Auto (gol)

Il Tg5 di sabato, alle 20 aveva un titolo emblematico, un vero segno dei tempi. Accostava due notizie provenienti, nello stesso giorno, dal mondo dello sport (che poi è un concentrato del nostro tempo e dei suoi veleni).
Ecco la prima notizia. Un famoso e importante dirigente della Formula 1, il miliardario Bernie Ecclestone, ha rilasciato dichiarazioni che hanno sconcertato su Hitler e altre cose discutibili sulla democrazia.
Francamente la reazione non è stata quella attesa. Doveva esserci una sollevazione di tutto il mondo dell’automobilismo e dello sport e invece quasi da solo il Congresso mondiale ebraico ha chiesto le sue dimissioni.
L’interessato ha replicato ieri con la solita “precisazione” che parla – com’era prevedibile – di “grande malinteso” e prova a mettere una toppa di dubbia efficacia: “In quell’intervista abbiamo parlato di strutture e di come a volte possa essere positivo prendere decisioni senza limitazioni di sorta”. Ha pure aggiunto a proposito di Hitler: “Mi è stato domandato se conoscessi un dittatore e io mi sono limitato a dire che prima dei suoi orribili crimini agì con successo contro la disoccupazione e la crisi economica”.

Goleada

La seconda notizia, che il tg5 ha legato alla prima, annunciava invece un provvedimento punitivo preso sempre nel mondo dello sport.
Il presidente della Fifa, lo svizzero Blatter, ha mandato un “ammonimento” alla Federcalcio brasiliana dopo la vittoria della nazionale carioca nella finale della Confederations Cup.
Di quale “crimine” si erano macchiati i giocatori? Semplice: a partita conclusa (particolare molto importante) si sono messi in cerchio e abbracciati hanno ringraziato Dio insieme per quel momento di gioia.
La ridicola “ammonizione” della Fifa ha preso spunto dalla segnalazione della federazione danese che si è sentita allarmata per quel terribile gesto di fede.
Con tutte le manifestazioni e i simboli di violenza, intolleranza e fanatismo che si vedono negli stadi, pare che la preghiera cristiana sia quella che merita il pugno di ferro.
Sì, la preghiera cristiana, perché non risulta che sia stata fatta un’analoga segnalazione e sia stato inviato un analogo ammonimento alla nazionale egiziana i cui giocatori platealmente, nella partita con l’Italia, si sono prostrati nel prato per ringraziare Allah.
Questa particolare antipatia per i cristiani è ricorrente in Europa, a tutti i livelli, specie fra le elite.
Il giurista ebreo-americano J. H. Weiler ha definito il clima del nostro continente “cristianofobia” nel libro “Un’Europa cristiana”. Fenomeno che è stato illustrato, nelle sue mille manifestazioni, da George Weigel in “La cattedrale e il cubo” e da Philip Jenkins in “The new Anti-Catholicism”.

Fischi e fiaschi

Naturalmente c’è anche un contributo originale dei giornali.
La Repubblica (4/7), descrivendo la scena della preghiera dei brasiliani, ha scritto. “Fosse stata una preghiera islamica, è il caso di dirlo, apriti cielo. Invece la faccenda è passata quasi sotto silenzio, almeno da noi”.
Risponde Michele Brambilla, sul Giornale (5/7): “davvero stupefacente lo stravolgimento dei fatti e della realtà. Qui, è il caso di dirlo, è accaduto esattamente il contrario di quel che fa intendere Repubblica. Il cielo si è aperto proprio contro la preghiera cristiana dei brasiliani, mentre nessuno, tantomeno la Fifa, ha detto bah per una manifestazione altrettanto plateale e anch’essa trasmessa in mondovisione, cioè la preghiera islamica dei calciatori egiziani”.
I quali non risulta si siano affatto offesi della preghiera dei loro colleghi brasiliani, come i cristiani brasiliani non si sono affatto offesi del ringraziamento ad Allah fatto dagli egiziani.
In pratica siamo di fronte alla solita intolleranza del partito laicista della tolleranza.
L’unico divieto è sempre contro chi si mostra cristiano.

Fonte: © Libero – 07 luglio 2009

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