Giovanni Paolo II ancorava l’amor di patria al comandamento: “Onora tuo padre e tua madre”. Un pensiero profondo, bellissimo, e ancora tutto da sviluppare.

  •                                          *                                       *                                 *

“Quando si farà l’Europa unita, i francesi ci entreranno da francesi, i tedeschi da tedeschi e gli italiani da europei”. La battuta di Indro Montanelli è la perfetta illustrazione dell’europeismo delle élite progressiste che hanno dominato in Italia in questi decenni.

Le quali – oltre all’idea di Patria – delegittimano addirittura la difesa dell’interesse nazionale che invece le classi politiche degli altri Paesi difendono vigorosamente.

Giustamente Ernesto Galli della Loggia, sul “Corriere della sera”, ha lamentato la cancellazione dell’identità nazionale che abbiamo subìtosempre più convinti a sproposito della presunta assoluta inattualità dell’idea di nazione (si provino gli illustri membri dell’Ispi o dell’Aspen a organizzare un seminario su tale inattualità a Parigi o a Berlino: si provino, si provino)”.

Spesso si “scomunica” il patriottismo sovrapponendolo al nazionalismo, ma è come confondere il polmone con la polmonite. Hanno caratteristiche e origini ben diverse.

È stato un papa, Giovanni Paolo II, a riproporre nel nostro tempo il valore del patriottismo, insegnando ad amare le patrie terrene come prefigurazione della patria celeste (e questo orizzonte trascendente è un antidoto ai nazionalismi). Continua

“Che bello! E’ il teletrasporto!”. Così esclamò mio figlio, dodicenne, appassionato di tecnologie, fantascienza, computer, effetti speciali (va matto per il 3D).

Ma espresse quella sua meraviglia dopo avermi sentito parlare non di tecnologia, bensì di San Tommaso d’Aquino che stavo leggendo per un mio libro su Giovanni Paolo II. Continua