E’ noto che – per superare i disastri dell’euro – da qualche tempo Berlusconi propone l’introduzione in Italia di una “moneta parallela”. Idea che sui giornali e nel dibattito pubblico è stata snobbata come una trovata insensata fatta solo per venire un po’ incontro ai “no euro” di centrodestra.

Ma adesso – per quanto sorprenda – a definire e a rilanciare l’idea della “doppia moneta” è la rivista “Micromega” (nell’ultimo numero appena uscito in libreria), cioè proprio l’accademia dell’antiberlusconismo.

A dire la verità la rivista diretta da Paolo Flores d’Arcais rivendica una sorta di primogenitura dell’idea, avendo pubblicato nel 2015 l’eBook “Per una moneta fiscale gratuita. Come uscire dall’austerità senza spaccare l’euro” con la prefazione e l’avallo di Luciano Gallino che considera questa idea un primo passo dello Stato per riprendersi la sovranità monetaria. Continua

Forse non si riflette bene sulla festa del Sacro Cuore di Gesù (che è oggi). E’ facile relegarla fra le devozioni e le tradizioni, oltretutto poco comprensibili se si pensa a quell’iconografia strana, con il cuore circondato di spine che fa un po’ impressione….
Invece la Chiesa – veramente grande nell’amore del Suo Sposo – ci fa soffermare su qualcosa di immenso…
Quante volte, di fronte a una persona di grande generosità, di eroica carità, diciamo: “ha un cuore grande!”, oppure “Che cuore!”.
Beh… pensare a Gesù in questo senso è abbagliante… Che cuore bisogna avere per abbandonare la gloria divina e farsi carne, vivere da uomo, nella miseria della condizione fisica di ogni essere umano, poi accettare l’odio il disprezzo, gli insulti, gli sputi, le più disumane sevizie e la morte, PER AMORE di quegli stessi che lo stanno torturando, per salvarli e farli eternamente felici?
“Padre perdona loro, perché non sanno quello che fanno…”, proprio nel momento in cui gli uomini scatenano su di lui la più diabolica cattiveria
Che CUORE bisogna avere per perdonarli sempre, sempre, sempre, per mendicare instancabilmente da loro una briciola di amore, Lui che è il re dell’universo ed è l’onnipo tente Dio?
Come fa ad avere un CUORE che arde di amore appassionato per delle creature cattive, ingrate, meschine, egoiste, criminali?
George Bernanos ha scritto una cosa che mi ha sempre colpito: «Verrà un giorno in cui gli uomini non potranno pronunciare il nome di Gesù senza piangere».
CHE CUORE BISOGNA AVERE PER PROVARE COSI TANTA COMPASSIONE DI NOI, DELLA NOSTRA CONDIZIONE INFELICE E SOFFERENTE, DA PRENDERE SU DI SE’ TUTTO IL MALE DEL MONDO, PUR DI RENDERCI FELICI? E ANCHE PER RENDERCI COME LUI, PARTECIPI – CON IL NOSTRO SI – ALL’AVVENTURA DELLA SALVEZZA UNIVERSALE…
Stamani, presto, sono stato ad Assisi, sulla tomba di san Francesco: credo che lui sia fra i pochi ad aver capito l’immensità del Cuore di Gesù.
Quando san Francesco, sul monte della Verna gridava e piangeva “l’Amore non amato! l’Amore non è amato!”, è a Gesù che pensava e a tutta la nostra cattiveria e ingratitudine. E così quando, alla fine della vita, ai suoi frati, diceva: “DOBBIAMO ANCORA COMINCIARE AD AMARE GESU’…”.
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Pochi mesi fa ci siamo commossi per il piccolo Aylan, il bambino siriano fotografato morto su una spiaggia turca (con i familiari aveva cercato di raggiungere la Grecia).

Tutti i media del pianeta rilanciarono quell’immagine in prima pagina e tutti si dissero indignati per un mondo dove si lasciano morire i bambini così.

Ebbene, oggi, per salvare la vita del bambino Charlie Gard, che sta in Gran Bretagna, si può ancora fare qualcosa, ma nessuno sembra voler fare una battaglia in difesa della sua vita.

