CASA SARTRE

Richard Newbury traccia sulla Stampa (25/8) questo benevolo encomio: “Corto di statura e di vista, pure strabico, aveva labbra tumide, era pieno di macchie e aumentava il suo fascino evitando l’acqua e il sapone. Lo uccise la passione per l’alcol”.

L’adorabile personcina qui amabilmente ritratta è Jean-Paul Sartre.
Newbury recensisce il volume di Carole Seymour-Jones “A dangerous liaison” che illustra “le girandole sessuali” tra Sartre e “la madre del femmininismo”, Simone De Beauvoir la quale “per gestire le infedeltà di lui, seduceva le sue allieve di liceo e gliele passava”.
Il filosofo, a proposito della sua “vita sessuale o emotiva”, disse di se stesso: “per lo più mi sono sentito profondamente e sinceramente uno sporco bastardo. Un bastardo davvero insignificante”.
Insomma due maestri di vita. Ma è storia o pettegolezzo?

( R )ESISTENZALISMO

Newbury, recensendo il libro, non pare accecato dalla simpatia per il vate del ‘68, ma arrivare a parlare di “collaborazionismo” per De Beauvoir e Sartre è sbagliato.
Lei, dice Newbury, “lavorò per la radio nazionale francese controllata dai tedeschi, mentre Sartre si faceva un nome come scrittore in una Parigi boicottata dagli altri scrittori e, peggio di tutto, con scoperta ambizione, fu ben lieto di occupare a Parigi la cattedra di Henri Dreyfus-le-Foyer, licenziato in quanto ebreo”.

Paul Johnson, che pure ha dedicato al filosofo un impietoso ritratto in “Gli intellettuali”, afferma: “Sartre non fu mai un collaborazionista.
Anche se saltuariamente scrisse per un settimanale collaborazionista, Comoedia”.
Pure un altro aspetto va chiarito. Su Wikipedia, nella sua biografia, si legge: “partecipò alla resistenza francese”.
Invece Newbury scrive: “Ignorò la Resistenza, anche quando Parigi stava per cadere”.
Dunque?
Johnson spiega: “Se avesse seguito i dettami dei suoi principi filosofici, avrebbe combattuto il nazismo facendo saltare treni o compiendo attentati contro le SS. Invece no.
Sartre parlava; Sartre scriveva. Partecipava alla Resistenza in teoria, nel pensiero e nello spirito, ma non nei fatti”.
Fondò il gruppo clandestino “Socialismo e libertà”, che “si riuniva per discutere”.
Racconta Jean Pouillon: “Non eravamo dei resistenti a Parigi, eravamo solo un gruppo di amici tutti d’accordo nell’essere antinazisti e nel comunicarlo agli altri”.

Certo, Malraux scrisse: “Io venivo interrogato dalla Gestapo e intanto Sartre, a Parigi, metteva in scena i suoi lavori con l’autorizzazione della censura tedesca”.
Ma collaborazionista non pare.

Oggi Sartre subisce ritratti un po’ pettegoli, che rovistano nel retrobottega, ma in vita ebbe la gloria: “nessun filosofo del nostro secolo” nota Johnson “ha esercitato un’influenza più diretta sul pensiero e sugli atteggiamenti di un grandissimo numero di persone, specie sui giovani, di tutto il mondo”. Appunto…

L’OVVIO DEI POPOLI

Clamorose rivelazioni di Corrado Augias (Repubblica, 30/8): “Gesù non ha mai detto di voler fondare una Chiesa”.
E’ vero. In effetti Gesù ha soltanto detto di voler fondare “la” Chiesa (Matteo 16,18).
Un altro scoop augiesco: “Gesù non ha mai detto di essere unica e indistinta sostanza con suo padre, Dio”.
In effetti Gesù ha “soltanto” detto: “io e il Padre siamo una cosa sola” (Giovanni 10, 30).
Notevole anche il botto finale: “Gesù non ha mai detto di esser nato per intervento di un dio”.
Certamente no: “un dio” con la d minuscola, “un dio” come si dice parlando dei vari dèi greci e romani, questo Gesù proprio non l’ha mai detto.

Ad Augias sembra di aver fatto una sensazionale scoperta e si sente già fra i giganti del pensiero religioso. Forse potrebbe scrivere un nuovo libro, dedicandolo a se stesso, con questo titolo: “I Vangeli, questi sconosciuti”.

Fonte: © Libero – 09 settembre 2008