Come si vince il male che si è scatenato nel mondo con l’ 11 settembrE? I giornali e le tv sono pieni di discorsi e analisi politiche, culturali, militari … Ma per trovare la salvezza bisogna guardare altrone: il 12 settembre, festa del nome di Maria. Padre Massimiliano Kolbe – che ebbe a che fare con i demoni del Novecento – ha spiegato in modo impressionante quanto sia potente anche solo il nome della Madre di Dio: “Lei è la Regina dell’universo. L’inferno La odia e trema davanti a Lei… Se Lucifero potesse invocare, per la propria salvezza, la Santissima Vergine con la sola parola ‘Maria’, raggiungerebbe all’istante il Paradiso”. E’ Lei che può aiutare noi a liberarci dal Male su questa terra… Scriveva ancora padre Kolbe: “Il Regno del S.S.Cuore di Gesù prenderà dominio del mondo attraverso di Lei”

Guliano Ferrara, il 13 settembre, ha giustamente pubblicato l’impressionante discorso del Papa sull’Islam, a Ratisbona (vedi www.ilfoglio.it), ma tutto il viaggio del Papa in Germania dimostra che egli non è arruolabile come cappellano dell’Occidente. E’ un’altra cosa. Per capirlo bisogna fare i conti con Lui: Gesù Cristo.

PREGHIERA DEL SANTO PADRE DAVANTI ALLA MARIENSÄULE

Marienplatz, München
Sabato, 9 settembre 2006

Santa Madre del Signore,
i nostri antenati, in un periodo di tribolazione, hanno eretto qui, nel cuore della città di Monaco, la tua immagine, per affidarTi la città e il Paese. Sulle vie del loro quotidiano volevano incontrarTi sempre di nuovo ed imparare da Te come vivere in modo giusto la loro umana esistenza; imparare da Te come poter trovare Dio e così trovare l’accordo tra di loro. Essi Ti hanno donato la corona e lo scettro, che allora erano i simboli della signoria sul Paese, perché sapevano che così il potere e il dominio sarebbero stati nelle mani giuste – nelle mani della Madre.

Il tuo Figlio, poco prima dell’ora del congedo, ha detto ai suoi discepoli: “Chi vuol essere grande tra voi si farà vostro servitore, e chi vuol essere il primo tra voi sarà il servo di tutti” (Mc 10,43s). Tu, nell’ora decisiva della tua vita hai detto: “Eccomi, sono la serva del Signore” (Lc 1,38) e hai vissuto tutta la tua esistenza come servizio. Questo Tu continui a fare lungo i secoli della storia. Come una volta, a Cana, intercedesti silenziosamente e con discrezione per gli sposi, così fai sempre: Ti carichi di tutte le preoccupazioni degli uomini e le porti davanti al Signore, davanti al Figlio tuo. Il tuo potere è la bontà. Il tuo potere è il servire.

Insegna a noi – grandi e piccoli, dominatori e servitori – a vivere in questo modo la nostra responsabilità. Aiutaci a trovare la forza per la riconciliazione e per il perdono. Aiutaci a diventare pazienti ed umili, ma anche liberi e coraggiosi, come lo sei stata Tu nell’ora della Croce. Tu porti sulle tue braccia Gesù, il Bambino che benedice, il Bambino che pur è il Signore del mondo. In questo modo, portando Colui che benedice, sei diventata Tu stessa una benedizione.
Benedici noi, questa città e questo Paese! Mostraci Gesù, il frutto benedetto del tuo seno! Prega per noi peccatori, adesso e nell’ora della nostra morte. Amen!