Fra i pochi c’è mia figlia Caterina e devo dire che imparo sempre molte cose da lei. Continua

Giuliano Amato – oggi giudice costituzionale – è una personalità importante e intelligente dell’establishment e, intervistato ieri dal “Corriere della sera”, fa capire benissimo qual è la strada da percorrere (esattamente opposta a quella da lui indicata).

Parlando delle elezioni francesi – per esempio – inneggia a Macron grazie al quale il voto di protesta – secondo Amato – avrebbe abbandonato i “populisti” e sarebbe rientrato nei binari giusti (cioè si sarebbe fatto di nuovo abbindolare dall’establishment, votando Macron, il candidato del Palazzo e della Merkel).

Sfugge ad Amato un piccolo dettaglio: in Francia il 51,29 per cento degli elettori ha deciso di non andare nemmeno a votare. Significa che solo il 48,71 per cento degli elettori francesi si è recato ai seggi. Se questa non è protesta, se questo non è un gravissimo segno di malessere della democrazia francese, davvero non si capisce più nulla.

Non solo. In quel 48 per cento dei francesi che hanno votato, Macron – il beniamino delle élite – si è preso circa il 32 per cento, che corrisponde al 15,39 per cento del totale degli elettori. I suoi voti effettivi dunque rappresentano una piccolissima parte della Francia. Continua

Gli scivoloni del luogocomunismo “politicamente corretto” sono spesso assurdi e comici: “ce lo chiede l’Europa” va insieme a “non ci sono più le mezze stagioni” e “un tempo qui era tutta campagna”.

Prendiamo l’enfasi sulla scienza e sul clima: “lo dice la scienza, signora mia”.

Ma quale scienza? La scienza ci dice che il clima sulla terra (e sugli altri pianeti) cambia per ragioni naturali legate soprattutto alle attività solari. E non bisogna confondere i cambiamenti climatici con l’inquinamento.

CHE TEMPO CHE FA

Antonino Zichichi da scienziato non crede (come molti altri) alla storia catastrofica del “riscaldamento globale” causato dall’uomo: “infatti su Marte la Nasa registra variazioni climatiche senza che ci sia alcuna attività umana. Sbagliare sull’evoluzione del clima vuol dire buttare a mare miliardi di dollari/euro”.

Non merita ascolto? Allora prendiamo un Nobel come Carlo Rubbia: tempo fa ha parlato al Senato sul cosiddetto riscaldamento globale per cause umane e anche lui ha detto cose del tutto diverse da quelle che vengono propagandate da anni dalle caste europee, dai media e da papa Bergoglio.

Rubbia è uno scienziato che, per il suo lavoro scientifico, si è guadagnato il Nobel per la Fisica, mentre Bergoglio è perito chimico. E infatti si crede al secondo.

Così tutti gridano allo scandalo per la decisione di Trump di sfilarsi dal Trattato di Parigi. Trump sarebbe responsabile della distruzione del pianeta.

Eppure i dati dicono che negli ultimi quindici anni le temperature dell’aria sulla superficie terrestre non sono aumentate affatto (anzi) e proprio mentre aumentavano di molto le emissione umane di anidride carbonica (Co2).

Si noti peraltro che le emissioni di CO2 provocate dall’uomo sono solo il 4 per cento del totale: per gran parte sono emissioni d’origine naturale. L’anidride carbonica è fondamentale per la vita sulla terra: ne hanno bisogno le piante che così alimentano tutti gli esseri viventi. Continua

A corredo del mio articolo (qua sotto) suggerisco la lettura di QUESTO editoriale di Matthew Schmitz uscito su “First Thing”.

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Il “vescovo vestito di bianco” (come Bergoglio si è definito a Fatima), ieri ha attaccato frontalmente il papa, Benedetto XVI che – per restare alla visione del “Terzo segreto” – somiglia molto all’altro protagonista di quella profezia: “il Santo Padre mezzo tremulo, con passo vacillante, afflitto di dolore e di pena”.

L’ATTACCO

Durante l’omelia di Santa Marta – quella in cui lancia messaggi, fulmini e avvertimenti – Bergoglio ha preso spunto da una lettura della messa, che parlava del congedo di san Paolo dalla comunità Efeso, per scagliarsi contro “il pastore che non sa congedarsi e si crede il centro della storia”.

Così ha sintetizzato la Radio Vaticana. E “Vatican Insider” – sito ultrabergogliano – ha titolato allo stesso modo: “Il vescovo deve sapersi congedare, non è il centro della storia”. Sottotitolo: “Il Papa a Santa Marta: il pastore deve lasciare bene, non ‘a metà’… e ‘senza appropriarsi del gregge’ ”.

