Perché tanta parte del mondo non sta con gli Usa e la Ue contro la Russia? Giusto o ingiusto che sia, c’è un rancore antico. Lo focalizzò così Arnold Toynbee: “nell’incontro fra mondo e Occidente… è stato il mondo che è stato colpito – e duramente colpito – dall’Occidente”.

Negli ultimi decenni poi gli Usa hanno bombardato a destra e a manca. Samuel Huntington nello “Scontro di civiltà” ha scritto: “L’Occidente ha conquistato il mondo non per la superiorità di idee e valori… ma per la superiore applicazione della violenza organizzata. Gli occidentali se ne scordano spesso; i non occidentali mai”.

BIDEN ‘97

Gorbacev ripeteva che il crollo del comunismo era stata una decisione russa, non l’esito di una guerra persa con gli Usa, quindi occorreva una nuova Yalta per riorganizzare insieme la sicurezza europea. Ma gli Usa invece l’hanno rivendicato come una propria vittoria e hanno allargato la Nato nell’Europa dell’est.

Sapevano che questo avrebbe destabilizzato e suscitato una reazione. Lo stesso Joe Biden nel 1997 diceva: “Io penso che l’ammissione a breve termine nella Nato degli Stati baltici provocherebbe delle conseguenze negative nei rapporti tra Nato e Russia, tra USA e Russia. Se mai esistesse una circostanza capace di far propendere verso una reazione vigorosa e ostile la Russia, sarebbe proprio questa”.

Infatti Kissinger raccomandava di non farlo. Ma hanno prevalso le idee di Zbigniew Brzezinski che nella “Grande scacchiera” (1997) suggeriva di arrivare fino all’Ucraina: “Il Paese più importante resta l’Ucraina. E, con la progressiva espansione della UE e della Nato, essa dovrà scegliere infine se entrare a far parte di entrambe queste organizzazioni (…). Ma, anche se ciò richiederà del tempo, è bene che già fin d’ora l’Occidente – mentre intensifica i suoi rapporti economici e la sua collaborazione con Kiev nel campo della sicurezza – cominci a prefigurare una progressiva integrazione dell’Ucraina”.

FRATRICIDI

Brzezinski sapeva che questo era il colpo di grazia per la Russia. Già Bismarck a fine ‘800 lo aveva scritto: “La forza della Russia può essere insidiata soltanto mediante la sua separazione dall’Ucraina. Quelli che vogliono che ciò accada non devono soltanto dividerle, ma devono mettere l’Ucraina contro la Russia, aizzare l’una contro l’altra le due parti dello stesso popolo e assistere allo spettacolo del fratello che uccide il fratello”. Per fare questo devono istruire delle élite “e con il loro aiuto, cambiare la coscienza di una parte del popolo, a tal punto che essa aborrisca tutto quanto è russo, aborrisca la propria stessa stirpe, senza che nemmeno se ne renda conto”.

La vecchia élite sovietica e del Kgb, dopo aver ripreso il controllo dello Stato russo, con una democrazia (molto) imperfetta, sentendosi attaccata è regredita all’autoritarismo e ha fuso l’antico nazionalismo zarista e la memoria della guerra staliniana, con il supporto di una Chiesa ortodossache sembra aver fatto suo il folle pensiero di Satov, un personaggio dostoevskijano: “se un gran popolo non ha fede che la verità stia in lui solo (proprio in lui solo), se non ha fede di essere il solo capace e chiamato a risuscitare e salvare tutti con la propria verità, si trasforma immediatamente in materiale etnografico e non è più un gran popolo”.

Così siamo arrivati alla guerra (a spese di Ucraina e paesi europei). Per uscirne occorre disfarsi delle due ideologie e dei vecchi schemi imperialisti. Solo il Papa lo ripete. Occorre cambiare mentalità e bandire la violenza. Se non ascoltano sarà guerra mondiale.

 

Antonio Socci

 

Da “Libero”, 8 aprile 2022

 

 

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