“Non si capisce dove stiamo andando”, ha dichiarato ieri Carlo Bonomi, presidente di Confindustria, dopo l’ennesimo Dpcm di Conte. È l’impressione generale. E i costi di questa deriva sono altissimi. Le sole cose certe, concrete e utili che si dovrebbero fare, non si fanno. Sono in particolare due.

Primo: curare subito a casa (invece di abbandonarli alla sorte) coloro che hanno primi sintomi non gravi di Covid con i farmaci efficaci (che ci sono) sulla base di un protocollo nazionale: queste cure precoci – dicono gli specialisti – scongiurerebbero aggravamenti, ricoveri, collasso di ospedali e pure morti.

Secondo: predisporre un numero di letti adeguato nelle terapie intensive e nuove strutture con nuovo personale (cosa che non è stata fatta in cinque mesi: se ne parla ora). Continua

“State attenti: la nave ormai è in mano al cuoco di bordo, e le parole che trasmette il megafono del comandante non riguardano più la rotta, ma quel che si mangerà domani.

Søren Kierkegaard, nel libro “Stadi sul cammino della vita”, illustra bene la condizione umana nella modernità in cui è censurata la domanda sul “dove andiamo”. Ma questa memorabile pagina oggi torna utilissima per descrivere la situazione politica italiana nella seconda ondata del Covid 19.

Sembra infatti che – nelle liti fra i partiti di governo e il premier o nello scontro fra regioni e governo – a Palazzo Chigi abbiano perso il controllo della nave la quale sta andando verso una cascata dove si sommano l’emergenza sanitaria e quella economica. Continua