“Vatican insider” ha provveduto a illustrare l’articolo con una foto dove si vede Bergoglio in elicottero: è un richiamo esplicito al volo in elicottero con cui il 28 febbraio 2013, dopo la “rinuncia”, Benedetto XVI lasciò il Vaticano per Castelgandolfo.

I due titoli sintetizzano bene la durissima omelia dove in effetti il papa argentino se l’è presa (senza nominarlo) con Ratzinger, “il pastore che non impara a congedarsi”.

Bergoglio indica l’esempio di san Paolo che “non ha fatto del suo gregge un’appropriazione indebita”. Come l’apostolo – dice Bergoglio – non bisogna credersi “il centro della storia, della storia grande o della storia piccola”, ma solo “un servitore”.

Perché ha rivolto questo duro attacco contro Benedetto XVI? In altre occasioni aveva citato proprio il silenzio del papa emerito come esempio di distacco e di discrezione. Ma in questi giorni Benedetto XVI ha parlato. Perciò è diventato il bersaglio da colpire. Continua

Nella foto papa Bergoglio che riceve in dono da Evo Morales la falce e martello dove è rappresentato il crocifisso (la stessa immagine è riprodotta sul medaglione che Morales ha messo al collo di Bergoglio come onorificienza).

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Il nuovo presidente della Cei voluto da papa Bergoglio, il card. Gualtiero Bassetti, come ha notato ieri Vittorio Feltri, di fronte all’eccidio dei 35 cristiani egiziani compiuto dai terroristi, se n’è uscito dicendo: “Non sono le religioni che provocano violenze e terrorismo”.

Eppure proprio l’editoriale dell’“Avvenire” (quotidiano della Cei) ieri spiegava che quei poveretti sono stati uccisi perché “hanno chiesto loro di rinunciare a Cristo e di diventare musulmani. Se avessero accettato li avrebbero risparmiati, ma hanno rifiutato”.

Dunque perché Bassetti parla di “religioni” (al plurale)? Non sono tutte la stessa cosa. C’è la religione dei carnefici e c’è quella delle vittime. Non si possono confondere vittime e carnefici.

La causa della strage è stata proprio religiosa: l’odio per la fede cristiana. Con buona pace di Bassetti.

Del resto dopo aver affermato che non sono “le religioni” a compiere questi orrori, il cardinale ha aggiunto: “sono loro schegge impazzite”. Ma “loro” e “schegge” sono al plurale. Quindi ci sarebbero “schegge impazzite” di tutte le religioni che fanno massacri?

A Bassetti risulta che vi siano organizzazioni di terroristi cattolici che uccidono quei musulmani che non si fanno battezzare in Chiesa? Continua

Oggi è uscito il mio libro, “La casa dei giovani eroi”. Qui la bellissima recensione di Benedetto Frigerio (che ringrazio). Qua sotto l’anticipazione del capitolo su Annalena Tonelli apparsa su “Libero”.

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Una grande sorpresa è stata per me scoprire (…) che fra i primi a far conoscere da noi questo straordinario cammino di riabilitazione (il metodo Doman) fu una persona dal cuore davvero grande (…).

Il nome di Annalena Tonelli non dirà nulla al grande pubblico. (…) Ma la sua storia è eccezionale e credo proprio che la Chiesa la farà santa.

Annalena nacque a Forlì nel 1943. Fin da giovane fu una cattolica molto impegnata: mentre studiava, lavorava per i più poveri della sua città, ma col cuore al mondo intero, fondando il Comitato per la lotta contro la fame nel mondo.

A Forlì si occupò degli emarginati nei quartieri più abbandonati, dei bambini con handicap e degli orfani.

La sua vocazione missionaria era nata in lei addirittura da piccola. Così infatti l’ha raccontata: «Scelsi di essere per gli altri: i poveri, i sofferenti, gli abbandonati, i non amati, che ero bambina e così sono stata e confido di continuare a essere fino alla fine della mia vita. Volevo seguire solo Gesù Cristo. Null’altro mi interessava così fortemente: Cristo e i poveri in Cristo. Per Lui feci una scelta di povertà radicale».

