Circola un’indiscrezione su un presunto scontro fra papa Bergoglio e Benedetto XVI, ma io ritengo che non possa esserci stato. Se non altro per il carattere dei due, politico-gesuitico il primo, mite e gentile il secondo. Entrambi molto attenti ad osservare forme rispettose.

Può essersi trattato di una lamentela, con il sapore della velata critica, da parte di Bergoglio, ma lì in Vaticano anche un lieve sussulto è il segnale di un sommovimento profondo.

Sembra infatti che Bergoglio non abbia gradito l’elogio pubblico che Benedetto XVI ha fatto del cardinale Robert Sarah, il prelato africano che ha appena pubblicato in varie lingue il libro “Dio o niente”. Continua

Continuamente si annunciano fulmini su Medjugorje. Venerdì sera è tornato alla carica il sito di Gianluca Barile. E’ lo stesso che nel giugno scorso lanciò questo dirompente titolo: “Medjugorje, il Vaticano boccia le apparizioni ed isola i veggenti”.

A quel tempo si scatenò una polemica fra vaticanisti e alla fine si appurò che non c’era stata nessuna bocciatura vaticana delle apparizioni, ma che in effetti erano in arrivo provvedimenti dell’ex S. Uffizio. Tuttavia ancora nulla era stato deciso e tutto era rimandato all’autunno.

L’altroieri lo stesso sito ha lanciato questo titolo: “Medjugorje, dal Vaticano nuova bocciatura per i ‘veggenti’: ‘basta testimonianze in parrocchia’ ”. Continua

A proposito del prossimo Giubileo, ieri “Il Fatto quotidiano” ha scritto: “La Chiesa nuova. Ancora una volta Bergoglio tenta di far dimenticare il rigore dei predecessori”.

Il rigore dei predecessori? A dire il vero il Giubileo, con l’indulgenza universale, è stato “inventato” proprio dai suoi predecessori e viene celebrato da secoli nella Chiesa, che da sempre dona al mondo la misericordia divina. Continua

A PROPOSITO DELLA PREGHIERA DI OGGI PER L’ECOSISTEMA….
Ricordando le parole di Gesù – “il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno” (Mt 24, 35) – oggi, mentre a Roma papa Bergoglio celebra la giornata dell’ecologia, invito a considerare l’unica vera questione decisiva della vita: la salvezza della propria anima.
E riporto un brano di un mio libro:
“I grandi dottori della Chiesa, come sant’Agostino e san Tommaso hanno definito teologicamente il fatto che la salvezza di un singolo essere umano valga più dell’intero universo naturale.
San Tommaso d’Aquino: «Il bene soprannaturale di uno solo è superiore al bene naturale di tutto l’universo» (Summa Theologiae I-II, q.113 a.9 ad 2).
Agostino: «La giustificazione dell’empio è un’opera più grande della creazione del cielo e della terra» perché «il cielo e la terra passeranno, mentre la salvezza e la giustificazione degli eletti non passeranno mai» (In Evang. Johan., 72,3).
Inoltre per Agostino la giustificazione dei peccatori supera la stessa creazione degli angeli nella giustizia perché manifesta una più grande misericordia (Catechismo della Chiesa Cattolica n. 1994)”.
Da Antonio Socci, “Indagine su Gesù”, Rizzoli, pp. 86-87

La Chiesa Cattolica e il “partito di Bergoglio” si contrappongono anche sul tema dell’immigrazione.

Bergoglio afferma che ci sono masse di persone che, per fame, hanno il diritto assoluto e indiscriminato di emigrare nei nostri Paesi.

Ma se l’attuale flusso migratorio fosse davvero scatenato dalla fame si dovrebbe affrontare lì il dramma del cibo, non costringere gli affamati anche a sradicarsi e mettersi nelle mani dei mercanti di morte.

La Chiesa ha sempre insegnato diversamente da Bergoglio. Giovanni Paolo II per esempio proclamò che “il diritto primario dell’uomo è di vivere nella propria patria: diritto che però diventa effettivo solo se si tengono costantemente sotto controllo i fattori che spingono all’emigrazione”.

E Benedetto XVI ribadì: Nel contesto socio-politico attuale… prima ancora che il diritto a emigrare, va riaffermato il diritto a non emigrare, cioè a essere in condizione di rimanere nella propria terra. Continua

Al coraggioso titolo di “Libero” di ieri (“Il partito del Papa. La svolta politica del Vaticano”), va aggiunto solo un concetto: una cosa è il partito di Bergoglio (che fa i suoi danni, ma tramonterà con lui), un’altra cosa è la Chiesa Cattolica.

L’ha giustamente notato in queste ore Matteo Salvini nella polemica con monsignor Galantino. E in controluce l’ha fatto capire anche la durissima intervista di Giovanni Sartori, il re dei politologi: “Per me, è una sciagura questo Vaticano che straparla. Se ne infischiano dei fatti veri e pensano a queste cosucce”. Continua

Sebbene culturalmente lontano dal giornale di Ezio Mauro, voglio esprimere la mia solidarietà a “Repubblica” e al suo vaticanista Marco Ansaldo, escluso, per punizione (ma senza nessuna colpa personale), dall’aereo papale per il prossimo viaggio a Cuba e negli Usa, in base a una sconcertante decisione pontificia.

Sono stupito che nessun giornale e nessun rappresentante della categoria abbia profferito parola. Mi chiedo anche perché Eugenio Scalfari, fondatore di “Repubblica” e ostentatamente amico fraterno del papa argentino, non dice quello che pensa di questa punitiva estromissione di “Repubblica” da parte di Bergoglio. Continua

C’è un giallo appassionante nella Chiesa. Avvolge i due ultimi conclavi, anzitutto quello da cui uscì eletto Joseph Ratzinger, nell’anno 2005.

Poi il Conclave del 2013 perché – al di là della regolarità della votazione che potrebbe comportarne la nullità – esso non ci sarebbe stato se Benedetto XVI, l’11 febbraio 2013, non avesse fatto il gesto sconvolgente e tuttora immotivato della rinuncia al pontificato.

Rinuncia controversa poiché Benedetto XVI, unico nella storia, ha deciso comunque di restare papa emerito e di mantenere il vestito bianco, il titolo e perfino le insegne pontificie, continuando a vivere “nel recinto di Pietro”.

La domanda sulla rinuncia di Benedetto XVI, posta nel mio libro “Non è Francesco”, è tornata a riproporsi adesso per la pubblicazione di un’intervista a padre Silvano Fausti, che è stato per molti anni il confessore del cardinale Martini. Continua

Immerso nella babele carnevalesca delle piazze e dei regimi sudamericani, papa Bergoglio appare a suo agio e il suo personaggio, calato in quel clima, diventa più decifrabile.

La grottesca divinizzazione che ne hanno fatto in Ecuador, dove si vendevano souvenir che lo raffiguravano al posto di Cristo (ma l’adulazione e la papolatria dei media e delle sacrestie nostrane non è poi molto inferiore) ha fatto da cornice a discorsi che somigliano a comizi peronisti, con poco di soprannaturale.

Ieri poi, arrivato in Bolivia, Evo Morales, presidente socialista della Bolivia, ha accolto il “fratello Papa” dandogli in dono il simbolo della falce e martello su cui era raffigurato Cristo crocifisso.

La stessa blasfema raffigurazione campeggiava pure sulla medaglia che ha messo al collo del papa argentino. Continua