“Viviamo in un mondo di dittature, grandi o piccole che siano. Quella americana è la più forte”. Così iniziava ieri l’editoriale di “Repubblica”, che è il vangelo del progressismo italico. Editoriale di prima pagina (che quindi esprime la posizione del giornale) firmato dal suo fondatore, Eugenio Scalfari.

Prevedendo lo sbalordimento di qualche lettore, Scalfari subito dopo (bontà sua) spiegava che “formalmente non è una dittatura” quella americana, perché “c’è un presidente che governa, sotto il controllo del Parlamento. Ma si chiama Trump e abbiamo visto in queste ore di che cosa è capace”.

Scalfari si riferisce all’azione contro l’uomo forte dell’Iran, il generale Soleiman. Questo episodio gli basta per affermare che gli Stati Uniti sono la dittatura più forte del mondo.

Dittatura che non c’era con Obama, il quale faceva bombardare la Libia per rovesciare Gheddafi, con tutta la catastrofe che ne è seguita, ma non veniva annoverato da Scalfari fra i dittatori. Anzi, lui era un benemerito premio Nobel per la Pace.

E l’Iran di Soleiman?  Quell’Iran che a novembre e dicembre pare aver fatto circa 1500 morti fra i manifestanti, con arresti di massa? L’Iran degli Ayatollah che, solo dal 2014 secondo Amnesty International, ha messo a morte più di 2.500 persone  (compresi minorenni), in palese violazione del diritto internazionale? Questo Iran per Scalfari non è una dittatura?

Il Fondatore si è dimenticato di annoverarlo fra le dittature. Anzi, ritrae Soleiman in un modo tale che sembra un rispettabile generale e un autorevole statista, assassinato dagli Usa di Trump (la dittatura che si è detto).

Ecco le testuali parole di Scalfari: “Trump ha fatto uccidere un soldato e uomo politico che aveva in mano l’Iran e l’Iraq e amministrava l’essenza di quei Paesi, le loro ricchezze e la loro potenza politica, il petrolio iraniano e lo scontro che, secondo lui, bisognava superare tra quei due Paesi, che dovevano collaborare tra loro”.

Insomma: sembra un lungimirante e pacifico statista. Infatti – prosegue Scalfari – “si occupava anche del popolo dei curdi. Ma perché” si chiede ancora il Fondatore “Trump ha commissionato l’uccisione di Soleimani e chi era realmente questo generale? Non faceva parte del governo del suo Paese, ma in realtà era lui che lo governava. Farlo uccidere aveva l’intento non solo anti-iraniano, ma di eliminare una personalità che aveva una forza politica decisamente estesa a vari e numerosi territori del mondo arabo. Questa è la motivazione che Trump ha dato”.

In realtà Trump ha detto che – due giorni dopo l’assalto all’ambasciata Usa a Baghdad – questa azione ha voluto prevenire altri attacchi e attentatiprogrammati: “(Soleiman) ha ucciso o ferito gravemente migliaia di americani  durante un lungo arco di tempo e stava complottando per ucciderne molti altri”.

Sulla “Stampa”  l’iraniana Ladan Boroumand, attivista per i diritti umani in esilio, ha spiegato che personcina era Soleiman: “nessun uomo al mondo è stato direttamente coinvolto in più conflitti, in più Paesi, per un periodo più lungo di Qassen Soleiman”. Egli ha sostenuto e fondato “milizie armate in Siria, Yemen, Iraq e Libano. I Guardiani della Rivoluzione (i Pasdaran) sotto la sua guida hanno esportato terrorismo e instabilità in tutto il Medio Oriente. Per il regime degli Ayatollah è stata una perdita enorme”.

Scalfari non ci dice nulla di quel regime. Ci spiega invece che, insieme agli Usa, “la dittatura più estesa” è “la Russia di Putin”. Mentre “l’Europa è il solo continente dove le dittature vere e proprie non ci sono”.

Quindi apprendiamo che la Russia non fa parte dell’Europa. E la Cina comunista non viene annoverata da Scalfari fra le dittature. Gli Stati Uniti sì.

Questo è il giornale che impartisce a tutti lezioni di difesa della democrazia e di lotta alle fake news.

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Antonio Socci

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Da “Libero”, 6 gennaio 2020LL

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