Il nostro popolo deve far memoria della tragedia vissuta con la pandemia. Fra l’altro proprio in questa dura prova si sono riscoperti valori come la fraternità, l’eroismo, la compassione, un patrimonio da non disperdere oggi con divisioni, conflitti e settarismi insensati alimentati dauna piccola minoranza.

Gli italiani non dimenticano anche perché quella tragedia è tuttora in corso e deve essere definitivamente superata.

Non dimenticano mesi e mesi di bollettini di guerra, con 600 morti al giorno, migliaia di contagiati e ricoverati negli ospedali che scoppiavano, mentre tutti eravamo reclusi in casa e il Paese era paralizzato.

Certo, non è un bel ricordo e si desidera voltar pagina. È comprensibile il giusto e sano desiderio di lasciarsi alle spalle quei mesi d’inferno e ricominciare a vivere e a guardare il futuro. È sacrosanto rimboccarsi le maniche e lavorare più e meglio di prima.

Ma c’è anche una minoranza ideologica che sembra fare la guerra a tutto e a tutti, è divisiva, alimenta un clima di contrapposizione e specialmente fa la guerra alla realtà e non vuole riconoscere che stiamo vedendo l’uscita da quel cupo tunnel grazie ai vaccini e al Green Pass.

Eppure c’è l’evidenza dei numeri. Prendiamo i dati di venerdì scorso, 15 ottobre (il giorno in cui doveva scoppiare la rivolta contro il Green pass).

Mentre il 15 ottobre del 2020, avevamo 8804 nuovi casi (con 163 mila tamponi), il 15 ottobre 2021 abbiamo avuto 2268 casi con 506 mila tamponi fatti. Mentre il 15 ottobre di un anno fa avevamo 83 morti e 586 ricoverati in terapia intensiva, venerdì scorso 42 morti e 357 ricoverati in terapia intensiva.

Ancora meglio i dati di ieri paragonati a quelli del 16 ottobre 2020: 14 morti contro 55, 2983 nuovi casi contro 1010, 352 in terapia intensiva contro 638.

Ma soprattutto, oltre ai numeri (assai eloquenti), è fondamentale la tendenza. Un anno fa, in questi giorni, stava esplodendo la seconda ondata che ha fatto circa il doppio dei morti della prima ondata (infatti al 30 settembre 2020 avevamo avuto circa 35 mila morti, ma a febbraioarrivammo attorno a 100 mila).

Invece oggi la situazione è inversa: la parabola è discendente. La pandemia in Italia è a bassa intensità (siamo uno dei Paesi europei in migliori condizioni) ed è tutto sotto controllo.

A cosa si deve questo radicale cambiamento di scenario che fa intravedere l’uscita dal tunnel? È innegabile, lo si deve ai vaccini e al Green pass.

Quei Novax che, arrampicandosi sugli specchi, lo contestano dimostrano di militare nel “partito preso”, quello che usa i paraocchi del pregiudizio e nega pure l’evidenza.

Di fronte a questi dati incontestabili si inventano le risposte più surreali e alcuni sostengono che è il virus ad aver perso forza e a estinguersi. Ma basta guardare oltreconfine per constatare che non è così: in Romania, per esempio, stanno rivivendo pure quest’anno la “catastrofe” umanitaria che anche noi abbiamo vissuto l’anno passato e arrivano già a 400 morti al giorno. Perché? La Romania ha il tasso di vaccinazione più basso d’Europa (circa il 29 per cento). Questo spiega tutto. Così in altri paesi. Come si fa dunque a non riconoscere che la vaccinazione è decisiva?

Peraltro, sempre i Novax per tutta l’estate hanno contestato l’efficacia del vaccino sostenendo che – pur essendo molto bassi i contagi nell’estate 2021 – lo erano ancor di più nell’estate 2020.

Ma c’è una spiegazione e l’ha fornita – con la sua continua e preziosa opera di informazione medica – il dottor Renzo Puccetti, che è stato docente di Bioetica al Pontificio Ateneo Regina Apostolorum e al Pontificio Istituto Giovanni Paolo II: “nell’estate 2020 provenivamo da 2 mesi e mezzo di lockdown generale che aveva quasi azzerato la circolazione virale, mentre niente di paragonabile sono state le chiusure differenziate giallo-arancione-rosso. Inoltre il virus Delta, con cui abbiamo avuto a che fare in questi mesi, ha un’infettività doppia rispetto a quello che circolava nel 2020. Ci sarebbe poi da spiegare il concetto di covariata…”.

La verità sull’efficacia dei vaccini emerge ora, a metà ottobre, quando i casi, i morti e i ricoverati sono così tanto inferiori a quelli dello stesso periodo del 2020 e non sta esplodendo una nuova ondata come nel 2020.

Peraltro questo fa comprendere pure che se – di fronte alla terribile contagiosità della variante Delta – non avessimo avuto lo scudo vaccinale, avremmo vissuto anche un’estate molto difficile (che avrebbe fermato pure la ripresa economica) oltre ad avere poi un nuovo autunno tragico.

I dati degli altri paesi europei infine dimostrano che, accanto al vaccino, in questa fase, sono necessari anche strumenti come il Green pass adottato dall’Italia. La sua validità è dimostrata da nuovi studi scientifici i quali confermano che i vaccinati – oltre a infettarsi molto meno e a evitare le conseguenze gravi – sono alquanto meno contagiosi e per un tempo inferiore.

Con questa audace strategia, come dimostra l’apprezzamento della stampa internazionale, l’Italia sta diventando un modello per l’Europa e il mondo.

 

Antonio Socci

 

Da “Libero”, 17 ottobre 2021