Da “Libero” del 13 settembre

TUTTI CONTRO BENEDETTO XVI PERCHE’ …

di Antonio Socci

Ormai è chiaro: Benedetto XVI non è un “teocon”. Dev’essere stato un brutto colpo per il mio amico Giulianone Ferrara. Sabato aveva chiuso il suo tonitruante editoriale per Il Foglio del lunedì titolandolo: “Ci vuole la guerra. E soltanto la guerra”. Era il suo modo scoppiettante di celebrare l’11 settembre. Sennonché domenica, mentre il “de bello” ferrariano andava in stampa, il Papa in Germania celebrava l’11 settembre addirittura dicendo il contrario: “la ‘vendetta di Dio’ è la Croce: il ‘No’ alla violenza, ‘l’amore fino alla fine’ ”. Tanto che i giornali lunedì hanno titolato (sbagliando) così: “Il Papa: l’Occidente spaventa gli altri” (Corriere della sera); “L’Islam teme l’occidente senza Dio” (La Repubblica); “Ratzinger: l’Islam spaventato dal nostro mondo che ignora Dio”.
Va detto che nell’omelia del Papa la parola “Islam” neanche c’era. E non c’era nessuna attenuante per il fondamentalismo islamico (infatti ieri ha condannato di nuovo la “guerra santa” e l’uso della violenza in nome di Dio). Perciò ha ragione Il Foglio quando osserva che “le parole del Papa (di domenica) sono state ampiamente equivocate”. Tuttavia è anche evidente che papa Benedetto XVI non sta facendo il cappellano dell’Occidente che molti si aspettavano. Sia chiaro, lui non ha cambiato posizioni, è sempre il pastore che – alla vigilia del Conclave – tuonava contro la “dittatura del relativismo”, entusiasmando sia Ferrara che Pera.

Solo che lo svolgimento di questa posizione non è “teocon”, ma cattolico, quindi “senza patria”, incompreso a destra e a sinistra. Infatti ancora Il Foglio segnala un curioso attacco concentrico sul Pontefice: “Il Corriere della sera ha infilato ben tre articoli contro il Papa. Magdi Allam, in pratica, lo ha accusato di non aver capito l’11 settembre, affermando che le parole del Pontefice rischiano di essere strumentalizzate dai ‘predicatori dell’odio’. Vittorio Messori, in pratica, lo ha accusato di non aver capito l’Islam e la radice della sua ‘ostilità anticristiana’, che ‘fu tanto più viva quanto più l’occidente si ispirava al Vangelo’. Infine Lucio Villari lo ha accusato, in pratica, di non aver capito l’illuminismo e di negarne il valore per la cultura occidentale. Su Repubblica invece Gad Lerner ha addirittura accusato Joseph Ratzinger di voler ‘quasi prefigurare un nuovo asse globale del sacro’ ”.

Tutti attacchi sorprendenti perché Vittorio Messori fin dall’inizio del pontificato di Benedetto XVI ha rivendicato la sua totale identità di vedute col papa, fino a contrapporlo a Giovanni Paolo II. E all’altro estremo Lerner da sempre invoca ecumenismo, dialogo e “spirito di Assisi”, contrapponendo papa Wojtyla (per lui buono) a Papa Ratzinger (non buono), salvo oggi accusare Benedetto XVI della colpa opposta, quella di cercare quasi un flirt col fondamentalismo islamico. Sono sciocchezze. Proprio ieri il Papa è tornato a condannare severamente il “fanatismo”. Ma anche stavolta il bersaglio non sono solo i musulmani: c’è pure il fanatismo della scienza o quello che si pretende cristiano e cattolico. Così da chiamare tutti a una conversione e da scontentare tutti. Scontenta i cattolici integralisti di tipo vandeano (perché a Valencia non si è messo a scagliare tuoni e fulmini sulle questioni morali per cui loro vanno pazzi). Scontenta i cattolici progressisti perché – riuniti ad Assisi – ha ricordato loro che Francesco non è il prototipo dell’ecologista e del pacifista, ma di colui che si converte a Cristo. Ed è apparso “scomodo” perfino al Meeting di Rimini i cui attuali dirigenti su guerra, pace e Medio Oriente sono su posizioni assai distanti da lui. Ieri ha detto: “Gesù non agisce mai per piacere agli altri. Egli agisce sempre partendo dal Padre, ed è proprio questo che lo unisce a Maria”. Sembra quasi un suggerimento per capire le sue scelte. Non cerca gli applausi, non parla per piacere agli altri. Eppure non intende provocare, è sempre mite pieno di comprensione. Potrebbe dire con Dante “Amor mi mosse che mi fa parlare”. Non a caso proprio all’Amore ha voluto dedicare la sua prima enciclica.

