Cento anni fa, nel 1925, veniva pubblicato, a puntate, il romanzo Uno, nessuno e centomila di Luigi Pirandello. L’autore lo definiva come “più amaro di tutti, profondamente umoristico, di scomposizione della vita”. In effetti è un’opera che rappresenta bene la svolta culturale e spirituale che si verificò all’inizio del Novecento.
Sono gli anni che vedono pure l’irrompere della psicoanalisi e della nuova fisica di Einstein che mette in discussione i pilastri del pensiero moderno (il tempo e lo spazio come grandezze indipendenti e assolute). Continua