Con la morte del filosofo Gianni Vattimo, il 19 settembre, si è diffusa nella rete, soprattutto fra i cattolici, una sua dichiarazione sorprendente di cui però non era chiara la provenienza (qualcuno rimandava a Radio vaticana, altri a giornali o tv).

I dubbi relativi alla fonte della citazione dovevano essere chiariti anche perché il contenuto di quella dichiarazione del filosofo era molto interessante. Finalmente si è scoperto che a riportare le parole di Vattimo, anni fa, era stato uno dei più autorevoli intellettuali italiani Vittorio Messori, nel libro Pensare la storia, pubblicato nel 1992 dalle edizioni Paoline (questa è dunque la fonte).

Il libro raccoglie alcune delle “puntate” della memorabile rubrica “Vivaio” che Messori tenne su “Avvenire” dal 1987. Le pagine di Messori su Vattimo furono scritte quindi attorno al 1990 e la citazione di cui parliamo viene da una precedente intervista di Messori stesso al filosofo.

RESISTERE

Ecco le sue parole che hanno stupito molti: “Voi cattolici avevate resistito impavidi per quasi due secoli all’assedio della modernità. Avete ceduto proprio poco prima che il mondo vi desse ragione. Se tenevate duro ancora per un po’, si sarebbe scoperto che gli ‘aggiornati’, i profeti del futuro postmoderno eravate proprio voi, i conservatori. Peccato. Un consiglio da laico: se proprio volete cambiare ancora, restaurate, non riformate. È tornando indietro, verso una Tradizione che tutti vi invidiavano e che avete gettato via, che sarete più in sintonia con il mondo d’oggi, che uscirete dall’insignificanza in cui siete finiti ‘aggiornandovi’ in ritardo. Con quali risultati, poi? Chi avete convertito da quando avete cercato di rincorrerci sulla strada sbagliata?”

Messori rilevava un certo “gusto ironico” della “provocazione” in queste parole del filosofo che più ha riflettuto sulla “fine della modernità” (che è anche il titolo di uno dei suoi libri più famosi).

Lo scrittore cattolico aggiungeva che “la morte dell’idea di progresso” – di cui solo i cattolici non si accorgevano – era evidente (Messori scriveva trent’anni fa) anche perché “l’ideologia che oggi va – e sempre più andrà – per la maggiore, è quella ecologista, basata non più sul mito del futuro (e, dunque, del progresso), ma, al contrario, su quello del passato (il sogno del ritorno a un mondo incontaminato, pre-moderno). Il rosso ‘progressista’ trascolora nel ‘verde’ reazionario”.

Parole profetiche, queste di Messori, visto che oggi proprio la fanatica utopia ecologista è diventata dominante. E ancora una volta il mondo cattolico, per essere “moderno”, si trova a inseguire l’ennesima moda (sbagliata).

DIO NON E’ MORTO

Vattimo fu in gioventù un militante dell’Azione cattolica. In seguito, diventato un famoso accademico, era passato dall’ideologia marxista e poi radicale. Considerato ex cattolico, contribuì alla scoperta di Nietzsche e di Heidegger da parte della Sinistra.

Nel 1998 pubblicò un libro, Credere di credere (Garzanti) che segnò un suo riavvicinamento alla fede (naturalmente una fede a suo modo)dovuto all’“esperienza della morte di persone care”. Ma sottolineò che “il ritorno alla religione mi appare un fatto ‘collettivo’”.

Perché “la fine della modernità ha portato con sé anche la dissoluzione delle principali teorie filosofiche che ritenevano di aver liquidato la religione: lo scientismo positivista, lo storicismo hegeliano e poi marxista. Oggi non ci sono più plausibili ragioni filosofiche forti per essere atei o comunque per rifiutare la religione”.

 

Antonio Socci

 

Da “Libero”, 23 settembre 2023

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