I media, in gran parte Giornale Unico del conformismo nazionale, sintonizzati sulle frequenze del Pd, hanno creduto e hanno fatto credere (per dirne solo alcune degli ultimi anni): che l’euro sarebbe stato il migliore dei mondi possibili e che – rinunciando alla sovranità monetaria – saremmo vissuti in un’Europa dove scorre latte e miele; che era doveroso andare a fare la guerra in Libia e il caos lì scatenato – da Francia, Inghilterra e Stati Uniti – sarebbe stato salutare; che lo spread del 2011 era di colpo salito alle stelle a causa del bunga bunga; che Monti e la Fornero hanno salvato l’Italia; che con i nostri soldi (tanti) hanno salvato la Grecia (ma chissà perché a gioire sono state le banche tedesche e francesi) e che la Grecia ora scoppia di salute; che l’eurocrazia di Bruxelles pretende il nostro dissanguamento, ma lo fa per il nostro bene, per farci diventare più civili; che la Germania la fa da padrona in Europa e ci mette i piedi in testa, ma solo perché loro sono nobili e generosi europeisti; che l’Italia è oggi in piena ripresa economica anche se non ce ne accorgiamo e anche se la povertà sta aumentando; che per colpa di Trump moriremo tutti di caldo a causa del riscaldamento globale per cause umane, anche se quest’anno la neve è arrivata a novembre e da decenni la temperatura media è stabile. Continua

Nell’attacco conformista dei media a Trump c’è un bersaglio polemico speciale: Stephen K. Bannon, lo stratega del nuovo presidente.

I media – che hanno militato per Hillary Clinton – hanno fatto di lui una sorta di “uomonero”, un Rasputin, ricorrendo ai più stantii codici della demonizzazione.

D’altronde i media sono parte dell’establishment e come tali sono trattati da Trump e da Bannon. Il quale Bannon è un tipo che si rivolge al “New York Times” e agli altri fogli liberal affermando che sono “media delle élite” e non hanno “nessuna autorità” per dire ciò che gli americani vogliono dal nuovo presidente.

Bannon afferma che il sistema mediatico è stato letteralmente “umiliato” dal voto degli americani ed è oggi – di fatto – “il partito di opposizione” dell’attuale amministrazione. Continua

Abbiamo, in Italia, un centrodestra bigotto e giornali di centrodestra baciapile? Lo ha scritto Filippo Facci nel suo corsivo di qualche giorno fa su Libero e siccome quelle di Filippo sono spesso provocazioni interessanti ci ho riflettuto.

Mi sembra che la risposta sia “no”. Quanto ai cosiddetti “giornali di centrodestra”, direi che Facci ha confuso il bigottismo con il pluralismo, nel quale – finché non saranno cacciati nelle catacombe – hanno diritto di cittadinanza pure i cattolici.

La caratteristica di questi giornali è proprio la polifonia, la convivenza di culture e opinioni diverse, anche molto anticonformiste.

Infatti trovi in prima pagina il laico Facci, ma anche il cattolico Farina. Sull’eutanasia, per esempio, Vittorio Feltri ha, notoriamente, un punto di vista favorevole e si confronta di solito con opinioni diverse.

Non mi pare che capiti abitualmente nei giornali “illuminati” dal sole del progresso.

Dare spazio a idee differenti – perfino a quelle dei cattolici – non credo che si possa giudicare un disvalore o un crimine di bigottismo. Almeno per ora. Continua

Da oggi il sud del Sudan è finalmente uno stato libero e indipendente (se non verrà strozzato nella culla).

Lì è stato perpetrato l’ultimo genocidio del Novecento, ma un genocidio ignorato dai media e dal “partito umanitario” nostrano. Forse perché le vittime non erano “politically correct”, trattandosi di neri cristiani e animisti. Continua

Uno tsunami di chiacchiere, un’alluvione di sciocchezze e pure idiozie, una tracimazione di banali o ridicoli “secondo me” che pretenziosi sentenziano su tutto e tutti… Continua