Pochi conoscono, fra le apparizioni della Madonna a Roma, quella avvenuta il 12 aprile del 1947 (oggi è l’anniversario), alle Tre Fontane, sulla strada per l’Eur, proprio dove nel 67 dC fu martirizzato san Paolo.

Il protagonista è Bruno Cornacchiola, che a quel tempo aveva 34 anni. La storia di questo “ragazzo di vita” sembra uscire da un film neorealista ed è ambientata in quelle misere borgate romane, fatte di baracche, poi raccontate da Pasolini. La sua era stata fino a quel momento, a tutti gli effetti, “una vita violenta”.

Verso il 1936 (in pieno ventennio) comincia a frequentare il Partito comunista clandestino e “i compagni, sapendo che era senza lavoro, gli proposero una vera e propria operazione di spionaggio: arruolarsi come volontario nella Missione militare Italiana in Spagna, che il governo fascista stava organizzando… per passare informazioni ai combattenti repubblicani del Fronte popolare”.

Così scrive Saverio Gaeta nel volume – appena uscito – “Il veggente: il segreto delle Tre Fontane” (Salani editore) che poi racconta come il Cornacchiola – in quella spericolata avventura -diventò amico di un soldato tedesco e si convertì al protestantesimo più ferocemente anticattolico.

Tornato in Italia, Bruno sfoga la rabbia che aveva dentro (e che rendeva turbolenta anche la sua vita familiare) accostando alla militanza politica l’apostolato protestante.

Proprio per i suoi infuocati sentimenti anticattolici, quel 12 aprile 1947, portando i suoi figli a giocare nel bosco delle Tre Fontane, stava preparando un discorso “contro i dogmi di Maria”.

E lì, in un anfratto sudicio, di solito rifugio di coppiette, prima ai suoi bambini e poi a lui appare la “Bella Signora”.

APPARIZIONE

Lei teneva nella mano destra una Bibbia e ai suoi piedi “c’erano un drappo nero simile a una tonaca e pezzi di un crocifisso, il medesimo che Cornacchiola aveva frantumato in casa al rientro dalla Spagna nel 1939”.

L’uomo ricorda che quel giorno “la Madre divina” lo rimprovera “perché la perseguitavo, essendomi fatto nemico di Dio, militando nelle sette protestanti. Mi invita amorosamente a rientrare nella Chiesa cattolica, apostolica, romana, promettendo benedizioni e guarigioni a tutti coloro che con fede entrano o si aspergono di questa terra benedetta”.

Bruno si converte e quello che riferisce farà scalpore sui giornali del tempo. Pio XII lo riceverà, con tenerezza paterna, e lui gli confesserà la sua precedente ostilità. Ma il veggente è stato anche incaricato dalla Madonna di consegnare un messaggio al Pontefice.

Gaeta lo pubblica nel suo libro mostrando anche i richiami che vi sono sia al Terzo Segreto di Fatima, sia alle future lacrime di sangue della Madonna di Civitavecchia.

La preoccupazione materna della Madonna – che alle Tre Fontane si presenta come “Vergine della Rivelazione” – è dolorosamente concentrata su drammatici eventi futuri riguardanti Roma, la Chiesa e il papato.

Non si paventano solo fatti tragici per un mondo che ha abbandonato Dio, con cenni alla minaccia islamica (“ma perché gli uomini responsabili non vedono l’invasione dell’Islam in Europa?”).

Soprattutto incombe una terribile minaccia alla vera fede cattolica, un’apostasia che sembra riguardare il cuore stesso della cristianità (“l’ira di Satana non è più mantenuta: lo Spirito di Dio si ritira dalla Terra, la Chiesa sarà lasciata vedova, ecco il drappo talare funebre, sarà lasciata in balìa del mondo”).

MESSAGGI SUCCESSIVI

Scrive Gaeta: “Era soltanto il primo di una sessantina di messaggi, sogni e profezie che il veggente avrebbe continuato periodicamente a ricevere fino a pochissimi mesi prima della morte, avvenuta il 22 maggio 2001”.

Avendo lavorato sulle sue agende e i suoi appunti, Gaeta pubblica per la prima volta queste inedite profezie che vanno dal sequestro e l’uccisione di Aldo Moro, all’attacco alle Torri gemelle di New York, passando per l’attentato a Giovanni Paolo II, il quale avrà lo stesso atteggiamento di simpatia di Pio XII verso il Cornacchiola e verso le Tre Fontane, dove oggi sorge un santuario (già dal 1956 Papa Pacelli “consentì il culto pubblico, affidando ai francescani minori conventuali la custodia della grotta e della cappella adiacente”).

