Il mondo islamico è in fiamme (e l’ Europa si bagna il pannolone facendosela sotto), l’ “Iran di Dio” si costruisce l’atomica per minacciare Israele e anche noi (tutto questo con il petrolio alle stelle), ma Prodi – con tuttociò – continua a parlare di mortadella.
L’ha fatto anche ieri.

Però la notizia di ieri è che il leader ulivista è stato, testualmente, accusato dagli allevatori di “aver offeso la bufala” (strano, ne ha allevate tante a cominciare da quella sulla famosa seduta spiritica).
L’altroieri ha pure bisticciato con Vespa su come si rigira la frittata. Fra un po’ si metterà la scodella in testa e litigherà col tiramisù.
Prima, da Casalecchio di Reno, aveva dato del nano al Cavaliere (come si sa Romano è un corazziere). La Sinistra ha un leader così.
A “Porta a porta” ha tenuto sulle spine per due ore gli spettatori facendo credere loro che stesse per addormentarsi da un momento all’altro.
Nel frattempo i suoi si azzuffano su tutto, dal nucleare ai Pacs, ai noglobal.

Boselli tuona: “Rutelli è il braccio armato di Ruini”.
Ed “Europa” sibila che lo Sdi è “un’imbarazzante appendice dei radicali”.
Rutelli se l’è presa con Rifondazione pure per l’idea di requisire le terze case sfitte e i Ds hanno criticato la candidatura del noglobal Caruso che a sua volta attacca Fassino sulla guerra e l’amnistia. E che ieri ha proposto “l’abolizione del Ros dei Carabinieri” aggiungendo che la vittoria di Hamas in Palestina era un risultato “contro i vari Mastella locali”.

Nel frattempo i Verdi intimano a Prodi il no al nucleare altrimenti se ne vanno. E Mastella spara a zero su tutti gli alleati candidandosi al ministero della “Pubblica Distruzione”.
Si scatena anche la guerra della neve. La Sinistra comunista non potendo più accoppare il capitalismo insegue il poveretto che porta la fiaccola olimpica.
Ciampi lancia un vibrante appello per salvare il tedoforo e le Olimpiadi.
Fiorello lo imita su Radio 2 e, con la voce del presidente, lancia lo slogan: “non toccare la fiamma/ sennò t’offendo la mamma”.
Fassino fa appello a Bertinotti perché ascolti Ciampi (o almeno Fiorello).
Bertinotti ribatte dispettoso: “non posso intervenire e se anche potessi non lo farei”.
Fassino s’indigna e Rutelli tuona contro questi “infantilismi estremistici”.
Nel frattempo – mentre il mondo è in fiamme – la Sinistra colta e superiore è impegnata in un profondo dibattito sul “culo” (con rispetto parlando).
A lanciare il tema è stato “Micromega”, il pensatoio chic dove si alternano testi di Heidegger e di Fiorella Mannoia.
E’ apparso infatti un elevato dibattito sulla “questione morale”, fra Eugenio Scalfari e Paolo Flores d’Arcais, il quale – con riferimento all’offensiva di Berlusconi sull’Unipol – inizia dottamente chiedendo a Scalfari “se ti sembra eccessiva l’espressione popolaresca: la faccia come il culo”.
Domanda alla quale il filosofo Scalfari risponde pensosamente che “No, affatto, non mi sembra eccessiva perché corrisponde esattamente alla realtà: la faccia come il culo”.
Come direbbe Aristotele: “mecojoni, che giganti del pensiero!”.
E’ pur vero che la parola “culo” compare anche nella Divina Commedia (Inf. XXI, 139), ma è per designare la parte anatomica.
Nessuno finora si era sognato di costruirci una filosofia politica (se non, forse, De Sade, con “La filosofia nel boudoir”).

Ma se Micromega traccia il solco è l’Unità che lo difende.
Così la paroletta è tornata proprio sul quotidiano dei Ds con un corsivo al curaro: “Vladimir Luxuria candidato con Rifondazione. Che culo!”.
L’interessato si è risentito e ha vergato una replica arroventata all’Unità: “Mi meraviglia leggere queste battutacce… Dopo Calderoli che ci definisce culattoni, dopo Libero che pubblica una lettera in cui si dice che il destino degli italiani, dopo la mia candidatura, è di prenderlo in quel posto, mi stupisce che anche l’Unità cavalchi l’onda dell’humor omofobo gretto”.
L’Unità chiede scusa, non volendo cavalcare l’onda, ma ribatte che Vladimir “in una lista di priorità, farebbe meglio a occuparsi di chi spernacchia un governo Prodi-Luxuria come se ci fosse qualcosa di cui vergognarsi”.
Così, per la prima volta, il giornale Ds, rivela ufficialmente che dopo il 9 aprile ci aspetta “un governo Prodi-Luxuria”.
Vladimir sarà il vice? O faranno la staffetta?

Intanto – a dimostrare che saranno pure buoni a nulla (come dice il centrodestra), ma sono capaci di tutto, gli onorevoli progressisti l’altroieri hanno organizzato davanti alla Camera un raduno per fumare mega-spinelli.
Se la tiravano da grandi provocatori, ma non rischiavano nulla. Tantomeno l’arresto. Tanto fumo e anche niente arrosto.
Ci si chiede se l’Italia profonda e sconosciuta, l’Italia semplice, cristiana ed eroica di don Andrea Santoro, di Annalena Tonelli, l’Italia della vedova Coletta e di Fabrizio Quattrocchi meriti una simile classe dirigente.
Io penso di no. Il nostro popolo è illustrato dai bei volti delle persone appena nominate, è “l’Italia eccezionale”, come la definisce Giuliano Ferrara, che sorprende quando si manifesta (nelle tragedie come Nassirja o nel recente referendum, come negli studi sociologici), perché la televisione e i giornali la ignorano.

