Il nuovo documento di Aiuto alla Chiesa che soffre, che s’intitola Perseguitati più che mai – Rapporto sui cristiani oppressi per la loro fede 2022-2024, è sconsolante. Ne emerge che la guerra ai cristiani, nel mondo, è sempre più pesante. Ma perché? Fino a quando?

Negli anni Novanta scrivevo per Il Giornale e mi capitava spesso di commentarenotizie relative ai cristiani perseguitati e martirizzati in molti paesi. Erano appena crollati i regimi comunisti dell’Est europeo, eppure i cristiani continuavano ad essere vittime di stati o gruppi violenti, come certi islamisti, ma non solo.

Erano notizie che in genere sui giornali italiani non apparivano. Attingevo a fonti missionarie, statistiche e studi sociologici perlopiù di autori stranieri che riportavano storie e dati agghiaccianti da cui emergeva che i cristiani erano probabilmente il gruppo umano più perseguitato del pianeta.

Con l’Anno Santo del 2000, grazie a Giovanni Paolo II (veniva lui stesso da una storia di persecuzione), nella Chiesa si prese coscienza che il XX secolo, appena concluso, era stato, per i cristiani, “il secolo del martirio” (che poi era il titolo di un libro di Andrea Riccardi): più dei diciotto secoli precedenti in cui, comunque, le persecuzioni alla Chiesa non erano mancate.

Nel 2002 pubblicai un libro, I nuovi perseguitati. Indagine sull’intolleranza anticristiana nel nuovo secolo del martirio (Piemme), in cui tracciavo una panoramica globale non solo del passato, ma anche del presente che restava terribile e pressoché ignoto a tutti.

Ernesto Galli della Loggia, nella prefazione, scrisse:

“l’Occidente è stato finora cieco e muto si è rifiutato di vedere e di parlare. Il libro di Socci, con il suo minuzioso racconto delle persecuzioni anticristiane, finisce per costituire, dunque, anche un pesantissimo atto d’accusa contro la sottile ipocrisia della nostra cultura (dai media, all’Università, alle varie affiliazioni politiche) la quale al coraggio della denuncia ha nel complesso sempre preferito – specialissimamente in Italia – un comodo conformismo ‘buonista’ che pure molti ambienti religiosi non hanno esitato a condividere”.

Mi scuso per la citazione di un libro mio, ma sono stato testimone diretto di questa storia di indifferenza che continua anche oggi. Infatti oggi, vent’anni dopo, in questo tempo che qualcuno ha definito “l’era della suscettibilità”, si sono definite categorie di possibili perseguitati, in base ai criteri del “politicamente corretto”, fra le quali però non mi capita mai di trovare i cristiani.

Eppure, nel mondo, continuano a subire persecuzioni gravi e anche il martirio, senza che la nostra sensibilità ne sia scossa. Né quella dei governi occidentali. Cambierà mai qualcosa?

Nei giorni scorsi, ormai alla vigilia del voto presidenziale, Donald Trump ha scritto: “Kamala Harris non ha fatto nulla mentre 120.000 cristiani armeni venivano orribilmente perseguitati e forzatamente sfollati in Artsakh. I cristiani in tutto il mondo non saranno al sicuro se Kamala Harris sarà presidente degli Stati Uniti. Quando sarò presidente proteggerò i cristiani perseguitati, lavorerò per fermare la violenza e la pulizia etnica e ripristineremo la pace tra Armenia e Azerbaigian”.

Il suo vice, J.D. Vance, ha rilanciato queste parole aggiungendo: “Gli Stati Uniti dovrebbero combattere contro la persecuzione dei cristiani in tutto il mondoe lo faranno quando il presidente Trump tornerà alla Casa Bianca. Kamala Harris non ha fatto nulla”.

Un solo commento: speriamo!

Antonio Socci

 

Da “Libero”, 26 ottobre 2024