Da giovane ragazza cattolica, a Forlì, negli anni Sessanta, era un vulcano di iniziative, soprattutto – come ho detto – nelle opere di carità e di assistenza.

Va ricordato che la sua era la generazione del ’68, ma mentre gran parte dei suoi coetanei pretendeva di cambiare il mondo con le ideologie (di solito aberranti), con le chiacchiere e spesso con la violenza, lei, appena laureata – a pieni voti – in Giurisprudenza nel 1969, perseguiva il sogno di partire, come missionaria laica, per il Terzo Mondo per donare tutta la propria vita, silenziosamente, per i più poveri e derelitti.

Non si pensi però a una persona che è tutta presa dall’attivismo sociale. Fin da giovane per lei «la preghiera, l’adorazione del Santissimo – a cui dedica ore, frequentando varie chiese della città – sono il segreto di quella inesauribile, lucidissima energia» (Fagiolo D’Attilia- Zanini, Annalena Tonelli. Un amore più forte di ogni odio, San Paolo).

Questo sarà il suo segreto sempre, fino all’ultimo dei suoi giorni.

Nonostante l’opposizione della famiglia nel 1969 riesce a imbarcarsi e va a Nairobi, in Kenya, come insegnante d’inglese nelle scuole dei Missionari della Consolata.

«Partii decisa a “gridare il Vangelo con la vita” sulla scia di Charles de Foucauld che aveva infiammato la mia esistenza». Continua

Dalla terza di copertina:
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“(…) Questo libro racconta, in modo commovente e anche umoristico, la storia di una famiglia alle prese con questo straordinario percorso (il metodo di riabilitazione americano di Caterina) che punta alla rinascita.
Ma racconta anche l’eroismo di tanti bambini, padri e madri che sono stati feriti dalla vita e ce la mettono tutta per riconquistare quella libertà negata da un corpo che li imprigiona.
Queste pagine sono il diario personale, familiare e spirituale di una grande avventura nutrita quotidianamente da tante altre storie di fede, di speranza, di carità e di coraggio a cui Caterina e la sua famiglia guardano come a grandi esempi di vita e grandi testimonianze di fede. La scelta di ogni giorno è quella di vivere tutto con speranza e non arrendersi mai”.
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Dalla quarta di copertina:

IL RACCONTO STRAORDINARIO DI UNA RINASCITA.
Un diario personale, familiare e spirituale, che abbraccia tutti, genitori e figli, e invita ad affrontare le prove della vita con amore e coraggio.

Continua

L’intervento con cui Benedetto XVI torna pubblicamente a pronunciarsi sulla vita della Chiesa, ha scatenato durissime reazioni, in linea con il clima di pesante intolleranza instaurato da Bergoglio e dal suo establishment (vedi QUI l’articolo di Marco Tosatti). Il mio commento intende mettere a fuoco la “svolta” di papa Benedetto.

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Il ritorno di Benedetto XVI (che forse non ha mai lasciato il papato): questa è la sensazione di molti cattolici. Sono bastati due suoi sorprendenti interventi per provocare la rabbia dell’attuale establishment bergogliano e – dall’altra parte – l’entusiasmo dei tanti credenti (smarriti e confusi) che ora riconoscono finalmente la voce del vero pastore.

Tre settimane orsono, in un messaggio al convegno sul suo pensiero politico voluto dal Presidente della Repubblica della Polonia e dai vescovi di quel Paese, Benedetto XVI aveva centrato “una questione essenziale per il futuro del nostro Continente” cioè “il confronto fra concezioni  radicalmente atee dello Stato e il sorgere di uno Stato radicalmente religioso nei movimenti islamistici”.

Papa Ratzinger aveva affermato che questa tenaglia fra laicismo (o ateismo marxista) e islamismo, due concezioni sbagliate, “conduce il nostro tempo in una situazione esplosiva, le cui conseguenze sperimentiamo ogni giorno. Questi radicalismi esigono urgentemente  che noi sviluppiamo una concezione convincente dello Stato, che sostenga il confronto con queste sfide e possa superarle”.

Era un evidente richiamo al suo storico discorso di Ratisbona che – non a caso – aveva fatto infuriare un certo laicismo di casa nostra e un certo mondo islamista.

Inoltre in queste ore è stato reso noto un altro intervento di Benedetto XVI che sta provocando un vero terremoto in Vaticano. Continua