RADICALI LIBERI(STI)

È il paradosso dei Radicali, ma lo storico Giovanni De Luna non lo dice. Eppure sulla Stampa (26/8) lo coglie benissimo occupandosi del referendum sull’eutanasia. Nota infatti: “a uno Stato sollecitato ad abbandonare tutti gli spazi che si era conquistato intervenendo nel mercato” e in ogni campo del vivere sociale, a quello Stato “a cui si sono chiesti continui passi indietro, cercando di limitarne l’invasività e di ridimensionarne gli interventi, si affida oggi il potere di determinare la vita o la morte, rafforzandone e dilatandone proprio l’essenza biopolitica”.

La contraddizione è tutta di quel mondo Radicale, “liberale, liberista e libertario”, da sempre in prima fila nelle battaglie antistataliste.

 

EUTANASIA DELLA SINISTRA

De Luna indica esplicitamente un altro paradosso: quello della Sinistra. Ricordando che “negli ultimi decenni una marcata egemonia liberista ha progressivamente smantellato” lo Stato sociale, spiega: “a una incisiva mobilitazione sui temi dei diritti civili (dalla parità di genere all’eutanasia) si è accompagnato un impegno sempre più flebile nel contrastare l’affossamento dello Stato sociale voluto dalla destra”.

Per la verità l’egemone cultura liberista non è affatto identificabile con “la destra” e comunque in questi decenni proprio la Sinistra post-comunista ci è andata a nozze. Tanto che il simbolo “Massimo” della Sinistra, D’Alema, che sarà il primo premier italiano proveniente dal Pci, andava in visita alla City di Londra e spiegava che voleva fare in Italia una rivoluzione liberale: “I ragazzi della City, vorrebbero il capitalismo, in Italia. Anch’ io. Un capitalismo normale”.

Andava alla Bocconi e bocciava Berlusconi perché aveva “tradito la domanda di cambiamento in senso antistatalista” (secondo lui era la “grande borghesia” ad essere statalista).

Lo stesso D’Alema che – in una puntata di “Porta a porta” – sfidava Angelino Alfano rivendicando le riforme liberiste: “durante i governi di centrosinistra” disse “si sono fatte più riforme e privatizzazioni di quante se ne siano fatte dopo. Il paradosso italiano è che è stato il centrosinistra a smontare l’Iri, non la destra che si definisce liberale. Privatizzazioni, liberalizzazioni, riforma delle pensioni. Noi abbiamo portato la lira nell’euro. Noi abbiamo compresso la spesa pubblica”.

Infatti la sua Sinistra non esitò ad appoggiare il governo Monti che allo stato sociale dette il colpo di grazia. Per questo Marco Rizzo, rimasto comunista duro e puro, accusa la Sinistra ufficiale di aver usato la bandiera dei diritti civili per nascondere la sostanziale rottamazione dei diritti sociali.

 

ROSSO ANTICO

Oggi i tempi sono cambiati e D’Alema, dopo aver attaccato “il partito anti-cinese”, nel suo ultimo libro, “Grande è la confusione sotto il cielo”, elogia la Cina per la coesione di una società in cui solidarietà e disciplina prevalgono sulla frammentazione individualistica”.

Inoltre annuncia il tramonto “dell’egemonia americana e occidentale. La convinzione che il mondo si sarebbe unito intorno ai principî della democrazia liberale e dell’economia di mercato” sentenzia “si è rivelata largamente illusoria”.

Perfino Antonio Padellaro ha commentato: “sono rimasto sorpreso dal forte apprezzamento che D’Alema esprime per la Cina di Xi Jinping nell’introduzione al libro, scritta in piena bufera Coronavirus”.

La Cina comunista ha abbracciato il capitalismo restando comunista. E sta vincendo. La Cina è vicina.

 

Antonio Socci

 

Da “Libero”, 27 agosto 2021

 

 

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