Una bambina di dieci anni dà lezione di saggezza a un mondo scolastico intriso di multiculturalismo “politically correct” e soprattutto dà lezione di cristianesimo ai vertici clericali e vaticani. Due episodi, avvenuti in simultanea, diventano emblematici.

Nelle stesse ore in cui il vertice della Cei e le associazioni cattoliche ufficiali – spinte da papa Bergoglio – si lanciano direttamente in politica, in difesa dell’Unione Europea più laicista e anticattolica, mentre – da “Avvenire” – lanciano una crociata contro le identità, buttando a mare le “radici cristiane” della nostra storia, una bimba di una scuola veneta, con mitezza e semplicità, fa capire a tutti che è assurdo, nella recita natalizia, cancellare il nome di Gesù da una canzone di Natale per non urtare la sensibilità di bambini di un’altra religione. Ha scritto: “A Natale è nato Gesù e noi lo vogliamo dire a tutti”.

E’ puro buon senso, dal momento che si festeggia il Natale appunto perché è la nascita di Cristo. Ma oggi è un tempo in cui anche le cose più elementari e ovvie vengono cancellate. Verrebbe da dire con la Bibbia: Con la bocca dei bimbi e dei lattanti/ affermi la tua potenza contro i tuoi avversari,/ per ridurre al silenzio nemici e ribelli”.

La “lezione” è anzitutto per i vertici clericali, il Vaticano e la Cei, che ormai si stanno tuffando in un’assurda impresa politica la quale ha come capisaldi l’immigrazionismo, il “politically correct” e questa Unione Europea che cancella le “radici cristiane”, le identità, le tradizioni e le sovranità dei popoli. Continua