Continua l’attivismo politico di Bergoglio. Mentre questo articolo andava in stampa, il vescovo argentino ha ricevuto il leader della Cgil Maurizio Landini e i due – scrive “Repubblica” – “hanno condiviso i rischi di derive autoritarie”. Curiosa condivisione fra il leader del sindacato storicamente legato alla storia del Pci e il monarca assoluto di uno stato teocratico (lo Stato Vaticano) che sarebbe tenuto a rispettare lo Stato italiano (che è uno stato democratico) e a non interferire nella sua politica.
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Lo sfrenato attivismo di papa Bergoglio e dei vertici episcopali (la Cei), nella campagna elettorale delle europee, aveva – com’è noto – un solo obiettivo: sconfiggere la Lega di Salvini.
Memorabili due titoli del Fatto quotidiano: “Il papa è la vera opposizione a Matteo Salvini” e “Cei: ‘Votate tutti tranne Salvini’ ”.
In particolare dal Vaticano e dalla Cei si è cercato di convogliare i voti dei cattolici sul PD, su Leu, su “Più Europa” di Emma Bonino (per la coincidenza di idee su UE, migranti e altro) e pure sul M5S da quando Di Maio decise di fare campagna elettorale contro Salvini (un cardinale aveva confidato al “Fatto” che in Vaticano ormai “i Cinque Stelle sono di casa”).
Com’è noto l’appoggio bergogliano ha portato questi partiti alla sconfitta (i cattolici hanno in gran parte votato Lega).
Ma è significativo che proprio da questi stessi partiti, appoggiati alle elezioni da Bergoglio e dalla Cei, partiti che hanno posizioni molto laiciste sui temi etici, provengano i parlamentari che adesso hanno presentato una mozione al Senato in cui si propone di dare un colpo durissimo alla Chiesa Cattolica. Continua