Se Romano Prodi volesse veramente riunificare il Paese dovrebbe avere il coraggio di proporre Silvio Berlusconi al Quirinale (o Casini o Fini).
Ma ovviamente dovrebbe essere uno statista per avere idee simili. Prodi non lo farà e al contrario, con lo spirito di vendetta che molti gli attribuiscono, approfittando di un potere agguantato senza una vera vittoria, darà inizio alla sistematica distruzione politica di Berlusconi e del centrodestra, nell’illusione di far terra bruciata dell’opposizione per almeno dieci anni. E con l’intento di “punire” e “rieducare” l’Italia “berlusconiana”. Varando un governo (e forse una presidenza della Repubblica) letteralmente “contro” il 50 per cento degli italiani.
Se l’Italia fosse un Paese normale come la Germania e Prodi uno statista, o anche solo un politico serio e responsabile (se non fosse uno che è passato alla storia per una seduta spiritica), oggi si rivolgerebbe al leader del centrodestra con questo realistico discorso: “onorevole Berlusconi, come ho detto e ripetuto fino alla nausea in campagna elettorale, io voglio riunificare il Paese, voglio metter fine alle faziosità, voglio governare a nome di tutto il Paese anche per le difficili scelte che ci aspettano.
Questo desiderio oggi è diventato per me un dovere dopo il risultato delle urne che hanno fotografato un Paese diviso esattamente in due. Anzi, al Senato la Casa delle libertà supera addirittura la maggioranza assoluta, mentre alla Camera il mio centrosinistra si ferma al 49 per cento. Oltretutto Forza Italia è il partito di maggioranza relativa. Per tutta questa serie di motivi, considerato che i meccanismi delle attribuzioni dei seggi danno al mio schieramento i numeri (sia pure risicati) per governare, pur non avendo una maggioranza nel Paese, e considerato che le istituzioni sono il terreno appropriato di una giusta riconciliazione, desidero proporre lei, leader dello schieramento di centrodestra (o Casini o Fini), per il rinnovo della presidenza della Repubblica”.
Ovviamente è del tutto utopistico. E’ fantapolitica.
A dire la verità il centrodestra votò Prodi per la presidenza della Commissione europea, anteponendo l’interesse nazionale allo spirito di fazione, ma Prodi non è tipo che coltivi sentimenti di gratitudine, tantomeno uno stile cavalleresco.
Il centrodestra non fu ringraziato nemmeno quando – per evitare due brutte figure internazionali all’Italia – dette i suoi voti determinanti ai governi di sinistra (messi in minoranza da Rifondazione comunista), per poter varare la missione in Albania e quella in Kosovo.
Il centrosinistra non ringraziò mai e mai ha fatto gesti analoghi stando all’opposizione.
Anzi, avendo sempre criminalizzato Berlusconi e il centrodestra come un’Italia deteriore e inferiore, ha coperto di odio e di disprezzo chi non stava a sinistra. Alimentando, nella propria base, l’odio come mastice politico primario.
Dunque mai proporrà Berlusconi (ma neanche Casini o Fini) per il Quirinale.
Anzi, se Carlo Azeglio Ciampi rifiuterà un secondo mandato, il centrosinistra procederà all’elezione di un “suo” Capo dello Stato, a maggioranza semplice.
Uno che sarà un presidente di parte chiamato a “legittimare” questa spaccatura del Paese, questo governo “contro” la metà degli italiani.
Certo, anche Scalfaro fu un presidente siffatto, ma lo fu per sua scelta successiva all’elezione (perché il metodo della sua elezione era stato bipartisan; lo aveva votato pure Craxi, anche se uscendo dal Parlamento commentò: “Dio ci perdoni”).
Stavolta lo “strappo” istituzionale sarebbe fin nell’origine. In questo clima dunque appare fantapolitica l’idea di una presidenza Berlusconi.
Tuttavia sarebbe del tutto normale e addirittura doveroso, da parte di Prodi, proporre a Berlusconi almeno la presidenza di una delle Camere, considerato che ne ha pure diritto perché al Senato la CDL supera il 50 per cento.
Invece Prodi ha già manifestato l’intenzione di fare tabula rasa di ogni dialogo istituzionale, di negare ogni diritto dell’opposizione.
Questo atteggiamento di arroganza e prepotenza oltretutto viene confezionato con la solita insopportabile ipocrisia buonista di Prodi che parla di “pace, aromonia e unità”.
Ieri ha avuto il coraggio di dire, secondo il sito del Corriere, che “i rapporti con l’opposizione saranno cordiali, che l’obiettivo sarà quello di ricostruire un rapporto istituzionale corretto e quello che si insedierà a Palazzo Chigi ‘sarà il governo di tutti gli italiani’.
Tuttavia ‘non saranno date alla Cdl nè la presidenza della Camera, né quella del Senato’ ”.
In sostanza, non faranno prigionieri. Si prepara una razzia di tutto il potere e il sottopotere. Questa sorta di “pulizia etnica” (o “pulizia etica” se si considerano le ambizioni pedagogiche che i comunisti hanno sempre avuto) è tanto più urgente per la Sinistra quanto più è evidente l’inadeguatezza di Prodi.
E’ chiaro che il loro giudizio su Prodi è disastroso. Si è mangiato in tre mesi fra i 10 e i 15 punti percentuali di vantaggio. Erano riusciti a fare 300 pagine di programma senza dire nulla e lui si è ficcato, alla vigilia del voto, nel cul de sac delle tasse.
Ha perso completamente il Nord, la parte più moderna del Paese, e un pezzo importante del centrosud. E’ andato in minoranza al Senato e ora si trova a dover governare con una maggioranza risicatissima, in balìa di Rifondazione. Con un’opposizione molto forte nel Parlamento e nel Paese. Ma proprio per questo è necessario, ai loro occhi, evitare di collassare ai primi temporali.
E’ dunque evidente, già da queste ore (e spero di sbagliarmi), che l’obiettivo primario di Prodi, spalleggiato dai comunisti, è togliersi dai piedi una volta per tutte il Berlusconi politico.
Ora o mai più. Berlusconi, ha fatto i suoi errori, ma certamente in campagna elettorale ha scatenato una potenza di fuoco che ha letteralmente spazzato via il colossale vantaggio con cui Prodi era partito.
Ancora una volta il centrodestra ha dimostrato che la Sinistra non è maggioranza nel Paese. E tutti gli osservatori ritengono difficilissimo il governo di Prodi.
Per questo l’obiettivo adesso sarà quello di annichilire Berlusconi e il centrodestra usando il potere, visto che non si è stati capaci di farlo col voto degli italiani.
Oltretutto, per aizzare il conflitto, ai gesti di arroganza Prodi aggiunge addirittura lo scherno.
Come quando ieri ha dichiarato di aspettarsi una telefonata di Berlusconi che ammetta la sconfitta.
Se il buongiorno si vede dal mattino, sarà necessario che il centrodestra si armi subito per un’opposizione durissima, senza quartiere, per far esplodere prima possibile le contraddizioni prodiane.
E per difendere quella metà degli italiani contro i quali il governo Prodi intende scagliarsi.
Resta da godersi lo spettacolo dei grandi giornali che dopo aver impartito, per cinque anni, lezioni di bon ton istituzionale al centrodestra, si trovano di fronte un premier (autonominato) e una coalizione di governo che intendono scatenare la guerra, nel Paese e nelle istituzioni.

Fonte: © Libero – 12 aprile 2006

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