L’estate dei giornali offre un campionario di curiosità sorprendenti.

DE VULGARI ELOQUENTIA

All’espressione figlio di puttana, “nella variante ‘fili dele pute’ che si legge nell’affresco della basilica romana di San Clemente, del secolo XI, spetta il primato di più antico insulto scurrile attestato in italiano”.

Lo scrive Lorenzo Tomasin, recensendo, nell’inserto cultura del “Sole 24 ore” (31/7), il libro di Pietro Trifone, “Brutte, sporche e cattive. Le parolacce della lingua italiana” (Carocci). Un volume erudito dove si scopre pure che il termine “mignotta” evoca il “francese mignot(te), che all’origine è un appellativo affettuoso (‘graziosa’, ‘piacevole’)”.

Dante nel “De vulgari eloquentia” – titolo che non allude alle parole volgari, ma alle lingue volgari, cioè quelle parlate dai popoli – accenna anche al “tristiloquium turpissimum” e indica il romanesco come un dialetto alquanto sboccato. Continua