Un anno fa, nella disattenzione generale (come capita per le questioni importanti), è stata approvata una modifica della Costituzione, quella stessa Costituzione che – a parole – viene sempre proclamata intoccabile, ma che, nella realtà, è stata ripetutamente cambiata. In peggio.

Sono stati “ritoccati” gli articoli 9 e 41. Le modifiche assecondano l’ideologia dominante, nella UE e nei palazzi del potere, ovvero l’ideologia green che è la nuova soffocante religione occidentale.

All’articolo 9 (“La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”) è stato aggiunto questo comma: “Tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni. La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali”.

Se è giusto tutelare gli animali da maltrattamenti con una legge ordinaria, altra cosa è elevarli – nella loro totalità – a categoria tutelata addirittura dalla Costituzione (peraltro fra gli animali ci sono anche vipere, scorpioni, zecche, topi, lupi, cinghiali, zanzare…).

Ci fu, a suo tempo, qualche obiezione, sull’inserimento della tutela degli animali nella Costituzione, da parte degli allevatori. Ci si chiese se, un giorno, gli animalisti avrebbero potuto appellarsi a questo articolo magari per chiedere la chiusura degli allevamenti di suini o polli e per bandire la carne dalla tavola. Tutti vegetariani?

Altri si domandarono se era il caso di dare tutela costituzionale degli animali, quando non lo si fa per esseri umani particolarmente fragili e vulnerabili. Ma queste obiezioni non ebbero ascolto, infatti le modifiche passarono a stragrande maggioranza. Quindi senza bisogno di referendum confermativo.

All’articolo 41, che riporto, sono state aggiunge le parole che qui inserisco fra parentesi:

“L’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno (alla salute, all’ambiente) alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali (e ambientali)”.

Mercoledì scorso “Repubblica” ha celebrato l’anniversario di queste modifiche con due pagine di intervista a Giuliano Amato, ex presidente della Consulta.

Amato fa propria l’ideologia ambientalista in quell’accezione romantica per cui il pericolo per la natura sarebbe rappresentato dall’uomo. Si dimentica così che è sempre stata la natura stessa la maggiore devastatrice dell’ambiente (eruzioni vulcaniche, terremoti, uragani, inondazioni, epidemie…). Del resto nel mondo animale vige la legge del più forte non certo la tutela delle specie animali…

L’intervistatore di “Repubblica” chiede ad Amato se sarebbe d’accordo con l’idea di “pubblicare sui quotidiani anche i dati sulla quantità di anidride carbonica nell’atmosfera”.

Amato risponde: “In molti guardiamo le previsioni meteorologiche, ignorando le schifezze che ogni giorno entrano nei polmoni. Sarebbe un buon modo per richiamare l’attenzione su questioni essenziali per la sopravvivenza che dissennatamente continuiamo a ignorare”.

Ma l’anidride carbonica (che è nell’atmosfera in natura: l’uomo contribuisce in percentuale infinitesimale) non è una “schifezza”, tanto meno un inquinante o un gas tossico, anzi è, con l’ossigeno, la base della vita sulla terra. E, più che “entrare”, esce dai nostri polmoni. Noi, come gli altri animali, dovremmo smettere di respirare per non emetterla.

D’altra parte oggi si comincia a capire che le modifiche costituzionali di un anno fa non sono innocui manifesti ideologici green. Ma, come fa intuire anche l’intervista di Amato (intitolata: “La politica deve tingersi di verde”), sono porte spalancate alle pesanti direttive green della UE.

Infatti Amato cita espressamente quelle sul bando alle auto con motori a combustione interna e sulle case green come norme da abbracciare con entusiasmo.

Invece Antonio D’Amato, già presidente di Confindustria e oggi presidente dell’European Paper Packaging, con un’intervista al “Sole 24 ore” ha lanciato un allarme che va nella direzione opposta a quella di Giuliano Amato: “Ormai sono diversi anni che l’Europa ha smarrito completamente la strada per la competitività, continuando a inseguire una visione demagogica e populista che porta alla sostanziale deindustrializzazione del nostro Continente… un mix di ideologia, demagogia, estremismo ambientalista” con “una totale assenza di visione strategica” che porterà al “suicidio industriale”.

D’Amato afferma che queste politiche europee hanno oltretutto degli “impatti molto negativi sull’ambiente e sulla salute del pianeta”. L’auto elettrica “ci consegna alla Cina” ed è una scelta “che inquina ancora di più”.

Secondo il professor Alessandro Mangia, costituzionalista, il piano greendella UE è un atto di dirigismo economico che fa impallidire i vecchi piani di elettrificazione forzata dell’Urss di cento anni fa”.

E – mentre ci sono parti economico-sociali della Costituzione che sono state progressivamente e silenziosamente “disattivate” – le modifiche alla Carta dell’anno scorso, dice il professore al “Sussidiario”, si prestano bene “ad eliminare la resistenza che le costituzioni nazionali possono offrire ai nuovi diktat continentali”. Così “le limitazioni ai nostri diritti saranno perfettamente costituzionali”.

E se tornassimo alla Costituzione originaria del 1947-1948?

 

Antonio Socci

 

Da “Libero”, 27 febbraio 2023

 

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