Caro Antonio Socci,

ho letto  il suo articolo ( QUI ) sul tema della pace e il richiamo che fa al messaggio di Papa Francesco, purtroppo ad oggi ancora inascoltato da chi ha o potrebbe avere in mano le sorti della pace in Ucraina. Non mi trova d’accordo però quando cita un mondo associativo cattolico che, a sua detta, sarebbe stato in questi mesi silente e sembrerebbe svegliarsi solo ora, in particolare con la grande manifestazione di pace in programma per sabato prossimo, 5 novembre, a Roma.

Le Acli hanno fatto sentire la propria voce fin da subito, con una netta condanna dell’aggressione da parte della Russia e con una richiesta, anche al precedente Governo, di avviare subito una via diplomatica per raggiungere la pace.

A partire dal 5 marzo 2022, con la prima grande manifestazione per chiedere lo stop alla guerra, all’interno della Rete pace e Disarmo che riunisce il mondo associativo di stampo cattolico e non, siamo sempre stati in prima linea per chiedere con forza la pace e l’avvio di tutti i canali diplomatici possibili, quando invece l’unica soluzione paventata, anche sui media, sembrava solo quella di inviare armi.

Per manifestare la nostra vicinanza al popolo ucraino e, allo stesso tempo, cercare di aiutare concretamente una popolazione che ha subìto un attacco ingiusto e ingiustificato,  dopo un viaggio a Leopoli, abbiamo inviato prima 25.000 farmaci salvavita ad un ospedale  e, proprio qualche settimana fa, tre ambulanze, di cui una già equipaggiata per le urgenze pediatriche.

Nel frattempo non si sono mai fermate le manifestazioni che in estate e anche nel mese di ottobre, sono state soprattutto a carattere locale, con i circoli e le sedi provinciali Acli impegnate su tutto il territorio nazionale.

La manifestazione del 5 novembre  non è contro o a favore del Governo o in appoggio o meno a qualche partito, ma è una manifestazione di tutte le donne e gli uomini di buona volontà che vogliono dire stop alla guerra e l’unico rumore che vogliono far sentire è il grido della pace

Emiliano Manfredonia

(Presidente nazionale Acli)

 

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Caro Manfredonia,

io non mi riferivo alle (sacrosante) iniziative di solidarietà con il popolo ucraino, in cui le Acli si sono lodevolmente distinte. Né parlavo dell’ovvia condanna dell’invasione russa.

Lei sa che su questo concordano tutti. C’è anche l’entusiastico plauso di coloro che (a cominciare da Stoltenberg) hanno puntato su armi e sanzioni, alimentando con le loro dichiarazioni incendiarie la logica bellicista. Non mi riferivo neanche a qualche manifestazione locale “per la pace” che le Acli hanno organizzato.

Nel mio articolo invece mi domandavo se i cattolici “hanno mai manifestato contro il governo Draghi sulla guerra”.

Il punto è questo perché obiettivamente – incurante della richiesta delle Acli – Draghi non ha lavorato per la trattativa, ma, anzi, è stato determinante nel portare la UE sulla linea più oltranzista della Nato, di fatto alimentando il conflitto e la logica della guerra.

Eppure la critica o l’opposizione dei cattolici alle scelte di Draghi, nelle piazze e sui media, non si è vista.

La grande mobilitazione nazionale, con i sindacati, per il “cessate il fuoco subito” è partita solo ora, in particolare (sarà un caso) da quando il governo Draghi non è più in carica e si è insediato un esecutivo di centrodestra.

Leggo che, alla manifestazione del 5 novembre, aderiscono “ufficialmente” Alleanza Verdi Sinistra, Articolo 1 e M5S (“Sole 24 ore” del 20 ottobre). “Avvenire” il 1° novembre ha informato che “in piazza ci sarà anche il Pd”che “ha sciolto le riserve”. E ci saranno pure Rifondazione comunista e Unione popolare.

Ma una manifestazione per il “cessate il fuoco subito” e la messa al bando di tutte le armi nucleari, a cui partecipano gruppi che dicono cose diverse o totalmente contraddittorie, manda un messaggio confuso e assurdo che si presta alle strumentalizzazioni politiche.

Avreste almeno dovuto evitare la presenza dei partiti che hanno votato tutto quello a cui voi vi opponete. Invece avete dichiarato che “i politici saranno i benvenuti in piazza”.

Le associazioni cattoliche vanno in piazza con queste parole del Papa: “La vera risposta non sono altre armi, altre sanzioni, altre alleanze politico-militari ma un’altra impostazione, un modo diverso di governare il mondo e di impostare le relazioni internazionali”.

Ma accanto a voi, nella stessa manifestazione, ci sarà chi, come il PD, ha voluto e votato l’invio di armi e le sanzioni: il Pd con il suo ministro Guerini ha rappresentato la linea più bellicista e col suo segretario Letta ha sospettato di putinismo tutti coloro che (per esempio su armi e sanzioni) hanno usato la stessa logica espressa dalle parole del Pontefice (il caso più recente è quello del presidente della Camera).

Chi, come il Pd, da febbraio, ha trasformato il conflitto russo-ucraino in una guerra apocalittica del Bene contro il Male, rendendo impossibile una discussione pacata e scomunicando chiunque invitava al dialogo e al compromesso, viene in piazza con voi con una generica invocazione per la pace, ma mantenendo le proprie posizioni e il proprio voto per armi e sanzioni.

Possibile che non avvertiate la contraddizione, l’ambiguità e l’evidente strumentalizzazione politica di quella piazza?

 

Antonio Socci

 

 

Da “Libero”, 3 novembre 2022

 

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