Caro Direttore (di “Libero”),

i giornali, nella quasi totalità, sono schierati contro il nascente governo e sparano a palle incatenate, da settimane, ancor prima della sua formazione. Dov’è finita l’obiettività? E’ il pregiudizio universale. Non si era mai visto nulla del genere in tutta la storia italiana (la stessa cosa è accaduta negli Stati Uniti contro Trump).

Appare chiaro che i giornali rappresentano le élite, un certo establishment (nazionale e internazionale) che non vuole saperne di piegarsi alla logica della democrazia e della sovranità popolare. Lorsignori vogliono continuare a comandare in barba agli interessi generali del Paese.

E’ normale? A me non sembra. La maggioranza degli italiani si riconosce nel nuovo esecutivo e se tutta la stampa è contro significa che c’è un grave scollamento fra giornali e paese reale. Continua

“Se non hai letto il giornale, sei disinformato. Se l’hai letto, sei male informato”. Questa di Mark Twain è solo una delle tante battute che circolano sulla stampa e sui giornalisti. A tutte le latitudini i media sono guardati con diffidenza, ma in Italia pare che i giornali godano di un discredito tutto speciale.

Hanno provato a studiare il fenomeno e a cercarne le cause Luigi Curini, professore di Scienza politica all’Università di Milano, e Sergio Splendore, ricercatore della stessa Università dove insegna “Communication Research” e “Comunicazione pubblica.

Su un sito autorevole, lavoce.info, che certo non è sospettabile di simpatie per il centrodestra (ci scrivono – per dire – Tito Boeri, Francesco Giavazzi e Tommaso Nannicini, docente della Bocconi e attualmente membro del Nucleo tecnico per il coordinamento della politica economica presso la Presidenza del Consiglio), i due professori, Curini e Splendore, hanno pubblicato uno studio dal titolo provocatorio: “Ma i giornalisti sono troppo di sinistra?”

Il punto di partenza si trova nei dati dei sondaggi periodici di Eurobarometro, dove si rileva la scarsa fiducia degli italiani verso la stampa: negli ultimi 15 anni un cittadino su due dà un giudizio negativo. Il livello di fiducia verso la stampa si attesta sul 43 per cento ovvero quattro punti percentuali meno del resto d’Europa, nel medesimo periodo. Continua