Maccheronico

Ogni domenica Barbara Spinelli tiene la sua omelia sulla prima pagina della Stampa, che il 15 marzo si apriva con il titolo altisonante del suo editoriale: “Habeas vultus”.
Voleva essere l’evocazione colta dell’ “Habeas corpus” medievale.
Solo che – ha fatto notare Gianni Gennari su Avvenire (17/3) – avrebbe dovuto essere “vultum”. L’errore non è del titolista, ma risale alla Spinelli stessa che lo scrive nell’articolo, insieme all’ “Habeas facies” (che sarebbe “faciem”).

Nell’omelia del 22 marzo, la dotta Spinelli c’informa che “Papa Roncalli annunciò il Concilio il 25 gennaio ‘58”.
Data in cui Roncalli era ancora patriarca di Venezia e il papa vivente si chiamava Pio XII. Infine la stessa erudita editorialista sentenzia che il problema dell’Africa è “il controllo delle nascite” per sconfiggere “il flagello della sovrappopolazione”.
In realtà l’Africa è uno dei continenti meno popolati. Infatti ha il 20,2 per cento delle terre emerse del pianeta, ma è abitata solo dal 14,5 per cento della popolazione mondiale: una densità di popolazione di circa 30 abitanti per chilometro quadrato, mentre in Asia è di 84 e in Europa (fino al fiume Ural) è di 69. In Italia la densità di popolazione è di 199,3 per Km², in Gran Bretagna di 239 e in Olanda di 380.
Per esempio, uno dei paesi africani più vasti, il Sudan, misura 2 milioni e mezzo di Km2 , ovvero è cinque volte la Francia, ma ha 33 milioni di abitanti, mentre la Francia ne ha 60. Storicamente proprio l’aumento della popolazione è stata un motore dello sviluppo. Contrariamente a quanto fa credere il luogocomunismo.

Fatti e parole

Riassumiamo. Il caso è quello della bambina brasiliana di 9 anni, violentata, rimasta incinta e fatta abortire.
Il 18 marzo sulla prima pagina di Repubblica esce un infuocato editoriale dello storico Adriano Prosperi che bombarda a tappeto la Chiesa. L’intellettuale denuncia la “durezza atroce, disumana della condanna ecclesiastica che ha colpito con la scomunica la bambina brasiliana”, aggiunge che “il corpo della donna resta per questa Chiesa un contenitore passivo di seme maschile, un condotto di nascite obbligatorie” e conclude che, per questa Chiesa scomunicante, “l’anima di una bambina brasiliana è meno importante di quella di un vescovo antisemita e negazionista”.

L’indomani su Libero faccio notare che mai quella bambina è stata scomunicata come Prosperi avrebbe facilmente appreso se solo avesse sfogliato qualsiasi giornale, compresa la Repubblica.
In base a una bufala, Prosperi ha messo al rogo la Chiesa facendola passare per un’organizzazione disumana che infierisce con la scomunica su una bambina già vittima di violenza.
Il 20 marzo, stavolta a pagina 34, nascoste fra le lettere, poche righe di Prosperi il quale fa sapere ai lettori di Repubblica che – come dice Socci – “la scomunica ecclesiastica, di cui avevo scritto nel commento su Repubblica di mercoledì, non aveva colpito la bimba brasiliana che è stata fatta abortire”. E conclude: “E’ così. Lo ringrazio per la correzione”.

Caro professore, non deve ringraziare me per la “correzione”, ma chiedersi se si può declassare tutto questo a marginale “correzione”.
Lei ha costruito una requisitoria pesantissima su un fatto non vero, senza neanche fare la minima verifica.
Cosa induce uno storico di rango a comportarsi così contro la Chiesa? Gli intellettuali di sinistra come lei non devono mai chiedere scusa?
Infine mi permetta una domanda: immagino che lei, che proclama con tale fervore la dignità di quella bambina, si sia fatto in quattro per i bambini poveri del Brasile com’è questa fanciulla.
Potremmo conoscere le sue opere? Ovviamente sono pronto a elencare anche ciò che fa per loro la Chiesa, che lei accusa di disumanità. E l’elenco è lunghissimo. Ma sarà interessante il confronto, così da giudicare ciascuno in base ai fatti.

Fonte: © Libero – 24 marzo 2009

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