LA UE RILEGGA TOYNBEE

Ecco le solite “raccomandazioni” dell’Unione Europea. Non è ancora finita la pandemia e già si riparla di riattivazione del Patto di stabilità nel 2023 e di richiamo dell’Italia al rigore. Non a caso Wolfgang Schäuble torna a “bombardare” Draghi e l’Italia e si intravede in controluce il futuro conflitto fra Germania e Mario Draghi che però non rappresenta solo l’Italia.

Su “Limes” si legge: “Gli Stati Uniti temono che il modello di sviluppo tedesco, di cui la divisa dell’Eurozona è funzione, destabilizzi il loro impero europeo”.

La storia e la geopolitica possono aiutarci a capire. Arnold J. Toynbee, nel suo classico “Civilization on Trial” del 1948, scriveva: “In un’Unione Europea che escluda tanto gli Stati Uniti d’America quanto l’Unione Sovietica… la Germania deve venir fuori, e al sommo, presto o tardi, in un modo o in un altro, anche se questa Europa unita dovesse presentarsi all’inizio con una Germania disarmata, decentralizzata o addirittura divisa”.

E ancora: “In qualunque forma la Germania fosse inclusa, all’inizio, in una Unione Europea che non comprendesse né l’America, né la Russia, di tale Europa essa diverrebbe, a lungo andare, la padrona: e quando la supremazia non potuta raggiungere con la forza in due guerre, fosse venuta alla Germania, sia pure, questa volta, per vie pacifiche e graduali, nessun Europeo non tedesco potrà credere che i Germanici, col potere a portata delle loro mani, avrebbero la saggezza di trattenersi dal ricominciare  ad agitare la frusta e a giocar di speroni”.

 

L’OVVIO DEI POPOLI

Il professor Francesco Forte, in un’intervista al Sussidiario.net, dice del Recovery fund: “credo che la priorità data ai progetti green non sia determinata tanto dalla volontà di contrastare i cambiamenti climatici, ma dall’interesse economico dei Paesi che comandano in Europa per poter riconvertire le proprie industrie e ottenerne un vantaggio”.

Quali saranno i Paesi che comandano?

 

(DIS)UNIONE EUROPEA

Che l’Europa di Maastricht sia contestata perfino dagli europeisti dovrebbe far riflettere. Il costituzionalista Gaetano Azzariti ha dato alle stampe “Diritto o barbarie” (Laterza) dove sostiene addirittura che il Trattato di Maastricht (1992), che sta alla base della Ue, rappresenta un “cambiamento di paradigma” che tradisce gli ideali europeisti esaltati nel “Manifesto di Ventotene” di Altiero Spinelli, perché ha preteso di imporre l’integrazione politica dell’Europa attraverso l’integrazione economica.

Maastricht, secondo Azzariti, rappresenta “l’abbandono di ogni disegno di una Europa democratica e sociale, per affermare al suo posto un ordinamento dominato dalle ragioni della finanza, dalla stabilità dei mercati e dei bilanci”.

Va però sottolineato che è stata la Germania a volere questa dottrina alla base dei Trattati. Così ha affermato il suo primato.

 

ERETICI

Davide Brullo, in un articolo sul Giornale (27/5), ha rievocato la collaborazione di Anthony Burgess, al quotidiano di Montanelli. Ricorda che lo scrittore inglese, autore di Arancia meccanica, “nel 1989, invitato a Venezia dal Parlamento Europeo, se ne uscì così: ‘la lingua comune all’Europa non può essere l’inglese, né tanto meno l’esperanto: bisogna lavorare per un ritorno al latino’. La presero per una battuta. Era serissimo”.

Un altro pensiero di Burgess: “l’Europa è stata unita fino a che Lutero non ha affisso le sue tesi sul portone della cattedrale di Wittenberg e Giovanni Calvino non ha messo in discussione il principio del libero arbitrio”.

 

Antonio Socci

 

Da “Libero”, 5 giugno 2021

 

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