Il volume “La saggezza e l’audacia” (Feltrinelli), che ha la prefazione di Sergio Mattarella, raccoglie gli interventi di David Sassoliall’Europarlamento e sarà presentato a Roma il 9 gennaio con Ursula von der Leyen, Romano Prodi ed Enrico Letta.

“La Repubblica” definisce Sassoli, morto un anno fa, “vero interprete dello spirito di Ventotene” e riporta una sua frase: “Dobbiamo recuperare lo spirito di Ventotene”. Ma di che si tratta?

IL MITO

Si riferiva al cosiddetto “Manifesto di Ventotene”, che aveva come titolo “Per un’Europa libera e unita. Progetto d’un manifesto” e che fu scritto, nel 1941, durante il confino nell’isola di Ventotene, da Altiero Spinelli, Ernesto Rossi ed Eugenio Colorni (che ne curò la prima pubblicazione).

Ventotene viene periodicamente celebrata come una delle culle dell’Unione Europea. Il 22 agosto 2016 arrivarono sull’isola addirittura i vertici politici di Germania e Francia, Angela Merkel e François Hollande, accolti dal premier italiano di quel momento, Matteo Renzi, per rendere omaggio agli autori del manifesto europeista.

Con l’evocazione di Ventotene si vuole dare una radice ideale a un carrozzone burocratico che di ideale non ha nulla: la UE. Così s’intende fondare una “religione europeista” (i cui dogmi sono indiscutibili) dopo che si sono rinnegate le vere radici religiose che l’Europa ha avuto per millenni (quelle cristiane).

Ma questa operazione, oltre ad essere contestabile, è pure fallimentare, come ha scritto Lucio Caracciolo nel suo ultimo libro: “ogni religione ha i suoi luoghi di memoria e di culto, i suoi riti. Impresa teoricamente impossibile per l’europeismo, in carenza di narrazioni condivise. Anzi in presenza di pedagogie nazionali e locali spesso dissonanti o contrapposte”.

COSTITUENTI CONTRO

Il manifesto di Ventotene, molto citato e pochissimo letto, quando è stato studiato ha avuto critici da destra, dal centro e da sinistra.

Interessante, per l’originale lettura critica da sinistra, è il libro di Alessandro Somma, “Contro Ventotene (cavallo di Troia dell’Europa neoliberale)”, edizioni Rogas, il quale – fra l’altro – sostiene che i nostri padri costituenti “non hanno condiviso l’assunto federalista secondo cui la promozione della pace presuppone il superamento della sovranità nazionale, o similmente che essa costituisce una inesauribile fonte di conflitti”. Lo testimonia l’articolo 11 della Costituzione che – fa notare Somma – “ripudia la guerra, non la sovranità”.

E aggiunge: “Se i Costituenti avessero inteso avallare in modo esplicito l’europeismo o il federalismo, come pure fu proposto alla Costituente, avrebbero disposto la cessione e non la semplice limitazione della sovranità nazionale” che serve a legittimare la partecipazione dell’Italia all’Onu.

CASO QATAR 

D’altra parte la UE, in questi giorni, è alle prese non con la storia, ma con la cronaca, cioè il caso Qatar. A proposito del quale una grande giornalista come Barbara Spinelli ha sottolineato “l’inadeguatezza, la cecità, l’abissale mancanza di autocritica del Parlamento europeo”.

La Spinelli – che è stata eurodeputata della Sinistra e che è la figlia di Altiero (uno dei principali autori del manifesto di Ventotene) – ha firmato una pagina durissima – il 22 dicembre scorso – sul “Fatto quotidiano”, di cui riporto i titoli: “Lo scandalo euro mazzette. Marcio a Bruxelles ed elettori beffati”. Sommario: “Colabrodo. Ogni proposta di trasparenza è stata sistematicamente respinta. Non solo Qatar: il peso delle lobby dei Paesi membri e degli Usa…”.

 

Antonio Socci

 

Da “Libero”, 7 gennaio 2023

Print Friendly, PDF & Email