nel suo libro “Genesi”, spiega quando e come è stata avanzata “l’ipotesi che l’universo contenga grandi quantità di materia non luminosa”. A proporla “per la prima volta, nel 1933” fu “Fritz Zwicky, un astrofisico svizzero dotato di grande estro e di un dissacrante senso dell’umorismo. Si racconta che, quando altri scienziati si mostravano scettici nei confronti delle sue teorie, li insultava chiamandoli ‘bastardi sferici’. Di fronte alla sorpresa dell’interlocutore, Zwicky spiegava che” quella definizione era dovuta al fatto che “rimanevano bastardi da qualunque parte li si osservasse”.

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COMMEDIA

Nel giorno dedicato a Dante, il 25 marzo, il sito di Repubblica fa il botto con questo titolo: “Dante, l’incredibile attacco dalla Germania: ‘Arrivista e plagiatore’”.

Si riferiva all’articolo di un intellettuale tedesco sul giornale Frankfurter Rundschau. Repubblica riportava pure “la replica del ministro Franceschini: ‘Non ragioniam di lor’ ”.

Leggendo tale “scoop” e la reazione del ministro ovviamente molti esprimono il proprio disappunto sui social (lo fanno pure Matteo Salvini e Giorgia Meloni).

Lunedì 29 marzo il Corriere della sera obietta in prima pagina che non c’è stato nessun attacco teutonico. La filippica di Roberto Saviano è intitolata: “I tedeschi non infangano Dante. Storia di un blitz inventato”.

Ma Saviano con chi se la prende? Con Repubblica che ha lanciato il caso? No, nemmeno è rammentata. Con il ministro Franceschini che ha reagito senza informarsi? No, neanche citato. Saviano se la prende con Salvini e la Meloni che, come tanti, hanno creduto a ciò che aveva scritto Repubblica.

 

Antonio Socci

 

Da “Libero”, 9 aprile 2021

 

 

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