Dunque aveva ragione Paolo Savona. Il tempo è galantuomo e dopo appena un mese si sta verificando esattamente quello che l’economista sardo aveva previsto, quello che voleva prevenire e che proponeva di governare: l’implosione dell’Unione Europea.

Tale preveggenza, che doveva essergli riconosciuta come un merito, gli è invece costata cara. Per essa infatti ha dovuto rinunciare al ministero del Tesoro su cui avevano posto il veto Mattarella e la Germania.

Adesso si scopre quanto Savona aveva visto giusto e quanto le sue proposte sarebbero (o saranno) utili all’Italia e alla stessa Europa. Infatti quelli che cominciano domani – secondo un’opinione diffusa – potrebbero essere i dieci giorni che sconvolgeranno l’Unione Europea, ossia quella costruzione tecnocratica e poco democratica che è stata imposta a Maastricht nel 1992. Continua

Che l’Italia si trovi ad essere fuori dai Mondiali di calcio – che ci hanno sempre visto protagonisti e molte volte vincitori – provoca un senso di frustrazione e umiliazione. Anche perché il calcio è stato l’unico modo in cui gli italiani per anni hanno potuto esprimere il loro patriottismo e il loro orgoglio nazionale.

I Mondiali ci hanno permesso di sventolare il tricolore nelle strade (riconoscendosi tutti in esso) cosa che – in tutti gli altri giorni dell’anno – esponeva al sospetto, se non all’accusa, di fascismo. La stessa parola Patria è bandita da tempo.

Per una strana coincidenza – che ancora una volta intreccia il Calcio con la nostra storia politica – questa esclusione dai Mondiali sembra arrivare come suggello finale di un periodo in cui l’Italia non solo ha perso colossali quote di sovranità (politica ed economica), ma si è anche fatta umiliare in tutti i modi possibili.

Grazie a una classe dirigente subalterna agli stranieri e inadeguata siamo stati trattati da scendiletto e gli altri paesi e le nomenklature europee si sono sentite in diritto per anni di darci ordini, tirarci pedate, affibbiarci ammonimenti, rimbrotti e perfino insulti. E il nostro interesse nazionale è andato a ramengo.

Ma – per una strana coincidenza – l’Italia s’è desta, si sta destando, proprio negli stessi giorni in cui inizia il Mondiale che ci vede esclusi. Infatti si è insediato a Roma un governo che per la prima volta da molti anni non si fa mettere i piedi in testa e lo fa capire al mondo con molta decisione. Un governo a “trazione Salvini”. Continua

La “guerra economica” scoppiata fra gli Stati Uniti e l’Unione Europea è molto di più di una controversia dovuta all’inaudito surplus commerciale tedesco. Molto più di una questione di dazi: è il ritorno della Storia.

Infatti la Germania, che di certo è un grande Paese, ora è tornata ad essere anche un grande problema. Non solo per l’Europa, ma pure per gli Stati Uniti. E Trump ha tutta l’intenzione di vincere il braccio di ferro con la Merkel, ridimensionando i disegni imperiali tedeschi (già la Brexit è andata in questa direzione: la Gran Bretagna è storicamente ostile agli imperi continentali).

La Germania perderà il confronto con gli Usa e potrebbe essere un duro colpo per tutta l’attuale Unione Europea di Maastricht (da non confondere con la Comunità europea originaria). Continua

Il film che va in onda in questi giorni ha dell’incredibile. La Germania lamenta le intollerabili interferenze degli elettori italiani (tramite Lega e M5S) nella formazione del nuovo governo di Roma a cui – a quanto pare – provvedono da Berlino, come si fa con una colonia.

Infatti da Berlino fanno sapere che non tollerano ministri a loro sgraditi. E’ tutto alla luce del sole, basta leggere i giornali.

E’ scandalizzata la Frankfurter Allgemeine Zeitung” per l’insubordinazione degli italiani verso i tedeschi: “L’Italia vuole un nemico della Germania al governo”. Continua