Confrontate questo pensiero di papa Bergoglio con la pagina di Pio XII (che esprime il Magistero costante della Chiesa) e con le parole del Santo Curato d’Ars

BERGOGLIO

“Solo quando Cristo è stato capace di piangere ha capito il nostro dramma”
Papa Francesco
(Discorso a Manila 18.1.2015)

LA CHIESA

Cristo ci ama con una conoscenza infinita e una carità eterna.
Il Figlio Unigenito di Dio, già prima dell’inizio del mondo, con la sua eterna infinita conoscenza e con un amore perpetuo, ci ha stretti a se. E perché potesse manifestare tale amore in modo ammirabile e del tutto visibile, congiunse a sé la nostra natura nell’unione ipostatica donde avviene che “in Cristo la nostra carne ami noi”, come, con candida semplicità, osserva Massimo di Torino (Serm. XXIX; Migne, P. L., LVII, 594).
In verità, questa amantissima conoscenza, con la quale il divin Redentore ci ha seguiti sin dal primo istante della sua Incarnazione, supera ogni capacità della mente umana, giacché, per quella visione beatifica di cui godeva sin dal momento in cui fu ricevuto nel seno della Madre divina, Egli ha costantemente e perfettamente presenti tutte le membra del Corpo mistico e le abbraccia col Suo salvifico amore. O ammirabile degnazione della divina pietà verso di noi; o inestimabile ordine dell’immensa carità! Nel presepio, sulla Croce, nella gloria eterna del Padre, Cristo ha presenti e congiunti a Sé tutti i membri della Chiesa in modo molto più chiaro e più amorevole di quello con cui una madre guarda il suo figlio e se lo stringe al seno, e con cui un uomo conosce ed ama se stesso.
Pio XII
(Enciclica Mystici Corporis Christi)

 

“ll buon Dio è così sensibile alla perdita di un anima che ha pianto prima che avesse due occhi per piangere; ha preso in prestito gli occhi dei profeti per piangere la perdita delle nostre anime”.

Santo Curato d’Ars

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