Ieri papa Bergoglio ha fatto appello a tutti: “Vaccinarsi, con vaccini autorizzati dalle autorità competenti, è un atto di amore… è un modo semplice ma profondo di promuovere il bene comune e di prenderci cura gli uni degli altri, specialmente dei più vulnerabili… E contribuire a far sì che la maggior parte della gente si vaccini è un atto di amore. Amore per sé stessi, amore per familiari e amici, amore per tutti i popoli”.

Questo pronunciamento probabilmente è finalizzato a persuadere i fedeli ancora diffidenti. Ma difficilmente convincerà le opposizioni ideologicheal vaccino di alcune frange cattoliche. Anzi, potrebbe avere l’effetto opposto.

Perché la disastrosa caratteristica di molti cattolici novax è proprio quella di fare di tutta l’erba un fascio, mescolando questioni politiche, sanitarie e religiose in un confuso minestrone, paventando oscuri disegni di una planetaria dittatura biotecnocratica”, di cui tutti i poteri sarebbero in qualche modo complici e di cui i vaccini rappresenterebbero l’aspetto più minaccioso. Continua

Il discorso bergogliano di Firenze ha d’un solo colpo cancellato il pontificato di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI riprecipitando la Chiesa italiana nel devastante marasma clericoprogressista degli anni Settanta, proprio gli anni in cui Paolo VI – isolato e inascoltato – denunciava il “fumo di Satana” entrato nel tempio di Dio e la furia autodemolitrice scatenatasi nella Chiesa. Quelli furono gli anni più cupi della storia della Chiesa italiana e ci stiamo tornando.

Bergoglio peraltro è così a digiuno di riferimenti culturali e privo di solide basi teologiche che in quel discorso fiorentino ha preso abbagli incredibili. Ho già segnalato quello sul don Camillo di Guareschi, un goffo autogol.

Il professor Pietro De Marco (QUI pubblicato da Sandro Magister con una breve introduzione) mostra pure come siano del tutto sbagliati e rovesciati anche i suoi riferimenti polemici a gnosi e pelagianismo.

Passano pochi giorni e arriva l’eccidio di Parigi… Continua