Il “New York Times” ne ha subito scritto, essendo un fatto eccezionale. Ma sui giornali italiani io oggi non sono riuscito a trovare nemmeno una riga sull’avvenimento di ieri in Polonia (unica eccezione “Libero” dove è uscito questo mio articolo). Un silenzio collettivo che di fatto è una censura. Ma la cosa più scandalosa è la censura totale che dell’evento hanno fatto il giornale dei vescovi “Avvenire” e tutti i media vaticani e para-vaticani. Segno che Bergoglio è furioso con questa Polonia che manda più di un milione di suoi figli alle frontiere a pregare il Rosario in memoria della vittoria cristiana di Lepanto contro l’invasione musulmana e in memoria del centenario del messaggio della Madonna a Fatima. Non resta che meditare il Vangelo di oggi dove Gesù ammonisce duramente i vignaioli infedeli che si appropriano della vigna di Dio. Durissimo avvertimento agli ecclesiastici (P.S. Confrontate il finale della parabola di Gesù di oggi con quello che gli attribuisce Bergoglio nell’Angelus: l’esatto contrario).

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Ieri, in Polonia, un milione di persone, assiepate lungo tutti i confini nazionali, hanno recitato insieme un immenso rosario popolare.

L’iniziativa – ignorata dal Vaticano – è stata chiamata: “Rosario al confine”.

Nel Paese di Karol Wojtyla le frontiere sono sentite ancora come importanti: per difenderle sono morti tanti polacchi. Lì le parole “patria” e “identità nazionale” (e quindi interesse nazionale) non sono ritenute “bestemmie”, come purtroppo sta accadendo da noi. Lì orientano le scelte dei governi. Continua

E’ accaduto in una città polacca della Slesia, Legnica, che prende il nome dalle sue miniere di lignite. E’ un evento enorme, ma si è verificato in sordina.

Il 25 dicembre del 2013, nella chiesa parrocchiale di San Jacek, durante la Messa di Natale, il sacerdote distribuisce la comunione e un’ostia consacrata cade inavvertitamente per terra.

Secondo le norme in questi casi si raccoglie la particola e la si pone dentro il tabernacolo in un bicchiere d’acqua dove di lì a poco si dissolverà.

Così hanno fatto. Ma dieci giorni dopo, il 5 gennaio del 2014, uno dei sacerdoti si accorge che l’ostia c’è ancora e, in una sua parte, è diventata rosso sangue. Viene avvertito il vescovo che – passate due settimane – istituisce una commissione di studio.

Si prelevano alcuni campioni dalla zona rossa della particola e si sottopongono a rigorose analisi del Dipartimento di Medicina Legale che – alla fine degli esami di laboratorio – trae queste conclusioni: “Nell’indagine istopatologica si è scoperto che i frammenti di tessuto contengono parti frammentate di muscolo striato. L’insieme assomiglia molto al muscolo cardiaco, con le alterazioni che appaiono di frequente durante l’agonia. Gli studi genetici indicano l’origine umana del tessuto”. Continua

E’ il febbraio 1974. In Francia esce “Arcipelago Gulag”, monumentale atto d’accusa contro il comunismo. Su Aleksandr Solgenitsyn si scatena la tempesta.

Quello di Breznev è un comunismo marcio, ottuso, tirannico e fallimentare che a Praga ha soffocato la “primavera” con i carri armati e in Polonia ha represso gli scioperi del dicembre 1970 facendo sparare sugli operai.

Le mummie comuniste del Cremlino fanno fronte al dissenso interno – oltre che con i lager – inventando i “manicomi politici”.

Ugo Finetti ricostruisce nel suo volume “Botteghe Oscure” (Ares), cosa accade nel Pci – guidato da Enrico Berlinguer – dopo che, il 12 febbraio, Solgenitsyn viene arrestato ed espulso dall’Urss come “diffamatore della patria” e “marionetta al servizio del fascismo e della reazione”. Continua