Credo che questa Italia profonda meriterebbe tutt’altro.
Meriterebbe gente seria e consapevole del momento storico, che non si coglie al Bagaglino o sull’Isola dei famosi.
Non mi stupisce che l’assassinio di don Andrea – che ha così commosso la nostra gente – sia stato in fondo eluso e quasi trattato con fastidio dalla compagnia di giro della politica, quasi indispettita che qualcuno (suo malgrado) le avesse rubato i riflettori per le sue carnevalate.

Non stupisce questa rimozione a Sinistra, che è l’armata brancaleone che abbiamo detto, ma sinceramente rattrista molto la disattenzione del centrodestra.
Oltretutto sarebbe il momento ideale. Proprio in campagna elettorale si deve parlare del confronto di civiltà in corso, del “problema Islam” che abbiamo anche in casa (come ha suggerito Umberto Bossi) e pure del “caso Cina” che sta mettendo in ginocchio la nostra economia.
E poi dei diritti umani e dell’importanza vitale delle nostre radici cristiane.
Ma Berlusconi si è fatto soffiare dall’accorto Rutelli perfino il tema della “reciprocità” che si deve esigere dai paesi islamici perché non è possibile che noi costruiamo moschee agli immigrati e nei loro paesi si brucino le chiese dei cristiani (che sono presenti là da molto tempo prima dei musulmani).
Berlusconi è apparso incapace, in questi giorni, di cogliere la grande ondata di commozione che ha percorso il Paese per l’assassinio di don Andrea.
Si abbandona talora anche lui al cazzeggio nazionale. L’altro giorno per burla ha detto di aver fatto il voto di castità. Sarà meglio che prenda altri voti (anche perché a quella promessa proprio non ci crede nessuno). Non che si rimpianga l’esibizione mandrillesca (Dio ci scampi).
Evitando gli estremi, basterebbe un po’ di serietà.
C’era proprio bisogno, Cavalier Berlusconi, di suonare il piffero alla Turchia dopo l’assassinio di don Andrea? C’era proprio bisogno di telefonare a Erdogan, il premier turco, per rassicurarlo che “non deve rallentare il processo di integrazione di Ankara nell’Unione europea”?
Non era il caso invece di dare loro una bella strigliata, di metterli sull’altolà se non altro alzando la voce sulla minimizzazione della morte di don Andrea che le autorità turche sembrano fare almanaccando sul fanatico isolato? Abbiamo davvero perso la trebisonda.

Delle personalità del governo italiano sono arrivate a dire che “non bisogna vedere nell’uccisione del sacerdote un gesto anti-cristiano”.
E cos’è allora, un simpatico buffetto? C’era proprio bisogno, Cavaliere, di andare alla radio a elogiare la Turchia che “si è sempre comportata secondo le regole sottoscritte” e che “ultimamente ha fatto molti passi avanti” e che “in ogni caso è un paese laico”? Ma che film ha visto? Che consiglieri ha, il premier?
Se proprio non vuole leggere o ascoltare Oriana Fallaci – alla quale dovrebbe andare a rendere visita – legga ciò che ha scritto ieri padre Bernardo Cervellera dell’agenzia missionaria AsiaNews: “questa Turchia ‘molto secolarizzata’ non permette alle chiese cristiane di avere seminari, scuole, possedere case o chiese, senza garantire stabilità a persone e comunità che vivevano in Turchia molto tempo prima dell’Islam”.
E se vuole una voce laica al di sopra di ogni sospetto, Berlusconi si legga l’agghiacciante reportage di Paolo Rumiz sulla “Repubblica” di martedì per scoprire tutte le umiliazioni e l’oppressione che subiscono i pochi cristiani rimasti (ormai quasi tutti sono stati cacciati). Peggio dei Paesi dell’Est di un tempo.
Berlusconi dovrebbe chiedere all’Unione europea perché pretende dalla Turchia piena libertà di mercato, ma non di libertà religiosa.
E magari parlare forte e chiaro contro quei “governi” come scrive Cervellera “che soffiano sul fuoco dello scandalo islamico” giacché “le violenze in Siria, Libano, Iran, Iraq, Afghanistan è difficile pensare che siano avvenute senza il sostegno, il pagamento, la soddisfazione di Damasco e Teheran”.

Berlusconi parli anche in difesa dell’anima cristiana del nostro popolo totalmente indifesa e spesso vilipesa e sputazzata da quella che è la cultura dominante.

Ieri Ferdinando Camon ha firmato un’impressionante requisitoria critica con la Sinistra sull’Unità (che infatti l’ha pubblicata a pagina 25): “sono decenni che vignette o illustrazioni pornografiche o blasfeme corrono su preti, papi, Gesù, la Madonna eccetera”. Camon ricorda le più micidiali.
Poi conclude: “non mi sono trovato in grande compagnia quando scrivevo contro queste provocazioni”.
Lui s’illudeva di trovare quella compagnia a Sinistra, dicendo che “non può esserci libertà di bestemmia”, ma non l’ha trovata là. Perché il connotato ideologico della Sinistra attuale è accanitamente anticattolico. Un’ostilità dura, giacobina e pregiudiziale. Tale da rendere impossibile per un cattolico votare a Sinistra.
E’ troppo chiedere che il centrodestra difenda il diritto alla dignità (e l’incolumità) anche per i cristiani in Italia, in Europa e nei paesi dove sono perseguitati? E’ troppo chiedere che – memore dell’insegnamento di Benedetto Croce – si valorizzi concretamente la radice della nostra civiltà cantandole chiare sia al giacobinismo europeo che all’islamismo?

Fonte: © Libero – 9 febbraio 2006

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