Dobbiamo riconoscerlo è un po’ una sorpresa per tutti noi. E’ fuori da ogni schema. Spiazza sempre. Eppure le parole che dice sono semplici e ci sono familiari come un canto d’infanzia dimenticato. E’ il cristianesimo. Ieri a Ratisbona ha detto: “Dio non ci lascia brancolare nel buio. Egli è tanto grande da potersi permettere di diventare piccolissimo. Dio ha assunto un volto umano, ci ama fino al punto da lasciarsi per noi inchiodare sulla croce, per portare le sofferenze dell’umanità fino al cuore di Dio”.

Se gli intellettuali più interessanti e acuti che ho citato – da Ferrara a Pera, da Magdi Allam a Lerner – vogliono veramente fare i conti con il cristianesimo, non possono più eludere il cuore della questione: Cristo. La sua incarnazione, la sua Croce e la notizia della sua resurrezione. Non i “valori cattolici” o la bioetica o la cultura cattolica o il cattolicesimo come mastice ideologico dell’Occidente. Ma questa domanda: Cristo è il nome di un sognatore sconfitto o dell’unico Signore vincitore? Ferrara in un inciso del suo articolo in favore della guerra ha centrato il problema, anzi lo scandalo: “l’amore impotente”. Ma davvero l’Amore è impotente? In quell’articolo Ferrara ci spiega che siamo in guerra con la barbarie del terrorismo, che “bisogna piantarla di dire che in Iraq la guerra ha diffuso il terrorismo”, che ci sono troppi “disertori”, che parte dell’occidente è per la resa, per la “rinuncia all’identità, in nome di una vaga ‘differenza cristiana’, del dialogo e dell’amore impotente”.

Così – sbagliando – Ferrara fa tutt’uno del pacifismo noglobal e del Papa. E’ un grave errore. Non si può confondere la fuga paurosa di chi si arrende, con la forza non violenta del Crocifisso e dei martiri. Il Papa annuncia “quel Dio che alla violenza ha opposto la sua sofferenza; che di fronte al male e al suo potere innalza, come limite e superamento, la sua misericordia”. Già Nietzsche accusò il cristianesimo di aver castrato le virtù maschie del paganesimo, ma scagliandosi contro il crocifisso ne avvertiva – e lo confessava – la forza misteriosa, l’attrattiva irresistibile. E fu proprio quell’attrazione dei cuori che cambiò la storia umana. Fu proprio quell’amore apparentemente sconfitto, ma sconvolgente, che spazzò via le barbarie pagane e i loro dèi sanguinari. Il potere era tutto su quella croce. Altro che amore impotente. Tempo fa Ferrara mi invitò – con una battuta amichevole – a lasciar perdere i libri sulla Madonna e fare il mio mestiere di “intellettuale cattolico” nell’agone del dibattito politico. Ma cosa si capisce della Chiesa e dei cristiani, nei turbolenti anni che viviamo, se non si conosce Maria? E’ attraverso di lei che Cristo schiaccia la testa al Male, che abbatte i potenti dai troni e innalza gli umili. Padre Massimiliano Kolbe scrisse che “il Cuore di Gesù prenderà dominio del mondo attraverso di Lei”. Eppure, ha ricordato il Papa, lei si disse “serva”, “il suo potere è servire”, lei si carica di tutte le sofferenze degli uomini e le porta davanti al suo Figlio. Però delle sofferenze e delle preghiere dei piccoli, offerte con amore, ha fatto la sua arma per salvare il mondo. E se il mondo non è ancora esploso in una fiammata planetaria, non è per la “sicurezza” che ci è garantita dalle armi, né per le raffinate analisi degli intellettuali, ma per il sacrificio e la preghiera di tanti piccoli e semplici. Che – con Cristo – sono i veri protagonisti della storia.

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