Nell’ultimo scorcio del 2024 sembra sia aumentato il numero dei cosiddetti “atei devoti” (o agnostici devoti). L’esternazione più clamorosa è l’intervista pubblicata dal Corriere della sera, il giorno di Natale, con questo titolo: “Momento tragico, la gente non ascolta più le parole del Vangelo”.

A parlare non è un vescovo, ma Massimo Cacciari: “il Giubileo è una bella notizia che dovrebbe far gridare di gioia, il momento della conversione… E invece…”. Il filosofo spiega che la tragedia è la “scristianizzazione”, ovvero il “fatto che non si ascoltano più le parole di Gesù. Puoi benissimo non credere in Dio, non credere che Gesù sia il Logos che sta presso Dio eccetera, ma… qui non c’entra la ‘morte di Dio’ alla Nietzsche. Sono le parole del Vangelo, le Beatitudini, il Samaritano, che oggi tacciono”. Continua

Il vino ha a che fare con il divino. Perché fa capire una cosa importante del cattolicesimo. Non a caso Gesù fece il primo miracolo, alle nozze di Cana, proprio con il vino e l’ultimo suo gesto supremo – l’istituzione dell’eucaristia – insieme al pane ebbe di nuovo al centro il vino che da duemila anni – nella liturgia cattolica – diventa il salvifico sangue di Cristo.

È una considerazione un po’ spericolata, ma viene in mente leggendo il libro-intervista che Jon Fosse, Premio Nobel per la letteratura 2023, ha scritto con Eskil Skjeldal, Il mistero della fede (Baldini-Castoldi). Continua

In Vaticano è appena iniziato il “Sinodo sulla sinodalità”: una tale Babele, confusa e autodistruttiva, che è stata ribattezzata da qualcuno “Casinodo”.

Nei giorni scorsi il cardinale Raymond L. Burke ha dato la chiave di lettura più realistica dell’evento: È purtroppo molto chiaro che l’invocazione dello Spirito Santo da parte di alcuni ha per scopo il far andare avanti un’agenda più politica e umana che ecclesiale e divina”. Continua