“Lasciate ogne speranza, voi ch’intrate”. Il celebre verso, inciso sulla porta dell’Inferno dantesco, dovrebbe oggi essere stampato sulla segnaletica che indica l’ingresso nel territorio comunale di Firenze vista la quantità di implacabili autovelox. Viene anche in mente il buffo doganiere del film “Non ci resta che piangere” con Benigni e Troisi. Chiunque siate, qualunque cosa portiate: “un fiorino”.

Infatti la Firenze che per secoli ha fatto parlare di sé come la città di Dante e del Rinascimento, oggi – che è la città di Dario Nardella – fa parlare di sé soprattutto per l’enorme quantità di multe dovute agli autovelox e ai velocar.

Nei giorni scorsi l’attore e regista Leonardo Pieraccioni – grande comico fiorentino – su Instagram ha fatto l’esilarante racconto della sua recente multa.

Ha superato di 3 km/h il limite di 50. Ha pagato e stop. Ma nel suo video, diventato virale, s’interroga ironicamente sui poteri del misterioso velocar che lo ha “pizzicato”, cioè il dispositivo arrivato da poco che misura la velocità media su un lungo tratto di strada. La sua domanda è: per quanto ci controlla? Trenta metri? Cinquanta? Sembra una sorta di Grande Fratello.

“D’improvviso” spiega il comico “ti trovi in una processione di 60 macchine che vanno a 12 km/h, ma senza il morto: te dici: ma c’è il morto? No, ‘un c’è. Allora vuol dire che sei entrato nella bolla del Velocar. Tutti si guardano fra sé: ‘c’è il velocar, c’è il velocar’. Ma quanto dura? Il mio zio è convinto – una volta che entri in questa bolla del Velocar – che ti segua fino a casa. Addirittura lui arriva alla sera, s’affaccia alla finestra e lo saluta: ‘ciao Velocar, ovunque tu sia’. Una cosa tipo Truman Show”.

La gag di Pieraccioni coglie perfettamente la logica “sorvegliare e punire”che grava sui fiorentini e sugli automobilisti che passano per la città di Dante e che s’imbattono continuamente in Velocar e soprattutto autovelox.

È una storia che va avanti da mesi in “crescendo”. Già un anno fa nel Consiglio regionale l’opposizione di centrodestra sollevò il problema perché nei primi otto mesi del 2022 erano state fatte 396.699 multe, vale a dire il quintuplo di quelle fatte in tutto il 2021, che erano state 81.135.

Il sindaco Nardella sostiene che questo sistema di controllo serve a scongiurare incidenti e vittime. Ma la conclusione di Marco Stella, capogruppo di Forza Italia alla Regione, è diversa: “E’ evidente che queste sanzioni pecuniarie non vengono fatte per prevenire incidenti stradali, ma servono esclusivamente al Comune per fare cassa, ed è inaccettabile”.

Stella faceva notare che solo in tre mesi i quattro Velocar avevano rilevato 272.567 infrazioni e gli autovelox 124.132 contravvenzioni: “fa riflettere che i due terzi delle multe” osservava Stella “arrivano da quattro velocar, in appena tre mesi. Aumentano comunque in modo significativo anche le infrazioni rilevate dagli autovelox. Abbiamo ricevuto decine di verbali in cui si contestava un eccesso di velocità di 51 km/h, ovvero 1 km/h sopra la media: non era mai successo“.

Cosa che ha indotto Stella a chiedere verifiche “sulla taratura degli apparecchi”. Ma il problema è anzitutto quello di limiti di velocità irrealistici su strade e viali dove sarebbe normale una velocità maggiore. Perché limiti così bassi?

“Ben 14 aree della città” spiega Stella “sono zone in cui non si può superare la velocità di 30 km orari, e altre cinque lo saranno entro fine anno; mezza città avrà il limite di velocità di 30 km/h, con tutte le conseguenze che questo significa in termini di aumento del traffico e di aumento inevitabile delle contravvenzioni. Ormai quella della sicurezza stradale è diventata una scusa per fare cassa“.

C’è anche da chiedersi se ingolfare le strade con auto a passo d’uomo, aumentando il traffico, non rischi fra l’altro di far aumentare anche l’inquinamento. Ha un senso questa gabbia punitiva sulla mobilità a Firenze?

All’inizio del 2023 uno studio della Fondazione Openpolis – analizzando la voce “entrate pro capite per controllo e repressione degli illeciti”, di ogni tipo, nei bilanci consuntivi dei due anni precedenti nei Comuni sopra i 200 mila abitanti – ha scoperto che Firenze è la città dove si è incassato di più: 128,01 euro per ogni residente nel 2021, poi viene Bologna con 109,75, Padova con 92,36 e Milano con 88,69 (in media i comuni incassano da multe e ammende 14,65 euro pro capite).

Non solo: a luglio scorso un altro primato. Secondo il Codacons, che ha analizzato i dati, Firenze è maglia nera – oltreché per l’incasso pro capite da multe – anche per l’incasso in assoluto da autovelox fra le città sopra 200 mila abitanti: “è Firenze la regina italiana degli autovelox, con un incasso pari a 23,2 milioni di euro nel 2022. Seguono Milano con 12,9 milioni di multe tramite autovelox, e Genova con 10,7 milioni”.

La conclusione è sconfortante. “Ormai, a Firenze” afferma Stella “possedere un mezzo privato, scooter o auto, è una colpa. Oltre a bollo auto e assicurazione, automobilisti e scooteristi devono pagare una tassa occulta, visto che sono considerati da Palazzo Vecchio dei bancomat con cui rimpinguare le casse comunali. Nel 2022 il Comune di Firenze ha incassato 117 milioni da contravvenzioni stradali, un record”.

È un caso nazionale. A giugno scorso il capogruppo di FdI in Consiglio comunale, Alessandro Draghi, ha esposto la riproduzione di un autovelox per ironizzare amaramente sui primati conquistati per le multe. Una maglia nera di cui i fiorentini potrebbero ricordarsi alle – ormai prossime – elezioni comunali.

Il sindaco Nardella va verso una candidatura alle elezioni europee e per il Comune si dice che proponga uno dei suoi assessori (si fa il nome di Sara Funaro). Italia Viva di Renzi naviga nell’incertezza e il centrodestra pensa di candidare come sindaco un nome rappresentativo della società civile.

Attualmente si parla molto del direttore degli Uffizi Eike Schmidt che in questi anni ha modernizzato e rilanciato in modo spettacolare il grande museo fiorentino, uno dei più straordinari scrigni di capolavori del mondo.

Sarebbe una personalità internazionale, un intellettuale con notevoli capacità manageriali, che potrebbe riportare Firenze all’altezza della sua storia. Che è quella di Dante, Brunelleschi, Donatello e Michelangelo. Non quella degli autovelox.

 

Antonio Socci

 

Da “Libero”, 19 settembre 2023

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