E’ stato il terremoto più forte dal 1980, con epicentro a Norcia, la terra di san Benedetto. Sono stati colpiti in modo particolare i luoghi dell’anima, le chiese, e la basilica del santo Abate è stata distrutta.

E’ rimasta in piedi solo la facciata, un’immagine che a molti è apparsa come un presagio di una chiesa che sta crollando lasciando in piedi, appunto, solo la facciata.

Per alcuni – che considerano il cristianesimo una iattura – questo è addirittura un auspicio. Ma credo che resteranno delusi.

Poi c’è un’altra associazione di idee che ha accomunato addirittura Beppe Grillo e Matteo Renzi: il fatto che sia stata travolta la città e la basilica del Patrono d’Europa ha fatto scrivere a Grillo che “dall’Europa dobbiamo ricevere tutto il sostegno necessario: lo sforamento di decimali nel rapporto deficit Pil non può essere un argomento accettabile da parte di Bruxelles”.

Credo sia una considerazione che oggi può accomunare tutti gli italiani. E si presta anche a una riflessione più profonda: questa ferita nei luoghi del Patrono d’Europa ci fa pensare a questa Europa che ha perso la sua anima, un’Europa che è stata fatta dai santi ed oggi è in mano ad aridi tecnocrati.

Molti non sanno come e quanto il monachesimo abbia davvero “ricreato” l’Europa, devastata e regredita, dopo il crollo dell’impero romano. Continua

Ci sono voluti due terremoti per far scoprire all’Italia la sua “civiltà appenninica”, cioè l’Italia dei borghi arrampicati sulle colline e sulla dorsale montuosa della penisola.

Ma questa “Italia appenninica” è molto più dei paeselli pittoreschi costruiti in pietra e della buona cucina casereccia poi importata nei ristoranti metropolitani. Molto più dell’amatriciana.

Il terremoto che insiste su quei monti che vanno da Norcia ad Assisi, da Greccio a Gubbio e a Cascia, colpisce il cuore dell’Italia mistica.

Da qui ha cominciato a sorgere l’Europa cristiana: dalle montagne di Norcia dove è nato san Benedetto (e con lui il monachesimo occidentale) e dai colli di Assisi dove è nato ed è vissuto san Francesco (e dove Giotto – pittore appenninico per eccellenza – ha realizzato la svolta decisiva dell’arte figurativa italiana). Continua