Non è vero che sull’Afghanistan il centrodestra è incastrato. La soluzione invece è a portata di mano: è possibile rifinanziare la missione nel paese asiatico e al tempo stesso far cadere il governo Prodi che non ha una sua maggioranza neanche su questo aspetto della sua politica estera.
Vedremo come, ma prima ricostruiamo il “trappolone” organizzato dal governo.

Il centrosinistra sa di non avere i voti sufficienti al Senato, perché l’estrema Sinistra non potrà approvare ciò che ha sempre condannato (l’ex Pdci Rossi, per esempio, tuona: “non si capisce perché Berlusconi e Bush sono dei sanguinari e si parla di Prodi come se indossasse i guanti. Vorrei vedere una Sinistra che sta ai fatti”).

Non avendo i voti sufficienti c’è il rischio che il governo salti. Allora i volpini, ovvero gli astuti strateghi dell’Unione, stanno provando a legare le mani all’opposizione, facendosi salvare proprio dagli avversari. In forza dei precedenti.
Il centrosinistra sa infatti che i partiti del centrodestra appoggiano la missione e sa che è loro tradizione votare a favore alle cose che ritengono giuste anche se stanno all’opposizione (come accadde per la missione in Albania, per il Kosovo o per la base di Vicenza), cosa che il centrosinistra non ha mai fatto quando stava a sua volta all’opposizione, squalificandosi come serietà e credibilità.
In forza di ciò, anche se vengono a mancare alcuni voti dell’estrema sinistra, il governo conta di far passare il rinnovo della missione in Afghanistan grazie ai voti del centrodestra, senza pagare dazio.

E’ vero che il presidente Napolitano ha chiesto al governo di avere al Senato una sua maggioranza autonoma anche in politica estera, ed è vero che di fronte all’ennesimo scivolone (con una missione che venisse rifinanziata grazie ai voti determinanti del centrodestra) il governo sarebbe moralmente tenuto a dimettersi, ma la morale per questa Sinistra è solo quella che sta in fondo alle favole e non si schioderanno dalle poltrone per questo.
La risposta infatti è già pronta e l’ha anticipata ieri Fassino: “Se il governo presenta un provvedimento e lo vota il novanta per cento del Parlamento, come si fa ad aprire una crisi di governo?”.

Data questa situazione il centrodestra sembrerebbe in trappola, perché non può votare contro la missione volendo tener fede agli impegni internazionali. Ma la soluzione c’è. Basta che le opposizioni votino una mozione così concepita: “Il Senato approva il rifinanziamento della missione in Afghanistan e invita il governo a prendere atto del venire meno della sua maggioranza politica”.

Votando questa sua mozione e solo questa sua mozione il centrodestra salverebbe la sua dignitosa tradizione politica e la missione in Afghanistan, al tempo stesso si sottrarrebbe al “trappolone”, costringendo il governo a trarre le conclusioni del suo ennesimo flop. Fra l’altro così renderebbe anche un servizio alla credibilità internazionale del Paese perché in questo momento l’Italia non può più permettersi un governo tanto sgangherato a antiamericano.

Nel Paese asiatico la situazione sta precipitando, proprio in queste ore e l’esecutivo Prodi non è nelle condizioni di dare garanzie di affidabilità, basti vedere come è ormai saltata la visita di Prodi a Washington perché la Casa Bianca non ritiene di poter annoverare fra gli alleati seri un governo nelle mani dei Francesco Caruso, dei Bertinotti e dei Diliberto.
Dunque l’occasione è ghiotta per prendere due piccioni con una fava. I piccioni sono: la missione in Afghanistan e la caduta del governo Prodi.
Se il centrodestra si lasciasse sfuggire una simile opportunità sarebbe veramente imperdonabile.

Fonte: © Libero – 7 marzo 2007

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