“Un cristiano su sette subisce oggi persecuzioni”, ha dichiarato il nunzio apostolico monsignor Fortunatus Nwachukwu, osservatore permanente della Santa Sede presso l’Onu, alla 52ª Sessione del Consiglio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite.

L’arcivescovo ha ricordato le parole del Papa: “La pace richiede anche il riconoscimento universale della libertà religiosa. È preoccupante che le persone vengano perseguitate solo perché professano pubblicamente la loro fede. In molti Paesi la libertà religiosa è limitata. Circa un terzo della popolazione mondiale vive in queste condizioni”.

Un recente titolo del Foglio (19/2) recitava: “I nuovi martiri della fede”. Sottotitolo: “Dalle chiese assaltate perché rifugio degli oppositori al calvario del vescovo condannato a ventisei anni di galera perché ‘superbo’ e ‘ terrorista’. Cronaca della spietata persecuzione sandinista in Nicaragua”.

Chi si occupa di questa persecuzione o di quelle in Africa, nei regimi comunisti o islamisti? I rapporti annuali dell’associazione “Aiuto alla Chiesa che soffre” cadono nella disattenzione generale perché i diritti dei cristiani non interessano.

Rare voci rompono il silenzio. Filippo di Giacomo, sul “Venerdì di Repubblica” (20/1), ha osservato che, mentre esprimiamo la nostra giusta solidarietà alle donne iraniane, dimentichiamo il vicino Pakistan.

Asia Bibi ha fatto appello al Primo Ministro perché “aiuti le nostre ragazze, abusate sessualmente, convertite con la forza e costrette a sposarsi”. 

Di Giacomo aggiunge: “Anche in Africa, dalla Nigeria al Benin, le giovani cristiane vengono ‘convertite’ a colpi di rapimenti, violenze e torture. Nessuno ne parla, quasi che, credendo in Gesù Cristo, siano tutte figlie di un dio minore”.

Nel suo discorso al corpo diplomatico del 9 gennaio il Papa ha ricordato lestatistiche secondo cui “un cristiano ogni sette viene perseguitato” e ha aggiunto: “esprimo l’auspicio che il nuovo Inviato Speciale della UE per la promozione della libertà di religione o di credo al di fuori della UE, possa disporre delle risorse e dei mezzi necessari per svolgere adeguatamente il proprio mandato… è bene non dimenticare che la violenza e le discriminazioni contro i cristiani aumentano anche in Paesi dove questi non sono una minoranza”.

La UE difenderà finalmente anche i diritti dei cristiani? Speriamo. Nel 2006, il vicepresidente dell’europarlamento, Mario Mauro, fece notare che “negli ultimi dieci anni per ben trenta volte nel Parlamento europeo la Santa Sede è stata denunciata per ingerenza o violazione dei diritti umani. A paragone Cuba o la Cina sono state condannate in media solo quindici volte”.

Già 25 anni fa Michael Horowitz (che non è un cattolico, ma un intellettuale ebreo) osservava che per intellettuali, media e governi l’idea che i cristiani siano oggi delle vittime “semplicemente non è concepibile. Armati della conoscenza dei peccati commessi nel nome della cristianità e orrendamente inconsapevoli del ruolo fondamentale del cristianesimo nella storia dell’Occidente, le élites dei giorni nostri sono indotte a pensare ai cristiani come coloro che perseguitano, non come le vittime”.

Eppure lo sono. Anche la panoramica storica sul Novecento è agghiaccinate. Pubblicai nel mio libro “I nuovi perseguitati” le statistiche della World Christian Encyclopedia (Oxford University press 2001) in cui, fra l’altro, si calcolavano in 45 milioni e 400 mila i “martiri del XX secolo” (13 milioni e 300 mila dal 1950). Una storia da scrivere.

 

Antonio Socci

 

Da “Libero”, 25 marzo 2023

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