Il Cornacchiola addirittura riuscì ad avvertire papa Wojtyla prima del secondo (e poco noto) attentato del 1982: quella volta fu scongiurata la tragedia, ma – osserva Gaeta – l’episodio fu “una straordinaria conferma postuma della veridicità di quella premonizione”.

Il centro del “messaggio” delle Tre Fontane – e delle premonizioni del Cornacchiola – riguarda tuttavia le minacce dell’eresia e dell’apostasia alla vera fede cattolica: “Figli miei, la salvezza non è riunire tutte le religioni per farne un ammasso di eresie e di errori… Gli uomini devono vivere la Chiesa e non la Chiesa vivere di loro. Gli uomini devono essere persuasi della verità… La dottrina della Chiesa è di Cristo… Non cambiate la dottrina, ma cambiate i vostri cuori a vivere essa dottrina per la salvezza vostra e del prossimo”.

Parole assai distanti da quello che si sente oggi nel Vaticano di Bergoglio.

Nelle pagine del Cornacchiola ci sono parole durissime che il Cielo rivolge agli ecclesiastici modernisti, quelli che vogliono “adeguare” la Chiesa ai tempi, cioè distruggerla (già nel messaggio del 1947 si dice: “L’Eucaristia sarà un giorno dissacrata e non più creduta la presenza reale di Mio Figlio. False ideologie e teologie!”).

IL PAPA ERETICO

Infine l’episodio più inquietante ed enigmatico è descritto così dal Cornacchiola in data 21 settembre 1988:

“Quello che ho sognato non si avveri mai, è troppo doloroso e spero che il Signore non permetta che il Papa neghi ogni verità di fede e si metta al posto di Dio. Quanto dolore ho provato nella notte, mi si paralizzavano le gambe e non potevo più muovermi, per quel dolore provato nel vedere la Chiesa ridotta a un ammasso di rovine”.

Quello che viene prefigurato qui era già stato annunciato, più o meno chiaramente, in altri eventi soprannaturali dell’epoca moderna, dall’apparizione della Salette, in Francia, alla famosa visione che ebbe papa Leone XIII. E’ un incubo che percorre la vita della Chiesa dell’ultimo secolo.

Ma è possibile? Il diritto canonico ha sempre ammesso la possibilità di un papa eretico, ma – a parte alcuni parziali episodi dei secoli passati – non si è mai verificato pienamente questo evento.

La possibilità di un Papa che “nega ogni verità di fede e si mette al posto di Dio” ha un sapore apocalittico e richiama alcuni passi profetici delle Sacre Scritture.

Tanto è vero che c’è una profezia ufficiale che fa parte della stessa rivelazione pubblica (quindi per i cattolici è “di fede”, non è opinabile come le apparizioni e le rivelazioni private).

La Chiesa l’ha riportata addirittura al n. 675 del Catechismo della Chiesa cattolica (quello firmato da Giovanni Paolo II e dal cardinale Ratzinger), quindi è veramente seria:

Prima della venuta di Cristo, la Chiesa deve passare attraverso una prova finale che scuoterà la fede di molti credenti. La persecuzione che accompagna il suo pellegrinaggio sulla terra svelerà il ‘Mistero di iniquità’ sotto la forma di una impostura religiosa che offre agli uomini una soluzione apparente ai loro problemi, al prezzo dell’apostasia dalla verità. La massima impostura religiosa è quella dell’Anti-Cristo, cioè di uno pseudo-messianismo in cui l’uomo glorifica se stesso al posto di Dio e del suo Messia venuto nella carne”.

Naturalmente non è affatto detto che la “premonizione” avuta dal Cornacchiola abbia a che fare con questa autentica profezia biblica. Inoltre non si conosce il suo tempo.

Peraltro certi avvertimenti profetici sono condizionati – come accadde a Ninive nella Bibbia – quindi sono sottoposti alla libertà dell’uomo che può sempre convertirsi (e scongiurare la catastrofe) oppure può disobbedire a Dio e quindi avverarla.

In ogni caso lo scoop di Gaeta in questi giorni circola in rete e fa molta impressione. Un segno dei tempi.

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Antonio Socci

Da Libero, 12 aprile 2016

 

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