Altre notizie sul libro si possono trovare nel sito delle Edizioni Cantagalli con un’anticipazione del volume ( QUI )

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Oggi il dibattito sul cristianesimo è focalizzato su temi e problemi che sono secondari rispetto al cuore della fede, secondo il cardinale Robert Sarah che rappresenta una parte importante della Chiesa.

Con il libro “Catechismo della vita spirituale” (pp. 336, euro 25, Edizioni Cantagalli) egli afferma con forza che c’è un fondamento da cui i cristiani devono ripartire: l’unico essenziale. Lo vedremo.

GLI ERRORI

Sarah elenca gli errori da cui i cattolici devono guardarsi: la trasformazione della Chiesa in una Ong con “una serie di ‘valori’ facili da smerciare sul mercato del mondo”, l’esagerato interventismo su temi sociopolitici (clima, immigrazione), “strizzare l’occhio al pensiero globalista”, il soggettivismo (“ciascuno elabora la propria dottrina”), le divisioni fra credenti, l’“opprimente burocrazia” clericale che soffoca la vita cristiana. Ci sono poi gli orribili scandali di una minoranza di sacerdoti.

In realtà spesso c’è anche un sincero desiderio di presenza cristiana, con fermenti positivi e belle opere di carità. Ma Sarah ha sempre presenti le parole di Gesù: “Senza di me non potete far nulla” (Gv 15,5).

L’ESSENZIALE

Perciò indica dove e come è presente oggi il Salvatore: “Dio non ci lascia soli. Viene in mezzo a noi, dà forma alla sua Chiesa, nutre la nostra anima. I sacramenti sono lo strumento che Dio ha scelto per toccarci con la sua grazia. Come il cieco lungo la strada, gridiamo: ‘Signore, che io riabbia la vista!’ (cfr. Mc 10,51). Allora, mosso da compassione, Cristo tocca i nostri occhi con le sue mani. Attraverso segni fisici esteriori, Egli compie nella nostra anima l’opera divina della grazia. Si dona a noi e diventa nostra vita. Ci chiede di seguirlo. A ciascuno di noi dice: ‘Seguimi’”.

Non c’è dunque da escogitare strategie o piani pastorali, ma solo da “entrare in un’avventura prodigiosa dove la nostra stessa vita si nutre della vita di Dio offerta a tutti gli uomini nei sacramenti” con cui “Cristo ci ha preso per mano per portarci in Paradiso. Ecco la fonte della nostra gioia!”.

I sacramenti – spiega Sarah – sono i gesti “fisici” con cui Gesù continua, come duemila anni fa, a guarire l’anima e il corpo dell’uomo per renderlo felice.

Dalla presenza e dall’amicizia di Cristo fioriscono in noi la vera carità e uno sguardo nuovo su tutto, che significa cultura, arte e anche capacità di contribuire in modo originale alla costruzione della polis.

MISSIONARI

Inoltre – spiega Sarah – da lì sgorga la capacità di abbracciare le domande e le prove della vita: “Siamo felici della sua divina felicità. Ci ha reso la gioia di essere salvati… Pacificati, felici, fiduciosi, porteremo al mondo intero la gioia della salvezza. Annunceremo la fede e i sacramenti della fede a tutte le nazioni. Non ci perderemo in lunghi discorsi e in vani ragionamenti. Risplenderemo per la presenza divina che abbiamo ricevuto, saremo testimoni della salvezza che ci è stata donata”.

Così i cristiani, secondo il cardinale, incontrano le domande vere che stanno nel cuore di tutti gli uomini, le domande sul senso del vivere, sulla sofferenza e la morte, sul bisogno di amare ed essere amati, sulla nostra naturale fragilità che inclina verso il male e ha bisogno del perdono: “Tra le tante cose che si fanno con generosità nella Chiesa, una sola è necessaria: annunciare il Vangelo… con la sola certezza che Gesù Cristo è risorto, che è vivo in mezzo a noi, e che la sua presenza è fonte inesauribile di amore, di verità, di misericordia e di pace”. Questo è il futuro della Chiesa.

 

Antonio Socci

 

Da “Libero”, 28 gennaio 2023

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