Concordo con Vittorio Feltri: la Sinistra è morta. Quella che oggi si definisce “Sinistra” abita ai Parioli e bolla come populisti i poveri delle periferie che un tempo furono la base sociale del Pci.

Per capire quando e perché si è prodotta la sostituzione (o il tradimento) bisogna risalire agli anni Settanta e rileggere due intellettuali eretici: Pier Paolo Pasolini e Augusto del Noce.

Nei giorni scorsi Davide Rondoni, su “Avvenire”, riportava queste parole che attribuiva a Pier Paolo Pasolini, dal discorso (letto dopo la sua morte) per il Congresso del Partito Radicale del 1975: “Io profetizzo l’epoca in cui il nuovo potere utilizzerà le vostre parole libertarie per creare un nuovo potere omologato, per creare una nuova inquisizione, per creare un nuovo conformismo e i suoi chierici saranno chierici di sinistra”. Continua

E’ già successo in Gran Bretagna per la Brexit e negli Stati Uniti per l’elezione di Trump. Anche da noi le élite usano lo sbrigativo anatema del “populismo” per delegittimare e silenziare il malessere del popolo. Quel popolo a cui l’articolo 1 della Costituzione attribuisce “la sovranità” che gli hanno in gran parte sottratto.

Il disagio sociale che dilaga in Italia (il Censis lo ha chiamato “rancore” per il declassamento sociale subito) è lo stesso che, negli Stati Uniti, ha portato Donald Trump a vincere. Le élite puntavano sulla candidata “progressista” Hillary Clinton, mentre Trump ha dato voce ai “dimenticati”, al ceto medio massacrato dalla globalizzazione e dalla crisi, ai lavoratori senza più lavoro, scomparsi dai radar di Obama e della Clinton

Da noi il “massacro sociale” della globalizzazione ha assunto la forma dell’Euro e dell’Unione Europea (che poi è una Super Germania).

E’ incredibile che ci si ostini a non vedere il disastro di questi venti anni “europei” tanto acclamati dalle nostre élite: la media annua della crescita economica dal 2000 ad oggi è zero, la produzione industriale è crollata di circa 20 punti percentuali, migliaia di imprese chiuse, abbiamo il 35 per cento di disoccupazione giovanile, due milioni di italiani che guadagnano meno del minimo salariale e tre milioni a nero; i “poveri assoluti” sono più che raddoppiati, circa 5 milioni, e – se sommati ai poveri relativi – superano i dieci milioni. Sono nuovi poveri: il 25,8 per cento delle famiglie con un reddito da partita Iva – secondo la Cgia di Mestre – è sprofondato sotto il livello di povertà. Continua